Ma io non sono (titolo originale But I Am Not) è un ambizioso progetto italiano che vede coinvolti, a fianco del regista autore e produttore Luigi Alberton, il centro di ricerca artistica Immaginario Sonoro (PD) e il Museo della Grande Guerra “Tre Sassi” (BL).
Il film, attualmente in fase di pre-produzione, verrà girato sulle colline trevigiane – in particolare nel borgo medievale di Asolo – e sulle Dolomiti Orientali, nei luoghi della Grande Guerra, coinvolgendo anche gli abitanti di questi territori.
Nel film si intrecciano tre linee temporali, perdendo spesso i loro confini in un gioco sottile e orchestrale di echi, consonanze e “ponti”. Nel presente, il giovane Alessio combatte la sua guerra personale alla ricerca dell’origine delle sue ossessioni. Nel passato storico, un pugno di uomini guidati dal valoroso sottotenente Mario Fusetti, conquista per un giorno solo, il 18 ottobre 1915, la vetta del Sasso della Strega. Nel passato immaginato, all’inizio del Novecento, si dipana la vita di alcuni di quei soldati, anch’essa una guerra: per vivere ed essere pienamente se stessi.
“Ma io non sono” non è un film ‘di guerra’, ma è un film ‘sulla guerra’ che ciascuno di noi è chiamato a combattere, per superare quella negazione e quell’incompiutezza che anche il titolo richiama. “Noi non siamo” ciò che gli altri vedono (o vogliono vedere) di noi. È forse questo il fil rouge del film.
Il teaser trailer è stato presentato in anteprima il 18 ottobre scorso, a 99 anni dalla battaglia, nella Sala Consiliare di Asolo (TV).
Tra i presenti, oltre ad alcuni protagonisti, Federico Rossi, Antonio Pauletta, Francesco Roder, Paola Masciadrie Sara Tamburello, e a Franz Brunner e Loris Lancedelli, rispettivamente guida storica e direttore del Museo Tre Sassi (comparsi purecome attori), naturalmente il regista Luigi Alberton col suo team.
“In una sorta di cortocircuito temporale” racconta Alberton “ il giovane protagonista Alessio rivive la guerra ‘sulla propria pelle’, scoprendo inaspettatamente qualcosa di sé che lo cambierà nel profondo. La memoria ‘evolutiva’ come forma di consapevolezza di sé è infatti uno dei temi ricorrenti della mia ricerca. In questo film esploro in particolare le ragioni fondamentali che muovono le nostre azioni e ci tengono attaccati alla vita: gli affetti autentici, nelle loro molteplici forme, tra cui anche un delicato e inespresso amore omosessuale.”.