Abbiamo incontrato Dora Di Mauro, attrice di recente vista in Don Matteo
Un diploma ottenuto nella prestigiosa Accademia del Piccolo Teatro di Milano, una recentissima partecipazione alla fortunata fiction “Don Matteo”, tanti progetti da realizzare in un futuro a breve termine. Dora Di Mauro non si ferma mai, intraprendente e decisa più che mai, capace di passare dalla tv al grande schermo senza dimenticare quel palcoscenico su cui si è formata. Nativa di Trieste, trasferitasi a Milano per lavoro, alla soglia dei trent’anni è pronta per compiere il grande passo verso qualcosa che la realizzi davvero. Il segreto? Non accontentarsi mai. E il suo volto fresco e genuino sta iniziando a rimbalzare nel mondo del web e degli addetti ai lavori. Insomma: la scalata verso la gloria è iniziata.
Ma Dora Di Mauro, attrice dai molti volti, chi è davvero?
Non è facile definirsi da sé. Credo di essere tantissime cose, in continua evoluzione, a seconda del tempo, delle circostanze, delle persone con cui mi relaziono, e che mi rendono ciò che sono. Mi trasformo ogni giorno in una donna, un’attrice, una figlia, un’amante. Sono una persona che ama la vita in tutte le sue forme, che si stupisce come una bambina di fronte a quelle che sembrano le cose più semplici o naturali, come la nascita di una nuova creatura, o del fatto che proprio adesso, mentre sto parlando, la Terra si muova… e noi con essa: è un pensiero che mi ha sempre fatto impazzire!
Lavorativamente parlando, un’attrice che ha smesso di essere emergente e sta cercando di affermarsi.
Sono sicuramente una ragazza che sta lottando con tutte le sue forze per realizzare i propri obbiettivi lavorativi e personali, per dare un senso alla sua vita e goderla appieno.
Una carriera che inizia da lontano e prosegue con collaborazioni di prestigio.
Mi sono voluta formare in un’accademia d’arte drammatica di alto livello, come la scuola del Piccolo Teatro, per ricevere così quelle competenze professionali che potessero fare di me, non solo una ragazza esteticamente gradevole, ma innanzitutto un’attrice capace, versatile, con un proprio bagaglio culturale e degli strumenti adatti ad affrontare più o meno ogni tipo di richiesta lavorativa. Pertanto ho iniziato già a scuola a lavorare con un grande maestro come Luca Ronconi, da cui ho ricevuto degli straordinari insegnamenti. E una volta diplomata al Piccolo sono stata presa in uno spettacolo, il cui testo è stato scritto dalla Comencini, nel ruolo di protagonista assieme alla grande Manuela Kustermann.
Ed è stato quello un primo trampolino di lancio verso il successo.
Da lì in poi hanno fatto seguito vari lavori, come cortometraggi, doppiaggio, episodi pilota di serie web, uno spettacolo portato allo Stabile di Trieste, circa un anno fa, intitolato “La memoria di Medea”, in cui ho recitato sola in scena un bellissimo monologo femminile: difficile, ma molto gratificante stando al riscontro del pubblico emozionato e commosso. Da ultimo, la mia partecipazione alla fiction Rai Don Matteo. Diciamo che ho ricordato i momenti più importanti della mia giovane carriera.
Ma da piccola sognavi di essere quella che oggi sei?
[ride] No, da piccola volevo fare tutt’altro! All’età di circa quattro anni ho cominciato a dire che avrei voluto fare il veterinario da grande, poi verso i 10 anni il medico. Per fortuna ho realizzato ben presto che sarei stata completamente negata per quel tipo di lavoro, essendo un vero impiastro nelle scienze e materie annesse! Sarebbe stato tremendamente faticoso e frustrante non capirci un accidenti! Così all’età di 13 anni, grazie a Dio, è arrivata quella che io chiamo “illuminazione” o “richiamo” e seppi nell’immediato quale volevo che fosse la mia strada. Una mia particolarità è stata da sempre quella di avere le idee ben chiare su cosa fare o essere, come se fin da bambina avessi bisogno di uno scopo, di un progetto verso cui proiettarmi per sentirmi stimolata.
Abbiamo detto: Dora Di Mauro protagonista al cinema, in teatro e in tv. Ma quale mezzo preferisci?
