Chi è Dayani Cristal?, la recensione

Dayani

Partire è un po’ morire”. Recita così una parte della cosiddetta preghiera del migrante, che Gael García Bernal ci fa ascoltare fin dall’inizio di Chi è Dayani Cristal? il film documentario made in Messico, presentato lo scorso anno al Sundance e al New York Film Festival (in uscita da noi giovedi 20 novembre), che lo vede non solo protagonista ma anche regista assieme a Marc Silver (molto attivo come documentarista per BBC e Channel 4). Solo una parte ma la più importante, capace com’è di tenere strette insieme in una frase la speranza e anche la sofferenza, che sovente conduce alla morte, di quei milioni di migranti che ogni giorno lasciano il povero paese d’origine per il ricco paese vicino in cui (provare a) iniziare una nuova vita. È quello che ha evidentemente cercato di fare il Dayani Cristal del titolo, almeno fino al momento in cui, senza vita, crolla sotto il sole cocente del deserto del Sonora, dove viene poi ritrovato dalla Polizia di Frontiera dell’Arizona.

Senza documenti ma con un tatuaggio che recita appunto “Dayani Cristal”, l’uomo diventa un vero e proprio mistero da svelare per le forze dell’ordine, mentre per chi vuole dargli degna sepoltura è diventato un altro di quei migranti che speravano di dare una svolta alla drammatica esistenza a cui mai ci si abitua. Quella drammatica esistenza che chi prova a lasciare il Messico alle proprie spalle per cercare un posto migliore negli Stati Uniti (o quanto meno per provare a sopravvivere) conosce bene, come nel caso raccontato in questa pellicola. Che prova a farci entrare in questo mondo stanco, disilluso ma mai del tutto, e lo fa con garbo, quasi in punta di piedi. Mostrando tutta la dolce veemenza con cui il protagonista di I diari della motocicletta (2004) ci ha sempre incantati sullo schermo, ma che qui mette soprattutto dietro la macchina da presa, in quella che è la sua prima opera da regista (cortometraggi a parte). Per raccontare una pagina di storia fin troppo attuale e pungente del suo Messico, da lui così amato, ma soprattutto dilaniato da storie come quella del povero Dayani Cristal. Che sono destinate a ripetersi per sempre?

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Redazione Giornalistica

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