Incontriamo l’attrice Elda Alvigini che dal prossimo 8 febbraio fino al 18 sarà in scena, al Teatro Martinit di Milano, nello spettacolo “Bomba”, ad opera di Francesca Zanni.
Ad affiancarla, per l’occasione, la collega Claudia Genolini, in uno ‘scontro’ molto divertente tra boomer e millenials.
Bentornata su La Gazzetta dello Spettacolo, Elda Alvigini. Dall’8 al 18 febbraio sarai in scena, a Milano al Teatro Martinit, nello spettacolo teatrale “Bomba”, insieme alla collega Claudia Genolini. Raccontaci di questa esperienza, di cosa tratterà?
Si, sarò in scena con la collega Claudia Genolini, nelle vesti di Asia, una vecchia gloria della pop music anni ’80, caduta in disgrazia, mentre la Genolini interpreta una trapper di successo, Miss Flow, premiatissima, convinta di andare a Sanremo con Orietta Berti ma il suo agente, in apertura di spettacolo, le comunica che la Berti non ci sarà più.. ad affiancarla ci sarò ‘io’, addirittura data per morta. Un personaggio studiato ad hoc dalla regista, fermo negli anni ottanta in tutto e per tutto, sia nel modo di vestire che nel parlare. Si chiama “Bomba” perché nel momento in cui riesce a convincermi ad andare in studio insieme restiamo chiuse lì per una minaccia di bomba nel quartiere. L’occasione ci porterà a parlare, a conoscerci meglio, a venire a capo delle nostre diversità.
Come hai appreso la chiamata di Francesca Zanni, la proposta di questo ruolo così particolare?
Era da tempo che volevo lavorare con Francesca Zanni ed ho accolto con piacere questa proposta. Per fortuna tra le due quella che canta meglio è Claudia, una professionista, per me il canto rappresentava una preoccupazione, motivo per cui inizialmente avevo rifiutato. Se io sono il nome, lei è di certo la rivelazione. Ci tengo a dire che non siamo una caricatura, siamo due personaggi esistenti, perché ne esistono di vecchie glorie che fanno tournée in luoghi strani, lontani, e vivono di canali alternativi, di cui nessuno sa più nulla.
Abbiamo avuto, per il linguaggio e la musica trap, la consulenza di Luca Capomaggi, produttore trap di cui ci sono anche tracce della sua musica nello spettacolo, quindi è davvero tutto molto realistico, come le coreografie curate da Natascia Buono, i costumi meravigliosi e perfetti di Lucia Mariani. Uno spettacolo per tutti, tanto è vero che sono venuti a vederlo anche i miei nipotini, Linda e Tommaso, di soli quattro anni. Questo per dire che Francesca Zanni è stata brava a scrivere un testo esilarante, pieno di colpi di scena, senza usare parolacce e volgarità.
Un andare in competizione con Sanremo…
Effettivamente soltanto le prime due repliche saranno in competizione con Sanremo. Subito dopo, fino al diciotto febbraio, saremo ancora in scena e il pubblico potrà venire a divertirsi con la nostra musica.
Per godere anche di un po’ di sana leggerezza…
Si, è leggero ma porterà anche a riflettere sulle vite di questi due strani personaggi, sulle loro differenze e culture ed anche sull’educazione di oggi. Tanto dipenderà anche dall’età del pubblico in sala. Alcune sere vincerà Asia, se ci saranno più boomer in sala, altre prenderà più risate e applausi la Genolini se ci saranno più millennial. Genitori e figli si sono divertiti molto perché evidenziavano l’un l’altro i difetti. Volevo ringraziare anche la produzione che ha creduto molto in questo progetto, la Trebisonda. Speriamo di poterlo portare anche in altre città dopo Milano.
Elda Alvigini, quanta emozione c’è nel calcare le tavole del palcoscenico, di volta in volta?
Non passerà mai, temo! Già non dormo, ho il tic all’occhio (ride), perché i ritmi sono molto serrati, saremo sempre e soltanto in due in scena ed il testo deve essere più che conosciuto. Bisogna avere una memoria ‘marcia’. Muoio di paura ogni volta, felice poi di portare a casa lo spettacolo ad ogni fine serata. Molto dipende anche da come reagisce il pubblico. Se è freddo ti porta a faticare, devi capire come prenderlo, se accelerare il ritmo, se rallentarlo. È un’esperienza immersiva, ogni sera, e non basta pensare di poter mettere il pilota automatico.
Sei più che nota per il tuo essere attrice in piena regola ma, a tuo avviso, cosa manca a questo tuo percorso artistico?
Manca sempre tanto perché c’è sempre da scoprire, studiare ed imparare. Non è detto che ciò che pensi di conoscere non ti sottoponga ad una prova nuova. Quando mi è stato proposto “Bomba” ho rifiutato perché non so cantare. Grazie a Francesca e ad una brava insegnante di canto siamo riuscite a trovare una quadra e a far sì che Asia potesse cantare con la voce di Elda. La scorsa estate, per la prima volta ho avuto la possibilità di scrivere e dirigere, per puro caso, un documentario sulla fotografia, “Storia romantica della fotografia”. È stato da poco venduto alla RAI e stiamo aspettando la messa in onda. A riguardo vorrei dire che Paola Cortellesi ha fatto tanto per le donne e spero che con questo suo successo possa aver aperto una strada anche a tutte le altre colleghe.
Posso chiederti chi è Elda Alvigini al di là del suo lavoro, motivo per cui ti conosciamo?
In questi ultimi anni ho fatto la zia per i miei due nipoti fantastici, Linda e Tommaso, cosa che mi diverte molto. Non ho avuto figli quindi per me loro sono un grande regalo. Al contempo sto provando a realizzare una serie che ho scritto tratta dal mio spettacolo, “Inutilmentefiga”, e ne sto scrivendo un’altra insieme ad Eleonora Fiorini.