Eravamo abituati a imbatterci nella sensibilità e nel talento di Emiliano Reali leggendo i suoi libri oppure gli articoli che redige per Il Mattino e HuffPost.
L’eco del successo del romanzo “Bambi. Storia di una metamorfosi” (Avagliano) si fa ancora sentire -presentazioni in tutta Italia, varie ristampe – ma l’autore romano sembra davvero non volersi fermare.
Infatti a breve Reali firmerà due paragrafi di approfondimento dedicati al giornalismo e alla narrativa LGBTQ+ all’interno del volume universitario “Manuale di studi LGBTQIA+” (UTET), curato dai professori Fabio Corbisiero e Salvatore Monaco.
Ma la vera sorpresa è stata scoprire il suo nome all’interno di un progetto seriale davvero interessante prodotto dalla Lucky Red. “Refuge” è una serie podcast, disponibile su Amazon, Apple e Spotify, raccontata da Chiara Francini, liberamente ispirata alle storie delle ragazze e dei ragazzi che hanno trovato accoglienza e sostegno grazie al progetto Refuge, fondato da Fabrizio Marrazzo, che dispone di due case di accoglienza protette e in località segrete che ospitano giovani LGBTQ+, tutti vittime di discriminazione e di violenza. Violenza che molto spesso si manifesta all’interno della famiglia d’origine, ma non solo, spingendoli alla fuga. Ne parliamo con lui per la rubrica Libri e Scrittori.
Emiliano Reali, ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo. A distanza di un anno e mezzo dalla pubblicazione, cosa ti aspetti ancora da “Bambi. Storia di una metamorfosi”?
Sono molto soddisfatto dell’accoglienza che il pubblico e la critica hanno riservato alla mia Bambi, spero che quest’onda di interesse non si plachi e che porti all’ideazione di nuovi progetti, magari con protagonista proprio lei!
Puoi dirci qualcosa in più su questo volume universitario di prossima uscita?
Sono stato molto contento quando Fabio Corbisiero e Salvatore Monaco mi hanno proposto questa collaborazione. Loro immaginavano di affidarmi un approfondimento riguardo il giornalismo LGBTQ+, poi parlando abbiamo deciso di aggiungere anche un modulo relativo alla narrativa LGBTQ+ del quale sarei sempre stato io a occuparmi. Sono fiero del loro invito e soddisfatto del lavoro svolto.
Come sei arrivato a lavorare con la Lucky Red?
Andrea Occhipinti e Fabrizio Marrazzo avevano in cuore questo progetto. Serviva una persona che conoscesse realmente e dall’interno la realtà LGBT+, oltre che il mondo dei giovani, e si è pensato a me. È stata un’esperienza bellissima che spero si ripeterà, creare con le parole è ciò che più amo e mi dà un senso, e farlo anche in altri contesti che non siano esclusivamente quelli editoriali colora di stimoli e novità le mie giornate.
Progetti futuri di Emiliano Reali?
Uno bellissimo, ma non posso ancora dire nulla.