Incontriamo oggi Janet De Nardis, carica e prontissima per questa nuova edizione del Digital Media Fest, in un periodo storico dove sembra che i contenuti digitali siano la vera nota positiva per tenerci lontani da quello che sono i pensieri socio politici.
Preparazione, confronti e vicinanza ai giovani… questo è quanto ci racconta l’attrice e produttrice sulla nuova edizione!
Ciao Janet De Nardis e bentornata su La Gazzetta dello Spettacolo. Questo periodo storico non è tra i migliori, ma sembra che il mondo dell’entertainment digitale abbia ancora delle opportunità. Come stai vivendo la cosa?
Credo che per molto tempo ancora il digitale avrà e offrirà tantissime opportunità. La differenza è che ora le opportunità non sono solo per i giovani autori, per i creators che sperimentano i nuovi linguaggi, ma per tutti. Adesso il mercato dell’audiovisivo in generale e anche cinematografico in particolare deve trovare una nuova collocazione e certamente il web sarà luogo di confronto e scontro. E’ evidente che per le produzioni cinematografiche più piccole è un momento di grande respiro: si è accelerato il processo già in atto di ridefinizione delle “finestre” e anche dei criteri per l’attribuzione di punteggi in base alla distribuzione delle opere. E’ evidente che in questo scenario tutto può accadere e molto dipenderà dalle scelte verso cui si orienteranno i webnauti…
Parliamo di Digital Media Festival 2020. Cosa ci racconti?
Posso dirvi che nonostante la pandemia e forse proprio a causa della pandemia, la creatività non ha subito arresti, anzi c’è nuova linfa che scorre nelle immagini delle opere in concorso quest’anno. Dal 30 novembre al 2 dicembre ci aspettano tre giorni di incontri e confronto con i più giovani e talentuosi creativi della rete. Saranno molte le opere che faranno parlare gli esperti e spero che come ogni anno riusciremo a fare emergere nuovi autori che meritano di iniziare una brillante carriera. Avevamo previsto un’edizione dal vivo, ma con le nuove strette del Governo e con un inverno alle porte credo che saremo costretti a mettere in atto il piano B: la nostra prima edizione totalmente online.
Il bando del Festival è stato prorogato proprio in virtù della situazione socio-sanitaria italiana. Cosa ci dobbiamo aspettare da questa edizione?
Sicuramente un dibattito vivace. Permetteremo a giovani creativi di dialogare con importanti creators, registi e produttori italiani e internazionali. Credo che sarà una prova importante per il mondo indipendente italiano e sono certa che sarà divertente, ma anche istruttivo. Sono previsti anche workshop per aiutare chi lavora con la creatività a creare le giuste strategie per riuscire a promuovere al meglio le proprie opere.
Parliamo di Janet: che responsabilità ti senti addosso, nel portare avanti questa iniziativa con un settore (quello dello spettacolo), in piena crisi?
Penso che sia un impegno non da poco, ma la verità è che il peso (assolutamente positivo) di quest’avventura lo vivo con responsabilità da sempre, perchè lo spazio creato con il Digital Media Fest e prima con il Roma Web Fest permette concretamente un dialogo tra istituzioni , creativi, produzioni e brand. Ovviamente la realizzazione di un evento online, non avrà le stesse ricadute di una manifestazione che permette alle persone di guardarsi negli occhi, scambiarsi sorrisi e energie, ma dobbiamo fare il meglio di quanto ci è permesso, con la convinzione che è solo un altro ostacolo da superare per continuare a crescere e a vivere immersi nello straordinario mondo della creatività.
E Janet oltre il Festival su quale fronte è impegnata?
Su tantissimi, forse troppi. Sto lavorando ad un nuovo progetto cinematografico, questa volta per la realizzazione di un lungometraggio e nel frattempo sono felice di tutti i riconoscimenti che sto ricevendo per Punto di Rottura, un’opera visionaria scritta insieme a Marco Passiglia e realizzata grazie alla straordinaria collaborazione de I Licaoni. Prosegue anche la conduzione radiofonica su Rid 96.8 con il mio programma Incidentalis Arte e nei prossimi mesi andrà in onda “Il Boss delle Pizze” su Alice, un programma che ho condotto a discapito della dieta!! Inoltre, mi dedico con dedizione ai miei studenti dei corsi presso La Sapienza.
Sei anche una mamma e ti occupi di nuove generazioni parlando di digitale. Cosa vedi nel futuro per i giovani italiani?
Si, dico con orgoglio che sono una mamma molto presente con la mia bambina che mi rende felice e mi sorprende ogni giorno. Sono grata alla vita per quest’immensa allegria e ovviamente mi interrogo sul futuro. Da quando Joy è nata, ma soprattutto da quando interagisce attivamente come una piccola signorina, cerco di essere una persona migliore di quanto già non sia stata prima. Desidero che abbia un esempio da seguire, che possa essere orgogliosa di me, ma soprattutto che possa vedere il futuro con speranza ed entusiasmo. La cosa che più mi spaventa è la depressione e l’appiattimento culturale dilagante. Detesto il solo pensiero che la mia bambina possa vivere il sentimento di sconforto e rinuncia che spesso percepisco nelle persone. A volte ascolto i discorsi di chi non aspira a alcun tipo di crescita personale, ma vuole solo garantito uno stipendio per alzarsi tardi al mattino e gongolare senza obiettivi. Questo per me sarebbe un vero fallimento. Considero queste persone degli zombie. La vita è un bene preziosissimo e scorre rapida, per questo va consumata nel modo giusto, e va spremuta bene, in modo da non avere rimpianti e neanche rimorsi. Desidero per mia figlia e per tutti i giovani un’esistenza piena di emozioni, alla continua ricerca di nuove felicità, ma anche rivolta alla costruzione inarrestabile di un cammino che deve lasciare un segno nel lavoro, in una passione o nelle persone che toccano la nostra vita.