Chiara Tortorelli - Storia Pettegola di Napoli
Chiara Tortorelli - Storia Pettegola di Napoli

Storia Pettegola di Napoli, di Chiara Tortorelli

Oggi incontriamo la scrittrice Chiara Tortorelli, nata a Prato ma ormai napoletana di adozione da tempo.

Autrice di narrativa, ha pubblicato libri come “Noi due punto zero” e “Lilith, oltre alla tematica dei rapporti sentimentali oggi e della dimensione femminile, ci racconta della sua nuova fatica letteraria: Storia Pettegola di Napoli.

Qui potete trovare i suoi libri:

Benvenuta Chiara Tortorelli su La Gazzetta dello Spettacolo. E’ arrivata la tua nuova fatica letteraria, vuoi parlarcene?

Storia Pettegola di Napoli nasce dalla mia esigenza di sperimentare. Volevo raccontare Napoli e nello stesso tempo cimentarmi in un’opera di ricerca, unire insomma la saggistica, un genere nuovo per me, alla narrativa.
Perciò all’invito della casa editrice Newton Compton ho risposto con entusiasmo. Mi sono divertita nell’opera di ricerca e poi nel cercare di alternare alle vicende reali elementi romanzati…

Storia pettegola di Napoli: che rapporto hai con la città di Napoli?

Un rapporto controverso, pieno di contraddizioni, di amore e di insofferenza. Napoli è una città unica, intensa e fuori da ogni schema ma è anche una città difficile. La parte che più amo non è la parte della bellezza sfacciata, quella da cartolina del Vesuvio e del Lungomare. Amo il ventre, Spaccanapoli e i vicoli, il gomitolo di strade convulse e senza pace, la cupezza di certi angoli che non conoscono quiete, i segreti nascosti tra i Decumani, il misto di odori sensuali e nauseanti…

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Spesso racconti i rapporti sentimentali oggi e la dimensione femminile. Da dove nasce questo istinto?

Mi piace parlare d’amore. Credo che sia un po’ il fulcro del vivere. La vita per me è un bivio stretto tra morte e amore. Eros e Thanatos.
Bellezza e orrore. Mi piace indagare la fame di amore e la ricerca del senso attraverso l’amore. La dimensione femminile è un po’ il filo conduttore.
La donna abdica al potere per l’amore, perché è interessata all’oltre. Nell’amore c’è una sacralità che abbiamo dimenticato.

Cosa c’è nel futuro di Chiara Tortorelli?

E chi lo sa. Sono socratica. Coltivo testardamente il non sapere, mi piace esplorare l’inaspettato. Farmi sorprendere dalla vita. Più volte mi sono detta che ho attraversato tante vite. Sono stata creativa pubblicitaria, editor, formatrice, mi sono cimentata nel teatro, ho coltivato la mia parte più spirituale e misterica con l’astrologia evolutiva, i tarocchi come cammino iniziatico, sono stata teacher di enneagramma… Ora mi piacerebbe ritirarmi in un eremo a dipingere o suonare. Sono le arti che non ho mai coltivato. Eppure fanno parte della mia genealogia: mio padre dipingeva e mia nonna era concertista.

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