La notte del giudizio

La notte del giudizio, il film

Ormai di film horror-thriller ne vediamo tanti ma nessuno di questi riesce ad emergere in innovazione. Poi, spuntò “La Notte Del Giudizio” (“The Purge” ossia “lo sfogo, la purificazione” il titolo originale: traduzione non letterale che comunque ci può stare) che parte da un’idea di fondo geniale: futuro prossimo anno 2022, in America non ci sono più omicidi perché una sola notte all’anno si può fare qualsiasi criminalità senza scontare pene. Idea geniale così come il concetto di basare un film tutto sulla critica della società di adesso: istigare il popolo alla violenza. Peccato che l’unica cosa geniale del film rimanga l’idea, in fin dei conti.

Una scena de La notte del giudizio
Una scena de La notte del giudizio

Perché “La Notte Del Giudizio” non funziona in più di una circostanza e porta il giudizio finale a essere negativo. Il film parte in maniera molto valida con dei titoli di testa davvero inquietanti che vanno a sfociare in un primo tempo ottimo sotto diversi punti di vista: stile di regia, messa in scena e fotografia sono semplici ma con una freddezza e una cautela tale da rendere il tutto pesante e inquietante, in attesa di ciò che sarebbe successo.

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Nel secondo tempo purtroppo accade l’impensabile ossia che tutto ciò che di buono avevamo visto nella prima frazione sparisce per far spazio ad una sceneggiatura che precipita verso il nulla assoluto. Avere una buona idea di partenza non vuol dire per forza realizzare un buon film: quest’idea dev’essere accudita, lavorata e messa in scena con cura e non abbandonarla per far spazio al banale e al ridicolo. Diversi elementi della storia non trovano una risposta che porta a degli avvenimenti che non hanno nessun senso all’interno della storyline. I personaggi sembrano nascere in maniera buona ma si perdono con una scrittura scordinata e sbagliata di dialoghi (a volte sembra proprio che essi siano stati montati male) e una sequenza continua di azioni ridicole e senza senso che inequivocabilmente scadono nel cliché.

DeMonaco riesce a partorire un’ottima idea ma non riesce ad affermarla sia sullo sviluppo della storia sia sulla coerenza registica: alcune sequenze sembrano essere eccessivamente poco chiare facendo perdere il senso del momento allo spettatore. Purtroppo la pellicola si trasforma in qualcosa di poco professionale e mal messo in scena lasciando come unica nota positiva la buona fotografia e la buona tensione nella parte iniziale che si perde del tutto durante il film. Le scene d’azione risultano ripetitive e poco chiare dal punto di vista registico. Per quanto riguarda le prestazioni attoriali se ne salvano poche: Ethan Hawke mette in scena un personaggio poco chiaro per tutto il film che risulta molto meno caratterizzato di quello già altalenante di “Sinister” che alla fine non funziona.

Rhys Wakefield, il capo dei purificatori risulta essere un personaggio splendido e inquietante allo stesso tempo ed è una delle poche cose che lascia un sorriso (metaforico ovviamente) a fine visione. Lena Headey è l’unico personaggio coerente nell’intera pellicola che non va mai oltre il ridicolo (o almeno quasi) e resta sempre nel ruolo assegnatole: purtroppo i due figli della coppia sono tutto l’opposto: Adelaide Kane e Arija Bareikis non funzionano fin dalle prime battute e dalle prime inquadrature risultando alla fine inutile lei e irritante lui.

In conclusione “La Notte Del Giudizio” è un’occasione mancata per quella che poteva essere una piccola perla di critica sociale che sfocia nel banale e nel ridicolo a causa per una mancata cura nella sceneggiatura. Buona la regia nel primo tempo e la fotografia ma per il resto non si salva più nulla.

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Redazione Giornalistica

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