La ricordiamo in “Casa Vianello“, in tutte le vicende legate al vissuto degli indimenticati, Sandra e Raimondo. Giorgia Trasselli, negli ultimi tempi, ha avuto modo di realizzare un libro che parla del proprio vissuto, ma anche di questi due indimenticabili artisti a cui deve molto.
“Scusi, lei fa teatro?”, nasce proprio da una domanda che gli venne posta dallo stesso Vianello, non appena ebbe modo di incontrarla, sul set. Riviviamo, in questa lunga intervista, alcuni frammenti di quel periodo, di quella che è, ancora oggi, la sua carriera, senza dimenticare l’esperienza ultima di, “Fosca Innocenti”.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Giorgia Trasselli. Come stai?
Sto abbastanza bene, grazie! Il vissuto procede bene, con tante cose da fare, tanto lavoro, felice di ciò che sta accadendo. A negarci la giusta gioia, questa guerra che non avrebbe mai dovuto avere vita.
La recitazione ha costellato il tuo vissuto ma, un tempo, hai preso anche lezioni di canto e di ballo. A quale aspetto della tua carriera senti di appartenere maggiormente?
Ho studiato canto e ballo, ma alla fine preferisco definirmi una cantattrice. Ad ogni modo, sono legata al mestiere da attrice, quello che ho sempre affrontato con maggiore piacere e passione.
Nel 1987 il casting che ti cambiò la vita e ti diede modo di entrare a far parte di una famiglia televisiva importante, quella di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Che ricordi hai di quel periodo e, in particolar modo, del primo giorno di set?
Ai tempi lavoravo in radio ed ero anche in tournée con un bellissimo spettacolo teatrale. Un periodo positivo, molto bello. Ricordo bene i casting per ottenere quel provino e il mio approdo sul set, con non poca soggezione nei confronti di Raimondo e Sandra. Ricordo, addirittura, le parole del mio agente, Guidarino Guidi, quando mi contattò per dirmi che ero stata presa per questo importante lavoro. Mi disse di non fare nulla, alla mia richiesta di suggerirmi come comportarmi una volta in scena. Una frase illuminante, a tratti scioccante, ma utilissima. Di Vianello e della Mondaini ricordo l’amore che li univa, la forte alchimia che vi era tra loro. Un giorno Raimondo entrò in scena con una divisa da ammiraglio e Sandra gli andò incontro accarezzandolo e dicendogli, “quanto sei bello Raimondo”. Un momento emozionante, bellissimo. Successivamente, poi, ci ritrovammo a girare una scena con molti attori presenti sul set. Sandra cominciò a girare con un maglioncino a rete che le si era impigliato ovunque. Quando ci rendemmo conto dell’accaduto cominciammo a ridere come matti.
Sandra e Raimondo faranno per sempre parte della storia della televisione italiana..
Assolutamente! Ne sento ancora oggi la mancanza. Due persone umili, buone, divertenti.
Che rapporto hai avuto con loro, negli anni?
Un rapporto professionale, più che altro, basato su una grande stima e su un sincero affetto. Fuori dal set era quasi impossibile vedersi, diversamente i primi tempi, quando vivevano ancora a Roma. Prima mi chiedevi un aneddoto, ecco non potrò mai dimenticare la corsa che affrontammo insieme un giorno per prendere un pendolino. Nel corrervi dietro, chi con i tacchi e chi con le valigie, truccati ancora come lo eravamo poco prima in scena, Raimondo mi disse “ma guarda tu, cosa ci tocca fare. Dobbiamo andare in giro con questa tutta truccata”. Erano davvero fantastici! Ridere, con loro, era all’ordine del giorno.
Parlaci del tuo libro, “Scusi, lei fa teatro?”. Da cosa nasce la necessità di scrivere del tuo vissuto artistico e personale?
Nasce da una non necessità personale. Ho sempre avuto il timore di parlare di me, pensando di non avere le giuste competenze per poter scrivere. Il tutto, dunque, prende vita da un felice incontro con Massimiliano Beneggi, durante un’intervista. Beneggi mi chiamò e mi propose di scrivere questo libro, ma continuavo a sostenere di non esserne capace, chiedendogli, successivamente, di scriverlo al mio posto. Alla fine, ne è venuto fuori un lavoro a quattro mani, che corrisponde ad una lunga intervista. Un omaggio a Sandra e a Raimondo, a quei bellissimi tempi, passando poi per il mio amato teatro. Il titolo, “Scusi, lei fa teatro?”, nasce proprio da una domanda di Raimondo. Entrai nel panico, non sapendo cosa rispondergli. Alla fine risposi di si, e lui ne fu felice, perché volevano proprio una persona che amasse il teatro.
Recentemente, abbiamo avuto modo di vederti in “Fosca Innocenti”, su Canale5. Che esperienza è stata?
Un’esperienza bella, davvero buona. Lavorare accanto alla Incontrada è stato davvero piacevole. La stimo molto, sia come persona che lavorativamente parlando. Anche Cecilia Dazzi è molto gentile, deliziosa, così come la Noferini e Francesco Arca. Un personaggio, quello che mi è stato assegnato, toscano, forte, pratico.
È andata esattamente come speravi il tuo percorso di vita e artistico?
L’intenzione, sin da subito, era proprio quella di intraprendere questo percorso. Lacrime e pianti, all’inizio, poi decisi di iscrivermi alla facoltà di lingue e letteratura russa, dove eravamo quattro gatti. Grazie a questo, però, ebbi modo di conoscere un professore, un grandissimo intellettuale, Angelo Maria Ripellino, che organizzò uno spettacolo teatrale. Un regista, di conseguenza, mi si avvicinò mentre riprendevo i miei oggetti di scena, e mi scelse nella sua compagnia teatrale. Da lì è partito tutto.
Chi è Giorgia nella vita di tutti i giorni?
Mi piace stare con gli amici, organizzare cene, serate. Adoro, tra l’altro, leggere e guardare film, soprattutto di notte, senza disdegnare la grande passione per i fiori. Sono una persona semplice, amante del bel cinema.
Cosa prevede il futuro artistico di Giorgia Trasselli?
Potrete rivedermi nella seconda serie di “Fosca Innocenti”, per Mediaset. Inoltre, porterò nuovamente in scena lo spettacolo su Alda Merini e, prossimamente, porterò in scena uno spettacolo in Sicilia. Non ultimo, “Matilde”, caratterizzato da un personaggio inquietante. Al momento non so dirvi quando andrà in scena, ma saprò dirvi di più in futuro.