Stefania Zambrano. Foto dal Web
Stefania Zambrano. Foto dal Web

Stefania Zambrano: il mio corto per le nuove generazioni

Incontriamo nuovamente Stefania Zambrano, dopo l’ultima intervista con le sue confessioni nel voler diventare madre.

Bentornata su La Gazzetta dello Spettacolo, Stefania Zambrano. Da anni organizzatrice di eventi, quale passione ti ha spinto ad intraprendere questo percorso e quali soddisfazioni ti regala ancora oggi?

Creo eventi perché ognuno di noi merita le luci della ribalta… e chissà che la fortuna non le baci!

Recentemente hai esordito nelle vesti di produttrice cinematografica. A cosa devi ciò, Stefania, e quali consapevolezze caratterizzano questo nuovo percorso?

Il cinema deve testimoniare un periodo storico che appartiene a tutti. Ho sentito forte la necessità di dover dare un mio contributo alla cinematografia italiana, da battagliera napoletana quale sono. Ho capito, ascoltando le notizie dei media, guardando le varie fiction, che la parola camorra è quella che ha più share nei palinsesti. Ho dedicato del tempo a progettare questo docufilm per lasciare un messaggio alla nuova generazione: la camorra non è cultura ma solo dolore per se stessi e per il prossimo.

Il corto è caratterizzato da un forte messaggio, a tema sociale. Ti andrebbe di parlarcene?

A raccontarsi, nel film, tantissimi personaggi. Si parlerà della camorra e delle sue vittime. Testimonianze fatte anche da persone che non appartengono alla camorra. Avrebbe dovuto essere un documentario ma è poi diventato un film, altrimenti non avrebbe attirato l’attenzione delle nuove generazioni. Ho deciso di realizzare delle scene nella stessa Napoli. L’episodio più toccante, tra quelli raccontati, è stato quello della baby gang.

Persegui da tempo un percorso da attivista Lgbtq+ e, a tal proposito, cosa intendi dire a tutti coloro che ancora perseverano nell’errore se di diritti si parla?

Per anni, tutte noi della comunità LGBTQ+, abbiamo lavorato più che bene. Oggi, però, rischiamo di perdere tutto quello che abbiamo costruito e questo per colpa dell’attuale governo.

Stefania Zambrano, quanto ancora c’è da fare affinché questo mondo sia ancora più ‘aperto’ ad ogni tipo di scelta altrui?

Da fare c’è e ce ne sarà sempre, specie futuro. Bisogna ancora lavorare tanto per e con le nuove generazioni per farle vivere il più libere possibile. Nel 2013 è nato il Miss Trans Europa. Un modo per dare voce ad una comunità che oggi si chiama transgender. Di anno in anno la passione aumenta sempre più.

Guardando al futuro, cosa puoi anticiparci nei limiti del possibile?

In autunno presenterò il mio nuovo libro. Un progetto in cui credo molto…

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