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Riddick 3, la recensione

Nell’ormai lontano 2000 David Thowy diresse un film di fantascenza a basso budget chiamato “Pitch Black” che fu un successo di pubblico e critica. Esso lanciò Vin Diesel nel panorama cinematografico e divenne il primo capitolo di un franchise.

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Se il primo capitolo era ben realizzato con una fotografia curata e una regia semplice ma immersiva senza contare la frizzante sceneggiatura il suo sequel non era agli stessi livelli: “The Chronicles Of Riddick” (2004) soffre di tanti difetti ma su tutti quello di dare a Vin Diesel la parte di unico protagonista: non una mossa sbagliata, attenzione, ma l’equilibrio tra gli attori nel primo film riusciva a mantenere equilibrio anche nella sceneggiatura, cosa che qui non accade; il secondo capitolo è un film moscio e con poca grinta che trasforma in negativo tutto ciò che di positivo aveva il primo capitolo.

Il terzo capitolo della saga è arrivato nelle nostre sale lo scorso 5 settembre con una sinossi non proprio entusiasmante: il film avrebbe avuto dei collegamenti con i precedenti due capitoli ma non si parla di un vero e proprio sequel; questo “Riddick” altro non è che l’inizio di una nuova trilogia di cui non c’era assolutamente bisogno. Il rischio di ricadere nell’errore fatto con il secondo capitolo c’era ma per fortuna ciò non accade o almeno non completamente.

“Riddick” è un film ambiguo che non trova ne la promozione ne la declassazione; insomma una via di mezzo con cose positive e negative. Il film in questione è un buon prodotto di fantascenza che rispetta tutti i canoni del genere; esso riesce a intrattenere per tutta la sua durata ma a visione completa i 119 minuti passati sembrano troppo dispersivi: qualcosa poteva essere tagliata tranquillamente. Uno degli aspetti più negativi del film è la solita, estremamente discutibile e indecente CGI: ancora una volta nonostante l’elevato budget ci troviamo di fronte ad una CGI brutta e scadente e non è concepibile averla oggi giorno. Come se questo non bastasse la sceneggiatura risulta discutibile in più di una circostanza: diversi avvenimenti legati ai precedenti capitoli risultano cronologicamente sbagliati e abbassano il valore della pellicola; come terzo capitolo in se non troviamo buchi nella storia ma abbiamo un’eccessiva leggerezza nell’orchestrare tutte le sequenze creando dei punti di basso livello. La regia non funziona in maniera eccelsa ma le sequenze più frenetiche (il film inoltre risulta molto più violento rispetto ai precedenti capitoli) risultano comunque chiare: il calo registico dal primo film si nota eccome…

Il film dimostra di saper intrattenere anche grazie al tasso comico presente che non stona con il resto del girato.

Diesel (produttore del film) contento della possibilità di strafare con il personaggio mette in scena un personaggio interessante: sappiamo che le doti attoriali di Diesel non siano particolarmente eccelse ma riesce comunque a sfornare buone interpretazioni nonostante non abbia una vasta gamma di espressioni facciali. Tra i tanti attori presenti troviamo Karl Urban (che fa un piccolo cammeo) e Dave Bautista l’ex wrestler che sforna una buona interpretazione rispetto a quella scadente ne “L’uomo con i pugni di ferro“: perché far recitare personaggi (lo chiamo attore?) come lui?
In conclusione: “Riddick” è un film riuscito a metà: buone le interpretazioni, l’intrattenimento e le sequenze d’azione ma non funzionano diversi elementi della sceneggiatura, la CGI e la leggerezza di alcuni elementi che lo penalizzano ma che non lo bocciano del tutto.

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Redazione Giornalistica

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