Una scena di Zoran, il mio nipote scemo.
Una scena di Zoran, il mio nipote scemo.

Zoran, il mio nipote scemo, recensione

Parliamo di Zoran, il mio nipote scemo. Il quarantenne Paolo (Giuseppe Battiston) è un ex giocatore di rugby che vive a Gorizia: lavora come cuoco nella mensa di un ospizio per anziani, trascorre le giornate all’osteria di Gustino e perseguita in maniera infantile l’ex moglie. Le sue abitudini vengono rotte quando nella sua vita si presenta Zoran, uno strano nipote sedicenne che non sapeva di avere.

Una scena di Zoran, il mio nipote scemo.
Una scena di Zoran, il mio nipote scemo.

Essendo l’unica persona che può prendersi cura di Zoran, Paolo dovrà ospitarlo in casa sua per sei giorni, il tempo necessario affinché i servizi sociali gli trovino una sistemazione in una casa famiglia. Scoprendo che Zoran è un fenomeno a lanciare freccette, Paolo decide di sfruttare la dote del nipote per prendersi una rivincita agli occhi del mondo.

Il film del regista Matteo Oleotto ha fatto si che la sua opera prima, si svolge in un piccolo paese della provincia friulana e gravita intorno a due nodi narrativi, il caso e l’occasione. Il caso, la morte improvvisa di una zia dimenticata e forse mai conosciuta, che offre al protagonista, interpretato dall’attore Giuseppe Battiston, l’occasione di dare una svolta alla propria esistenza, trasformandola, in esperienza di vita.

Il film – che ha ottenuto il premio del pubblico alla Settimana della critica dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia – è stato definito uno dei più felici casi cinematografici dell’anno appena trascorso.

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Redazione Giornalistica

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