Lucia Rossi. Foto di Simona Panzini
Lucia Rossi. Foto di Simona Panzini

Lucia Rossi: ricordi bellissimi per “Il punto di rugiada”

Incontriamo l’attrice Lucia Rossi, da molti apprezzata per la serie Ris, per i tanti spettacoli teatrali a cui ha preso parte, e presto presente nel nuovo film di Marco Risi, “Il punto di riguada“.

Una donna innamorata del suo mestiere, sincera, vogliosa di sempre nuove avventure, anche distanti dal suo essere.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Lucia Rossi. Presto potremo vederti ne “Il punto di rugiada”, film ad opera di Marco Risi, di cui sei protagonista. Cosa puoi anticiparci, nei limiti del possibile?

Il film parla di due giovani che devono scontare una pena in una casa di cura per anziani, chi per spaccio, chi a causa di un incidente. Sarà interessante scoprire cosa accadrà all’interno della villa e sarò proprio io a traghettare questi ragazzi al suo interno, ritirando loro i cellulari all’ingresso, togliendogli in questo modo ogni punto di contatto con l’esterno. Accadrà qualcosa di bello ma preferisco che siate voi a scoprirlo.

Lucia Rossi sul set. Foto di Christian Nosel
Lucia Rossi sul set. Foto di Christian Nosel

Cosa puoi dirci, a tal proposito, sui tuoi compagni di viaggio, su tutti coloro che erano presenti sul set quotidianamente?

Ho vissuto una delle esperienze più belle che la vita potesse regalarmi e questo grazie a Marco Risi che ha saputo mettere insieme un cast fatto di mostri del teatro: Elena Cotta, Eros Pagni, Massimo De Francovich, Luigi Diberti. Attori grandi di età, da ammirare in assoluto silenzio, apprendendo il più possibile da queste anime che in questo momento della loro vita non fanno altro che donarsi agli altri nel loro pieno essere, senza filtro alcuno. Una lezione umana e professionale bellissima, caratterizzata da un grande rispetto reciproco. Un film attualissimo, che sposa un argomento sociale importante, specie per i tempi che viviamo in cui i giovani sono allo sbando, senza una direzione precisa da seguire.

Quanto sei cambiata dagli inizi e quale ruolo vorresti poter portare in scena in futuro?

Tanto! (ride) È bello crescere, maturare, avere la fortuna di interpretare personaggi lontani da noi ma che, in qualche modo, hanno comunque qualcosa in comune con il nostro essere. Viviamo dei sogni paralleli, in un certo senso, però poi è interessante tornare alla nostra vita e capire quanto possa averci modificato quel ruolo. L’evoluzione della vita ci porta a questo, così come le novità.. ben venga, quindi, cambiare!

Nel tuo curriculum figurano ruoli importanti e siamo in tanti, tra l’altro, a ricordarti in Ris Roma 2 e 3. Che ricordo hai di quel periodo, della popolarità che ne è conseguita?

Un ricordo bellissimo, anche per i meravigliosi colleghi che mi hanno accompagnata in quel viaggio, ed ero giovanissima, in un’età che ti fa sentire invincibile, capace di raggiungere qualsiasi cosa. Un set che mi è servito anche molto da palestra ma sono anche una persona che ha delle difficoltà nel gestire ‘il potere della televisione’, il riconoscermi delle persone. Loro riconoscevano me, io non riconoscevo me stessa e se non sei abituata a questo il tutto può risultare difficile da gestire. Amo il mio mestiere, lo affronto con piacere sia per me stessa che per regalare emozioni, belle sensazioni, alle persone ma non condivido il dovere, per forza di cose, vivere la ‘popolarità’. Credo sia importante rispettare molto il proprio carattere, prima di tutto.

Il teatro è parte del tuo vissuto, qualcosa che ti accompagna da sempre. Quali sensazioni sono, quindi, legate alle tavole del palcoscenico, al ‘contatto’ con il pubblico presente in sala?

Il bello del teatro è proprio questo, vivi l’inizio e la fine, senza interruzione alcuna. Una continua emozione che è ben visibile anche al pubblico, uno scambio di energia, un qualcosa di viscerale, umile, che fa venire fuori la parte più vera di un attore. Al cinema, così come in televisione, c’è sempre qualcuno pronto a supportarti, ad aiutarti nel prepararti, diversamente accade nel teatro dove ci si trucca da soli, ci si fa l’in bocca al lupo insieme, riti che amo, sin da quando ero una danzatrice.

Quale ruolo, ancora oggi, manca al tuo percorso artistico, Lucia Rossi?

Ancora tanti e, andando avanti con l’età e con il modificarsi, dovrei sporcarmi di più per interpretare dei ruoli lontani da me. Oggi ancora mi vengono proposti ruoli vicini al mio aspetto, al mio carattere, ma vorrei poter interpretare altro, delle eroine, delle ‘pazze’, senza potermi riconoscere più. Spero di poterli affrontare presto, in teatro o altrove, aiutandomi così anche nel quotidiano. Se un ruolo ti capita è perché è la vita a richiederlo, è dovuto a qualcosa, ed ha un particolare significato.

Quale consiglio senti di voler dare a chi pensa di voler intraprendere un percorso legato alla recitazione?

Di studiare, prima di tutto, senza perdere mai la curiosità. Un po’ come fanno i bambini, liberi di sognare, di curiosare, senza alcun blocco, senza mettere mai un limite alla propria curiosità, osservando qualsiasi cosa. Ogni minimo particolare può essere associato a qualcosa, portandolo in un proprio personaggio.

Lucia Rossi cosa puoi anticiparci sui prossimi progetti?

Non posso anticipare molto ma posso dire che c’è in ballo un progetto teatrale a cui tengo, con un regista importante. Parleremo di Mangano e Sordi, della loro grande amicizia..

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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