Reginaldo Carrino, il Nino Nero ad Avanti un altro. Foto di Fabio Masullo
Reginaldo Carrino, il Nino Nero ad Avanti un altro. Foto di Fabio Masullo

Reginaldo Carrino: il Nino Nero che ama la canzone napoletana

Oggi vi parliamo di un personaggi originale, simpatico e a tratti esilarante: Reginaldo Carrino, in arte Nino Nero.

Reginaldo Carrino, il Nino Nero ad Avanti un altro. Foto di Fabio Masullo
Reginaldo Carrino, il Nino Nero ad Avanti un altro. Foto di Fabio Masullo

Si tratta del sosia “particolare” dell’icona della canzone napoletana, Nino D’Angelo. Un doppione molto particolare, però, visto il colore d’ebano della sua pelle. L’imitatore di origini sudamericane, infatti, è originario del Brasile e proprio nel capoluogo campano, città della pizza, della pasta e del mandolino, ha trovato la sua fortuna. Già protagonista a ‘Quelli che il calcio’ nelle vesti di disturbatore dei vip e, da un paio di stagioni, tra le star del programma di Paolo Bonolis, Avanti un altro, durante le sue performance Reginaldo è solito indossare una parrucca biondissima, trasformandosi così in Nino Nero.

Reginaldo Carrino, benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. Come mai si è trasferito dal Brasile a Napoli?

Sono nato in Brasile, da una famiglia poverissima. Eravamo cinque figlie e a volte dovevamo rubare per poter mangiare. Quando ci beccavano, ci picchiavano così forte che porto ancora i segni delle percosse sul mio corpo. Per fortuna, all’età di otto anni, io e uno dei miei fratelli siamo stati adottati da una coppia napoletana ed è così che mi sono trasferito in Italia. Ho iniziato una seconda vita a Napoli e qui ho trovato la mia fortuna, condividendo subito la passione verace che i napoletani hanno per la musica.

Come si è avvicinato alla canzone napoletana?

Imparando la lingua italiana, ho iniziato a canticchiare le canzoni della tradizione partenopea, soprattutto quelle di Nino D’Angelo che è diventato subito il mio idolo. Non ho studiato canto ma come si dice a Napoli: “La canzone napoletana va cantata con 10 lire di voce e 100 lire e’ core”. Così, una decina di anni fa, cominciai a partecipare ad alcune serate di karaoke dove, spesso, interpretato i più grandi successi di Nino D’Angelo. La gente era entusiasta e, allo stesso tempo, incuriosita di vedere un ragazzo di colore che cantava in dialetto.

Com’è nato il suo personaggio di Nino Nero?

Ricordo che nel giorno di Carnevale di dieci anni fa, la mia fidanzata ebbe l’idea di farmi vestire da Nino D’Angelo con tanto di caschetto biondo e abbigliamento vintage anni ’80. Partecipai ad un evento canoro e, appena entrai in scena, la gente rimase folgorata. Fu subito un successo e da allora sono diventato Nino Nero, partecipando a corride e concorsi vari in Campania per poi approdare a ‘Quelli che il calcio’ nel 2012 nelle vesti di disturbatore dei vip e due anni fa nel salottino di Avanti un altro. L’esperienza che ricordo con maggiore emozione, però, è quella dello scorso anno allo stadio San Siro di Milano dove, invitato dai ragazzi dello Zoo di radio 105, cantai davanti a oltre trentamila spettatori. Indimenticabile.

Tra Rai e Mediaset, ha già partecipato a diversi programma tv. Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Da anni, ormai, porto in giro per i locali il mio spettacolo ‘Nu scugnizz nero’ e spero di poter continuare su questa strada che sta dando tante soddisfazioni. Mi piacerebbe anche continuare le mie esperienze televisive magari partecipando ad un reality. Il mio più grande sogno, però, è quello di rivedere la mia famiglia di origine e la sorella che ho lasciato in Brasile. Proprio quest’anno, grazie alla mediazione di un esponendo del consolato italiano in Sudamerica, sono riuscito a parlare ed è stato davvero emozionante. Sono passati trent’anni ormai ma non abbandono mai la speranza di poterla incontrare di nuovo, un giorno.

(servizio a cura di Stefano Di Capua)

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