I saluti in scena di "Una festa esagerata"
I saluti in scena di "Una festa esagerata"

Una festa esagerata, il ritorno di Vincenzo Salemme

Gag e morale in scena nel testo di Una festa esagerata

Debutto nazionale per la nuova teatrale di Vincenzo Salemme dal titolo Una festa esagerata.

Momento d’oro per l’attore partenopeo che impegnato tra cinema e teatro non delude il pubblico che lo vuole fortemente protagonista del palcoscenico alla ricerca di quel sapore storico vissuto con le interpretazioni delle vecchie teatrali dell’artista.

La commedia scritta, diretta ed interpretata dallo stesso Salemme ha debuttato con la prima nazionale l’11 Novembre 2016 al Teatro Comunale di Caserta con il Teatro Pubblico Campano.

Una festa esagerata

La storia narra di una famiglia borghese di oggi, composta da padre, madre e figlia coinvolta nell’organizzazione del debutto in società della giovane Mirea. Ed ovviamente, non potrebbe esserci nulla di più semplice se non fosse che il padre (Vincenzo Salemme), uomo di valori morali (leggermente) presuntuoso sul suo carisma e amante del teatro, che deve confrontarsi con una moglie (Teresa Del Vecchio) “affamata” di popolarità e di scalata sociale, disposta a tutto pur di incassare soldi e fare la vita da “borghese milanese” scendendo a compromessi con la politica locale.

In tutto ciò non possono mancare le pedine degli imprevisti interpretate magistralmente da un cast competente e fortemente teatrale. Una figlia (Mirea Flavia Stellato) a cui Gennaro Parascandalo cerca di insegnare i valori come l’amore e il rispetto, ma è molto più presa dai beni materiali confondendo amore e soldi, un furbo-napoletano che cerca di fare l’indiano a servizio dei padroni di casa, un neo-portiere del palazzo (Antonio Guerriero) impegnato nelle elezioni di condominio, un prete (Nicola Acunzo) alternativo “da strada” e la storia di un vecchio amore (Antonella Cioli) che continua a tornare nella vita del protagonista e che è trama portante.

Le conclusioni

Lo spettacolo dura poco meno di due ore ed è brioso e leggero, senza intoppi se non nella ripresa del secondo tempo, dove si lascia meno spazio alla risata per spingere la riflessione verso l’ironia della sorte e le presunzioni della mente umana che spesso si auto convince di situazioni vissute solo nell’immaginario dei protagonisti.

Cast brillante dove le donne protagoniste sono un valido supporto a Vincenzo Salemme che coordina la compagnia con zelo e improvvisazione grazie anche ad una scenografia “particolare” che non sveliamo per non fare spoiler.

Una morale? Una conclusione? Un epilogo? No, semplicemente un’esperienza quella lasciata in bocca alla fine della commedia che apre uno spunto di riflessione che non vuole lasciare solo risate allo spettatore, ma anche degli spunti di riflessione sulla vita moderna e su quanto l’uomo sia sempre più pronto a sacrificare i propri valori per cedere alle tentazioni della ricchezza e del terreno.

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