Lingue di confine

Lingue di confine alla cineteca

Il progetto Lingue di confine, curato da Fabio Bruschi ed inserito sia nella stagione teatrale 2013/2014 che in altri programmi culturali, è dedicato ai neo-dialettali in poesia, teatro e cinema, tra italiano, dialetto e nuove parlate. Il capitolo di LDC che si apre ora dedica le sue attenzioni al cinema, con una rassegna di film italiani nei quali il linguaggio assume caratteri definiti e diventa aspetto fondante dell’opera, con particolare attenzione ai dialetti e alle parlate regionali, espressione di identità e allo stesso tempo di stranita contemporaneità. Un fenomeno, quello del “cinema del linguaggio”, che registra un ampio e plurale  coinvolgimento dei registi italiani mentre raccoglie un meritato successo in sala.

Lingue di confine

I film sono in programma presso la Cineteca Comunale di Rimini, alle ore 21, con ingresso libero.

Si parte martedì 4 febbraio con L’arbitro di Paolo Zucca, brillante commedia in bianco e nero con citazione da Amarcord, con Stefano Accorsi  nel ruolo di un arbitro trascinato in una vicenda di corruzione calcistica e spedito in Sardegna per arbitrare le combattute partite di due squadre locali, con un picaresco duello serrato che continua anche oltre i novanta minuti di gioco. Nel cast compaiono anche Geppi Cucciari e Francesco Pannofino.

Il film che di fatto ha aperto il nuovo corso del “cinema del linguaggio” è La capagira di Alessandro Piva (in programma martedì 11 febbraio), suo esordio del 1999, ritratto notturno e ben congegnato di piccoli malavitosi (nel cast Dino Abbrescia e Paolo Sassanelli) in quel di Bari, accolto con entusiasmo al Festival di Berlino ed insignito del David di Donatello, Ciak d’Oro e Nastro d’Argento nel 2000, tutti nella categoria “miglior regista esordiente”.

Altro caso cinematografico “linguistico” risalente al 2005 è l’esordio di Giorgio Diritti, Il vento fa il suo giro (in cartellone martedì 18 febbraio), opera sostenuta da un costante passaparola tra il pubblico che ha consentito al film lunghe permanenze in sala, come nel caso del Cinema Mexico di Milano dove il film è stato programmato per due anni. L’italiano, l’occitano e il francese sono le lingue che si intrecciano in questa difficile storia di integrazione, basata su un fatto realmente accaduto, per un pastore, ex professore di francese, che si è trasferito con la famiglia in un paesino nelle Alpi, dove non è accettato dalla chiusa comunità locale.

L’intervallo di Leonardo Di Costanzo realizzato nel 2012 (martedì 25 febbraio) ci porta invece in un “non luogo” di Napoli, un vasto complesso ospedaliero abbandonato, fantasmatica città nella città, dove un ragazzo, su incarico del giovane boss di quartiere, deve sorvegliare per una giornata intera una riottosa quindicenne, punita per la sua ritrosia dal camorrista: un “intervallo” nella vita quotidiana che porterà i due ragazzi a costruire un momentaneo ma significativo rapporto di amicizia.

Gli ultimi due appuntamenti , rispettivamente martedì 4 e martedì 11 marzo, si intrecciano con il teatro: il primo è La fondazione di e con Raffaello Baldini. Il video di Stefano Bisulli cattura un momento eccezionale e irripetibile, con il grande scrittore a interpretare – per la prima e unica volta – il suo celebre testo, fresco di scrittura, all’impronta. Il 4 aprile 2004, per la Stagione del Premio Riccione, che lo seguiva dall’esordio teatrale di Zitti tutti, il poeta e drammaturgo santarcangiolese, al posto del programma concordato,  in cartellone al Teatro del Mare , presenta inaspettatamente il suo terzo e ultimo monologo in dialetto, confermando una straordinaria forza interpretativa, di grande finezza e potenza, rapidità e precisione. Per il pubblico anche uno stimolante confronto ‘in differita’ con la recente proposta dello stesso testo, interpretata nella scorsa stagione teatrale riminese da Ivano Marescotti per la regia di Valerio Binasco. Il video sarà presentato da Stefano Bisulli e Fabio Bruschi. Il secondo è I brandelli delle Albe che abbiamo in testa: il Teatro delle Albe lavora fin dagli esordi sul dialetto come “lingua di scena”, lingua incarnata, barbarica, arcana, punto di contatto con i fantasmi degli antenati. Che si tratti del dialetto romagnolo (“lingua di ferro”, come la definisce Ermanna Montanari), o wolof, napoletano o veneto, il dialetto è mistero, ci porta in una dimensione insondabile.

In questo incontro per ‘Lingue di confine’  Marco Martinelli e gli attori delle Albe intraprendono un viaggio negli spettacoli e attraverso i personaggi che hanno segnato la storia della compagnia: da Ouverture Alcina a PANTANI, mostrando estratti video, ascoltando brani registrati o recitati dal vivo. L’incontro, coordinato da Fabio Bruschi, vedrà la presenza dello stesso Marco Martinelli  con i suoi attori, reduci dalla tournèe americana di Rumore d’acque e da PANTANI, in tour nei teatri di Romagna, atteso al Teatro Novelli di Rimini dal 7 al 9 marzo: la carismatica  Ermanna Montanari con Luigi Dadina e Roberto Magnani.

Su Redazione

Redazione Giornalistica

Lascia un commento