Dal Festival di Venezia, dov’è stato presentato fuori concorso, alle sale, dove la sua regista lo accompagna con passione e furore: domenica 12 ottobre Sabina Guzzanti presenterà La trattativa al pubblico del Visionario di Udine (appuntamento alle 18.30) e di Cinemazero di Pordenone (appuntamento alle 20.30)! Il docu-film, che si avvale della fotografia di Daniele Ciprì e della colonna sonora di Nicola Piovani, vede impegnata nel cast la stessa Guzzanti e un gruppo affiatatissimo, che va da Enzo Lombardo a Ninni Bruschetta.
Ma lasciamo la parola a Sabina: «Sento che spesso i registi nelle interviste, alla domanda ‘Cosa ti piace del tuo mestiere?’, rispondono ‘Mi piace raccontare delle storie’. È un ottimo modo per dare una risposta breve a una domanda impossibile, ma certo suona un po’ come una banalità. Eppure se mi domandassero ora ‘Cosa ti è piaciuto nel realizzare questo film?’ risponderei ‘Mi è piaciuto riuscire a raccontare questa storia’». Che storia racconta, dunque, La trattativa?
Di cosa si parla quando si parla di trattativa? Delle concessioni dello stato alla mafia in cambio della cessazione delle stragi? Di chi ha assassinato Falcone e Borsellino? Dell’eterna convivenza fra mafia e politica? Fra mafia e chiesa? Fra mafia e forze dell’ordine? O c’è anche dell’altro? Un gruppo di attori mette in scena gli episodi più rilevanti della vicenda nota come trattativa stato mafia, impersonando mafiosi, agenti dei servizi segreti, alti ufficiali, magistrati, vittime e assassini, massoni, persone oneste e coraggiose e persone coraggiose fino a un certo punto. Così una delle vicende più intricate della nostra storia diventa un racconto appassionante che riesce a far ridere anche dove c’è solo da piangere, senza dimenticare nessun protagonista della vicenda. Questo tremendo ritratto si compone di interventi di politici, malavitosi, ufficiali delle forze dell’ordine, massoni, agenti dei servizi segreti, magistrati, non dimenticando nemmeno il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che i giudici della Corte d’Assise dovranno sentire a fine mese.
Dopo una lunga esperienza televisiva in programmi cult come Avanzi e Tunnel, dove ha partecipato come autrice e interprete, Sabina Guzzanti ha focalizzato la sua attenzione sugli eventi bui della storia contemporanea italiana. Il bavaglio messo a Raiot (novembre 2013) l’ha portata a girare il film documentario Viva Zapatero! (2005), con l’intento di denunciare la scarsa libertà di espressione presente nel nostro Paese, riscuotendo un grande successo di pubblico. È poi tornata alla regia nel 2007 con Le ragioni dell’aragosta, commedia che riunisce nel cast tutti gli attori di Avanzi.
I suoi lavori generano polemiche e critiche dai media, ma il pubblico continua a darle grande fiducia. Draquila – L’Italia Che Trema (2010) – presentato al Festival di Cannes – è il suo quarto lungometraggio: un reportage sugli eventi legati al terremoto dell’Aquila e un racconto intenso e sconvolgente su come la svolta autoritaria incida sulle persone comuni. Franca, la prima (2011) è, invece, il suo personale omaggio, sotto forma di documentario-intervista, a una delle più grandi attrici italiane: Franca Valeri.