Alessio Chiodini
Alessio Chiodini

Alessio Chiodini: gli errori ci indicano la strada

Un nuovo spettacolo all’attivo per Alessio Chiodini, “L’amico ritrovato”, in scena al Teatro Cometa Off di Roma.

Un ragazzo che ha vissuto i suoi esordi giovanissimo, al fianco di Veronica Pivetti, cresciuto sempre più sulle tavole del palcoscenico, sino all’approdo alla soap “Un Posto al Sole”, che gli ha regalato maggiore popolarità.

Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo ad Alessio Chiodini. “L’amico ritrovato” ti vedrà nuovamente protagonista in teatro, in quel di Roma. Cosa puoi dirci a riguardo sul tuo personaggio?

Konradin, Un personaggio molto profondo, un ragazzo di sedici anni tedesco, aristocratico e molto solo. Trova nel suo compagno di classe, Hans, un’anima in cui potersi rispecchiare, oltre che un compagno di risate e di interessi a cui dovrà rinunciare proprio quando sembrava aver trovato l’amicizia che aveva sognato per tutta la vita. Il motivo è legato all’arrivo dirompente dei nazisti.

Un viaggio nella ‘memoria’, quello che avrete modo di affrontare. Qual’è la tua visione di quei tempi e cosa puoi dirci sul cast che ti accompagnerà?

Ripensare a quel periodo mi riporta all’assurdità di un genocidio come la shoà. Ricordo i racconti di mia nonna che ha subito i bombardamenti nel quartiere San Lorenzo, a Roma. Sembrava parlasse di un altro pianeta eppure non sono passati neanche cento anni da quel periodo maledetto. La nostra responsabilità, come artisti e uomini, è quella di continuare a tenere viva la memoria di quei tempi, anche per via del fatto che gli ultimi superstiti non ci sono più. Sono molto legato a questo cast ed anche al regista e autore Alessandro Sena. Abbiamo cominciato questo lavoro poco prima della pandemia e appena ci è stato di nuovo possibile abbiamo fatto del tutto per poterlo mostrare agli occhi del pubblico. Siamo alla terza ripresa, con quest’anno.

Quali sensazioni accompagnano ancora oggi la possibilità di calcare il palcoscenico, di essere a ‘stretto contatto’ con il pubblico?

Le sensazioni sono le stesse della prima volta. Il respiro del pubblico è vitale per un attore, così come la consapevolezza di aver regalato una forte mozione o una risata. Soprattutto, sono felice di poter regalare un momento di riflessione, una soddisfazione indescrivibile.

Alessio sei stato recentemente in teatro anche con “Storia di una bella e di una bestia”, uno spettacolo da te interamente realizzato. Come è nata questa tua voglia di portare in scena tale lavoro?

Ho sempre amato le favole e “La Bella e la Bestia” è la mia preferita, sin da piccolo. La storia di un amore impossibile che attraverso l’ascolto reciproco diventa realtà. Poter dare una mia versione teatrale, molto vicina all’originale, in luoghi storici e suggestivi, ha rappresentato l’inizio di un progetto che spero porterà alla luce molto presto anche nuovi testi su cui stiamo lavorando con alcuni colleghi.

Un tempo sei stato parte di una soap da molti amatissima, “Un Posto al Sole”. Hai vestito i panni di Sandro Ferri, figlio dall’indimenticata Eleonora Palladini. Che ricordo hai di quella esperienza, dei colleghi di set, di Napoli?

Ricordi molto belli e che mi portano sempre tanta nostalgia. Il set di “Upas” è una vera e propria famiglia e Napoli è una città che ti entra nel cuore, di cui non si può non sentire la mancanza. È sempre viva in me la speranza di poter tornare, prima o poi, ad indossare i panni di Sandro Ferri, un personaggio che non ho mai dimenticato.

⁠In molti ti ricordano anche al fianco di Veronica Pivetti ne “La ladra”. Eri giovanissimo ma già pronto ad affrontare un ruolo ‘importante’. Quali consapevolezze porti con te da tale set e quanto è cambiato Alessio Chiodini da allora?

Sono passati molti anni da allora e, effettivamente, “La Ladra” ha rappresentato la mia prima grande esperienza da attore. Ricordo le paure e la sana incoscienza che ebbi nell’indossare i panni di Lorenzo, un personaggio che mi regalò molte soddisfazioni e mi fece conoscere per la prima volta al grande pubblico. Ogni lavoro ed ogni personaggio teatrale o cine-televisivo interpretato, è un tassello in più per crescere e migliorarsi. Gli errori sono i più grandi maestri per noi attori, che non smettiamo mai di imparare.

⁠Cosa ti auguri di poter concretizzare, quali panni vorresti indossare?

La speranza è sempre la stessa, ossia quella di continuare a vivere del mio lavoro, che sia su un palcoscenico, un set o in sala di doppiaggio. Lo amo in tutte le sue forme e mi regala, sin dagli inizi, la sensazione di poter essere perennemente in vacanza. Mi auguro non finisca mai!

Cosa prevede il tuo futuro artistico, Alessio Chiodini?

Terminate le repliche de “L’Amico ritrovato” sarò nuovamente in scena, dal 30 gennaio al 25 Febbraio, al teatro 7 di Roma con la commedia, “Il cappello di Carta”, di Gianni Clementi per la regia di Michele La Ginestra. Uno spettacolo ambientato nuovamente durante la seconda guerra mondiale. Ad aprile sarò, invece, al teatro 7 con “Hote due mondi”, in cui interpreterò un giovane indiano che avrà a che fare con un ingegnere italiano in una situazione molto particolare. Una gran bella sfida!

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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