Roberta Caronia
Roberta Caronia

Roberta Caronia: la mia Marilù Balsamo

Roberta Caronia, nei prossimi giorni, sarà parte integrante della miniserie targata Rai 1, “Solo per passione”, dedicata alla fotografa Letizia Battaglia.

Un ruolo chiave, il suo, di cui ci parla in questa nostra intervista, in un periodo di ripresa, di pieno fervore. Una richiesta parte da parte di Roberta, che gli attori non siano lasciati ad una profonda solitudine, specie dopo l’avvicendarsi della pandemia da Covid-19.

Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Roberta Caronia. Come stai?

Abbastanza bene! Si avvicina l’estate, il tutto è faticoso, ma per il resto bene, grazie.

Presto potremo vederti nella fiction, “Solo per passione”, realizzata in onore di Letizia Battaglia, straordinaria Fotografa italiana e non solo. Che esperienza è stata per te?

Si è trattato di un’esperienza bellissima. L’idea di raccontare una storia legata ad un personaggio di Palermo, la mia città, mi ha resa davvero felice. Tra l’altro ho avuto il piacere di lavorare con Isabella Ragonese e con il regista Roberto Andò, cosa non da poco. Non posso che essere soddisfatta, appagata.

Un ruolo determinante, il tuo, dal momento in cui è proprio il tuo personaggio, Marilù Balsamo, a fornire, a mo’ di regalo, la prima macchina fotografica alla Battaglia. Cosa puoi dirci a riguardo?

La signora Marilù Balsamo, una delle più care amiche della Battaglia, ha attraversato la vita di Letizia per moltissimi anni, sino alla fine dei suoi giorni. Ho avuto il piacere di conoscerla, tra l’altro. Hanno avuto due percorsi diversi, davvero differenti, ma sono state comunque legate da un filo forte, seppure una abbia avuto modo di studiare ed avere dei figli e l’altra nulla di tutto questo. Alla fine credo che tutto ciò che è stato raccontato sia un concetto molto forte, quello di sorellanza. Due donne, non sorelle, che si trovano ad affrontare dolori, vicissitudini, e quanto altro, sempre l’una accanto all’altra. Due donne complici, affini, forti, unite. Questo pensiero, più di tutto, mi ha spinta ad andare avanti durante la lavorazione di questa miniserie.

Una miniserie che, appunto, parla anche di una forte amicizia. Potrebbe sembrare banale, ma quanto contano i rapporti umani nel tuo vissuto?

Contano molto, inevitabilmente. Quando hai vent’anni pensi di essere legata a qualcuno, ma ti rendi poi conto che i rapporti reali, forti, sono quelli che sviluppi nel tempo.

Abbiamo avuto modo di incontrarci, telefonicamente parlando, qualche tempo fa per parlare della tua passione per la recitazione, per il teatro. Come procede il tutto?

Ho appena terminato la tournée di un nuovo monologo e di “Giulietta”. Al momento non vi sarà altro teatro nel mio vissuto, se non per il prossimo anno. Cerco, da sempre, di scegliere progetti a cui sono affine, anche se ciò non è sempre facile. Penso, ad ogni modo, che sia questo il lavoro che deve fare l’attore, in base agli autori che si incontrano, ai testi, alle sceneggiature. Al momento non posso anticiparvi nulla ma sono in fase di progettazione. Saprò dirvi di più in futuro.

Quanto pensi sia cambiato il mestiere dell’attore negli ultimi anni?

Molto. Si gioca ancora a fare sul serio, ma è comunque cambiato. Per due anni non ho saputo se potevo andare o meno in scena, abituandoci ad interfacciarci con provini video, pratiche solitarie. L’attore vive un periodo “povero”, quando invece dovremmo avere maggiore rapporto con il pubblico. Mi auguro possa delinearsi una strada in cui vi sia minore solitudine e maggiore comprensione e rispetto per questo mestiere.

Sogni e progetti futuri di Roberta Caronia?

Mi piacerebbe continuare a fare il lavoro che faccio, senza subire alcun cambiamento. Viviamo in bilico, su una ruota che continua a scendere e salire. Cerco, ad ogni modo, di continuare a saperlo conciliare, senza accantonare mai mio figlio, tutto ciò che vivo.

Viviamo ancora un periodo particolare, caratterizzato da una guerra, dopo aver “subito” una pandemia, ancora presente nel nostro vissuto. Cosa ti auguri per il tuo futuro e per quello di tuo figlio?

Mio figlio non vuole vedere alcuna immagine vicina alla guerra. Ne è angosciato, spaventato, nei suoi soli otto anni d’età. Mi auguro che questi bambini non entrino mai in confidenza con un mondo così alterato. Sembra ovvio, oggi, parlare di Covid-19, di mascherine e quanto altro. Sono contenta che mi chieda di spegnere la televisione, perché vuol dire che non si è ancora abituato a tutto ciò. Mi auguro che possa esserci presto una normalità, un ritorno ad un’infanzia innocente.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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