I Celtic Hills nascono da un’idea del chitarrista cantante, chitarrista e leader della band Jonathan Valderbilt (photo credits: Marco Visintin) e oltre a lui comprendono anche
Jacopo Novello, ex membro dei Rearth al basso e Alessandro de Fustinioni alla batteria. Originari di Cividale del Friuli (UD), i tre musicisti si sono fatti notare da subito per la trascinante energia che mettono nel loro death metal e per l’ispirazione dei loro contenuti, anche per quanto riguarda le lyrics. Nati nel 2010, da allora i tre musicisti ne hanno fatto un sacco di strada! Adesso però i Celtic Hills si trovano di fronte ad una svolta e con una etichetta discografica di tutto rispetto alle spalle, sono pronti per conquistare il popolo del metal mondiale.
Blood Over Intents è il vostro disco d’esordio, giusto? Quali sono le vostre aspettative in merito?
Si’, se per album d’esordio intendiamo il primo prodotto da un’etichetta. In realtà il vero e proprio debut album per noi fu nel 2010 con un’autoproduzione che si intitolava Horns Helmet Fighters. Ora siamo prodotti e supportati dalla Elevate Records, con la quale ci aspettiamo di iniziare una proficua collaborazione.
Tu sei il cantante e quindi anche il frontman della band. Sei anche il leader e il principale compositore dei vostri pezzi?
Leader e frontman per eccellenza, direi ah ah ah! Fa molto band anni ’80 cantare e suonare uno strumento nello stesso tempo e questa scelta impone un certo tipo di songwriting che porta a essere maggiormente diretti nell’esprimersi. Io scrivo tutte le parti, ed è sempre stato così anche quando eravamo una band di quattro elementi.
Blood Over Intents è composto da sette brani, qual è il tuo preferito e perchè?
L’album doveva essere di 10 pezzi , ma l’arrivo del CoronaVirus ci ha imposto di fermarci e così abbiamo deciso di uscire con sole 7 tracks. Sono molto legato a When the snow covers the ground per il tema affrontato nel testo. Dovete sapere che negli ultimi anni, nei ghiacciai del veneto vengono ritrovati corpi di soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Pensare a quei giovani, italiani o austriaci, che diedero la loro vita per la patria e che in un modo o nell’altro ritornano a casa dopo ben 100 anni in una terra dove tutto è cambiato, valori, politica, etica, mi ha fatto riflettere sulla stupidità dei conflitti. La canzone che invece mi piace di più suonare e cantare è Blood flows down, un pezzo che racconta le battaglie di un veterano che benchè stanco della guerra deve combattere ancora…
Quanto tempo ci avete messo ad incidere Blood Over Intents?
Abbiamo registrato tutto tra gennaio e marzo, solo il sabato pomeriggio, in media abbiamo speso 20 ore a brano.
Oggi come oggi per un cantante di hard rock e heavy metal è ancora importante avere il look giusto e tu quanto tieni alla tua immagine?
Se parliamo di look intendiamo quel tipo di comunicazione non verbale affidata al linguaggio del corpo. Nel corso della mia vita ho maturato delle esperienze personali che hanno costruito il mio modo di essere a prescindere dall’abito che indosso. Credo di essere così consapevole di me stesso da poter esibirmi anche vestito da ballerina in tutù di tulle rosa senza sentirmi imbarazzato! Ad ogni modo, nel mio look prevale il colore nero e mi piace vestire disinvolto: cattivo e sexy!
Come stanno vivendo i Celtic Hills questo periodo di quarantena che sta creando un sacco di problemi a tutti i musicisti nel mondo?
La quarantena ci tiene distanti e ci impedisce di registrare e discutere insieme tutte le idee e provare i suoni. Quest’album è stato penalizzato, avremmo voluto dedicargli più tempo e più cura.
In inverno, quando il contadino non può lavorare nei campi, si occupa della manutenzione degli attrezzi e dello spirito. Noi viviamo questo periodo con lo stesso sentimento.
Chi di voi ha scelto il nome Celtic Hills per la band e perchè?
Il nome della band è stata una mia scelta: noi siamo nati nel Collio Friulano, quella zona del Friuli Venezia Giulia nota per i suoi vini, ma che un tempo era governata da un Oppida celtico. L’esercito romano arrivò nel 183 a.C. e senza il permesso del senato distrusse quella città che sarebbe diventata prima Forum Julii in onore a Caio Giulio Cesare e poi con il ducato longobardo Civitae Juliae, fino all’odierna Cividale del Friuli. La trasposizione in inglese del nome delle colline prima che arrivassero i romani è Colline Celtiche. I greci chiamavano i celti i Kar Keltoi, costruttori con le pietre; il suffisso Kar rimane ancora oggi in quelle regioni montane quali Carnia, Karinzia, Carso.
Quali sono i tuoi interessi al di là della musica?
Oltre la musica Jacopo ed io siamo interessati alle rievocazioni storiche ( Jacopo è un lanciatore d’asce) e alle auto d’epoca. Entrambi siamo appassionati di storia e archeologia nonchè del vino e della birra!
Quali sono stati i cantanti e i musicisti che ti hanno maggiormente ispirato?
Mia madre da giovane lavorava in un negozio di dischi, quindi io sono cresciuto ascoltando di tutto, da Edith Piaf a Demis Roussos ma anche i chitarristi metal degli anni 80/90 come Manny Smith e Viktor Smolski dei Rage o Kay Hansen degli Helloween.
Quali sono i progetti futuri dei Celtic Hills?
Il futuro inizia appena finisce il lockdown quando noi potremo finalmente rientrare in sala di registrazione ed incidere il nuovo album di cui posso già anticipare il titolo di un paio di pezzi: Guardian of Seven Stars e The Right Questions. Molto probabilmente inseriremo con nuovi arrangiamenti una delle canzoni del nostro primo cd: The Secret of the Graal. Il tema del nuovo cd sarà la teoria degli antichi visitatori alieni in tempi remoti. Stavolta parleremo di piramidi in Bosnia.