Marco Vivio
Marco Vivio

Marco Vivio: attore per caso

Attore, doppiatore e tanto di più, Marco Vivio. Una carriera iniziata da giovane e che, ancora oggi, continua a regalargli grandi soddisfazioni. Lo ricordiamo tutti in “Orgoglio”, “Tutta colpa del paradiso” e in tanti altri film e fiction di rilievo.

Una carriera impegnata che, a breve, gli regalerà nuovi artisti da doppiare, sempre nuovi lavori da affrontare. Vi lasciamo a questa nostra intervista, a questo viaggio nei ricordi e nel presente.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Marco Vivio. Come stai?

Benissimo! Sono preso da mille impegni, dal prestare la voce a tanti personaggi. E, ti dirò, sono felice così, di correre da uno studio di doppiaggio all’altro.

Come ha avuto inizio il tuo percorso da attore?

Il mio percorso da attore ha avuto inizio per caso. Mio fratello, di qualche anno più grande, fu fermato per strada, dopo scuola, da un agente e gli venne proposto di fare dei provini, di realizzare delle foto. Da lì è nato tutto e, durante un suo shooting, venne chiesto anche a me di scattare delle foto. Avevo quattro anni quando mi fu proposto di prendere parte ad un primo film.

Attore e, allo stesso tempo, conduttore. Come ti sei preparato ad affrontare questa nuova avventura?

Un’esperienza nuova per me, particolare. Ho cercato di creare un mio stile colloquiale, semplice, diretto. Ho voluto portare un qualcosa di importante in maniera giusta, catturando l’attenzione di tutti senza elevarsi a giudice, apportando qualcosa di differente.

Quanto c’è di te in ogni lavoro portato in scena?

Tanto, sicuramente. Non manca la mia emotività nei lavori, la mia sensibilità, così come nel doppiaggio. Il lavoro dell’artista consiste proprio in questo, nel mettere la propria arte al servizio del personaggio. Non potrebbe essere diversamente.

Un ruolo, tra quelli interpretati, che ti piacerebbe poter riportare in vita?

Tanti, sicuramente, a partire da tutti i supereroi interpretati. Personaggi ricchi di sfumature. Potrei citare anche tanti altri personaggi complessi che, a loro modo, mi piacerebbe riportare in vita, come Tobey Maguire ne Il Grande Gatsby oppure il King Arthur di Charlie Hunnam.

Chi è Marco Vivio nella vita di tutti i giorni?

Sono una persona impegnata, lavorativamente parlando, così come lo sono con il mio bimbo, che ha undici anni. Anche lui, seppur piccolo, ha intrapreso la sua carriera nel doppiaggio, seppure per gioco, al momento. Mi auguro che possa crescere sempre più in questo ambito, senza perdere di vista il suo vissuto personale. Nel mio piccolo, inoltre, amo giocare a calcio. Sono vice presidente della Italiana Attori, di cui mi occupo con cura, e che prende tanto del mio quotidiano. Non disdegno, inoltre, la possibilità di poter godere della mia città, che amo molto. Sono sempre attivissimo, in pieno fermento.

Sogni e passioni di Marco Vivio..

Il mio lavoro è la mia reale passione. Mi permette di spaziare da un personaggio all’altro, di crescere, di migliorarmi giorno dopo giorno. Desidero potermi perfezionarmi, appunto, sempre più interpretando personaggi ancora più complessi, ricchi di sfaccettature. Se di altri sogni parliamo, mi auguro di poter visitare sempre più posti nel mondo, esplorando nuove religioni, culture e non solo.

Cosa prevede il futuro artistico di Marco Vivio?

Tante serie televisive per Netflix ed altri film importanti come, “The Gray Man”, con Chris Evans. Adoro accompagnare questo attore, cosa che capita ormai da tempo, e questo mi gratifica. Si tratta di un artista non solo bello ma anche molto bravo. Non posso anticiparvi altro, posso soltanto dirvi che il prossimo anno vi è un progetto importante in ballo. Inoltre mi piacerebbe dedicarmi nuovamente alla conduzione.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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