Senz’altro il cinema, e la televisione se fatta bene. Prediligo quello che forse può essere definito il linguaggio audiovisivo; una forma di interazione più “naturale”, “fluida” o spontanea che dir si voglia, dove un piccolissimo gesto come un semplice movimento degli occhi, un inarcarsi del sopracciglio, o una parola appena sussurrata acquistano un valore narrativo ed emotivo eccezionale. Te lo dice una che comunque viene dal teatro, si è formata partendo da esso, e quando capita l’occasione lo fa! Bisogna dire che quell’adrenalina che provi prima di andare in scena, sul palco, sapendo che sei “in diretta”, che non puoi permetterti di sbagliare, e quell’irripetibilità del Hic et Nunc connesso a quell’invisibile interazione fra te e il pubblico non si può sperimentare se non lì. Ma la mia preferenza, senza sovrastrutture culturali ,senza intellettualismi, a cuore aperto resta comunque il cinema e alcune serie tv. Sarebbe sicuramente in quell’ambito che mi piacerebbe continuare a lavorare e a fare esperienza.
Cosa vuol dire ricoprire un ruolo davanti ad una platea?
Se la si intende per calarsi in una parte e dar vita a un personaggio, significa entrare ed uscire continuamente da te stesso, in un dialogo sottile ed estremamente complesso. In quel momento, nella fase creativa, sei qualcosa di diverso da te: ti muovi, parli, respiri, pensi in maniera differente… e provi emozioni anche differenti. Ma al contempo è come se nella tua testa ci fosse una sorta di grillo parlante che monitora ciò che sta avvenendo, ti ricorda le battute che devi dire, o le esatte azioni che devi fare, in un percorso narrativo ed emotivo già prestabilito che devi diligentemente rispettare. E in questo modo il personaggio vive con te, frutto autentico e pur sempre originale di ciò che hai catturato dall’esterno, dall’osservazione della realtà che ti circonda e dall’interno, dai tuoi ricordi, dalle tue esperienze e dalla tua memoria emotiva. Quello che mi piace definire: un meraviglioso impasto di anime!
Don Matteo: che esperienza è stata?
Un’esperienza piacevolissima, in cui mi sono davvero divertita come non capitava da tempo! E’ stato molto interessante collaborare con una grossa produzione come la Lux Vide, organizzata in una squadra di professionisti efficienti, seri e puntuali, che in maniera capillare lavorano su molteplici fronti per garantire il successo di prodotti popolari come la serie tv Don Matteo. Sul set si respirava un’aria altamente professionale e al contempo di grande umanità. Ho avuto il piacere di conoscere e lavorare con dei bravi attori che mi hanno arricchito, non solo professionalmente. Una meravigliosa opportunità anche per approdare nel piccolo schermo, a cui spero ne seguiranno molte altre.
Fuor di personaggio, chi è Dora Di Mauro nella vita reale?
E’ una persona che crede nell’amore; nell’amore in senso lato, e che questo sia il motore primo che sposta l’universo; e poi solare, testarda, passionale e perfezionista, quasi mai soddisfatta del suo operato. Un po’ tormentata come gran parte degli artisti, con tutte le sue contraddizioni, le sue paure ma anche i suoi sogni decisa a realizzare.
Nella vita reale ti piace mostrarti?
Dipende cosa intendi! Fuori dalle scene, sono una ragazza piuttosto introversa, o comunque so di essere una persona affabile, spiritosa, loquace, e dinamica a livello intellettivo, ma non mi piace “esagerare”, colpire l’attenzione dell’altro esibendo quasi aggressivamente me stessa o il mio corpo. Certo che un po’ per vanità femminile ammetto che mi piace essere guardata, corteggiata, suscitare l’interesse dell’altro, ma mi piace un tipo di espressione molto più “soft”, in cui esiste un piano d’ascolto ed un’interazione fra le parti più equilibrata, e a volte, proprio in questo modo senza neanche accorgermene, passo al centro dell’attenzione.
La bellezza è stata un plus nella tua carriera?
Beh… dipende. Certamente aiuta, ma è anche un’arma a doppio taglio. Senz’altro, senza essere ipocriti, ti facilita nei rapporti umani, in quella fase della prima conoscenza che ti permette di cogliere l’attenzione dell’altro, ma spesso può suscitare anche altre forme di situazioni e di interessi molto più ambigui. Insomma, ci si rischia di impantanare senza più l’essere considerata in primis a livello lavorativo, per ciò che sei e quanto vali, innanzitutto come attrice. Sono però altrettanto convinta che se sei soltanto bella, senza avere talento e competenze, duri poco.
Guardiamo al futuro: dove ti immagini tra dieci anni?
[ride] Preferisco non vedermi! Ho tantissimi progetti, sogni ancora da realizzare, esperienze che voglio fare umanamente e a livello lavorativo! Forse fra 10 anni mi piacerebbe credere di averne concretizzati almeno un quinto e di esserne orgogliosa! Ma come si suol dire: carpe diem!