Margherita Laterza

Intervista a Margherita Laterza: Vi racconto il mio paradiso

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Cresce il successo della fiction Il Paradiso delle signore. Anche ieri la fortunata fiction di Rai 1 con la sua settima puntata  ha sfiorato i sei milioni di spettatori e ha superato il film «Quasi amici». La Gazzetta dello Spettacolo ha incontrato una delle giovani protagoniste del Paradiso: l’attrice Margherita Laterza. Una giovane donna con un personaggio particolare e così distante dal suo mondo che le sta facendo vivere un sogno. Con il sorriso semplice e spontaneo, la leggerezza e dolcezza di una ragazza come tante, Margherita prova a spiegarci le mille sfaccettature della sua Monica, della sua vita, del suo lavoro e delle sue passioni.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Margherita. Attualmente sei nella fiction ‘Il Paradiso delle signore”. Il tuo personaggio è Monica, parlacene…

Intanto grazie dello spazio che mi state dando!  Monica, il mio personaggio, è chiaramente la “pecora nera” della serie. Nel gruppo delle “veneri” (così si chiamano le commesse assunte al paradiso) si distingue per il cinismo e l’assoluta spregiudicatezza, almeno apparente…ma anche per un sarcasmo alla “Rizzo” di Grease ( a lei io mi sono ispirata!) e per un carattere a dir poco “focoso”.  La vita è stata dura con Monica e Monica risponde con la stessa moneta a chi vuole mettersi tra lei e i suoi obbiettivi: con durezza. D’altro canto non si fida del prossimo ed è molto schiva: per ora è un personaggio il cui passato difficile possiamo solo intuire, ma rimane misterioso. Inoltre è sicuramente la donna più “vissuta” del gruppo, nonostante la giovane età, conosce già tutte le sue armi a disposizione in fatto di seduzione e femminilità e non si fa scrupoli nell’utilizzarle.

Quanto ti assomiglia Monica e cosa ti differenzia da lei? 

Direi che mai prima d’ora mi era capitato un personaggio così distante da me! Non è stato facile “abbracciare” le scelte di Monica,il suo punto di vista, i suoi atteggiamenti….completamente alieni per me! La vita, a me, ha insegnato a vedere il buono negli altri, semmai a cercarlo ostinatamente se proprio non è palese; a volte un pò di cinismo non mi farebbe male per affrontare certe situazioni! Anche la sensualità è qualcosa che per me passa molto più attraverso il fascino che attraverso la provocazione sessuale esplicita e non sono abituata a percepirmi come “famme fatale”. Monica è stata una grande sfida attoriale per me. Quello che invece ho in comune con questo personaggio è la ricerca di una strada autonoma alla mia realizzazione: a Monica non interessa accasarsi con un uomo ricco, come invece interessa alla maggior parte delle donne negli anni ’50, Monica ha ambizioni del tutto personali, che non passano per la presenza di un uomo che debba sostenerla. In questo è il personaggio più moderno della serie e in questo mi sento simile a lei.

 

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Copyright © abito di Cristina Bomba

Il Paradiso delle signore sta riscuotendo un vero e proprio successo, te lo aspettavi? 

Questa è stata per me la prima esperienza davvero rilevante nel mondo della “fiction”. Ho fatto esperienze importanti al cinema e a teatro, ma si può dire che questi siano mondi abbastanza distanti da quello della televisione. I mesi sul set de “Il paradiso delle signore” sono stati una grandissima palestra: sono stata molto impegnata a “imparare” come gestire ritmi e i tempi veloci della grande macchina televisiva e una volta terminata la lavorazione non sarei stata in grado di farmi una reale idea sul risultato! Devo dire però che alla conferenza stampa, durante la proiezione della prima puntata, il livello qualitativo di ciò che stavo guardando mi ha stupito e mi ha emozionato. Lo sforzo enorme che tutta la troupe ha fatto per tenere alto il tenore della serie, nonostante i ritmi serrati, ha prodotto un risultato a mio parere qualitativamente inedito nel mondo della fiction rai.

Quali valori speri che il pubblico riesca a cogliere grazie al tuo personaggio? 

Sicuramente il pubblico del “Paradiso” in questo momento lancia ciabatte in direzione dello schermo ogni volta che compaio nei panni di Monica Giuliani! A parte scherzi, credo che il mio personaggio possa insegnare qualcosa per differenza. Monica si comporta nell’unico modo che conosce: calpestando gli altri pur di ottenere quello che vuole. Ma quello che ottiene è anche solitudine e astio da parte degli altri. Le gioie sono solitarie e quindi un pò malinconiche e i dolori non trovano argine in alcun amico o confidente. Però qualcosa di ammirabile nel comportamento di Monica c’è: l’amore per la verità. L’ipocrisia rosa pastello della società anni ’50 la infastidisce e molte delle cattiverie che dice sono tese a svelare queste ipocrisie.

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Margherita, quale ricordo ti porterai di questi mesi passati sul set? C’è un aneddoto particolare accaduto sul set che vuoi raccontarci? 

I mesi sul set sono stati tanti e altrettanti i ricordi. Le altre veneri sono state tanto scostanti con me nella fiction quanto compagnone nella vita. In generale, tutto il cast è composto da persone interessanti oltre che belle ed è stata una gran fortuna incontrarli. MI ricordo un ristorante che si trova proprio dietro gli “Studios” di via Tiburtina, dove giravamo. Abbiamo pranzato lì tutti insieme più di una volta….e mi ricordo la difficoltà di tornare sul set con i “panzerotti” di “In cucina” sullo stomaco!

C’è un ruolo che oggi desidereresti ottenere e perchè? 
Sogno un ruolo complesso e contraddittorio, come sono le donne. Sogno un ruolo che sia scritto per dare realmente voce al mondo femminile, senza preoccuparsi di confondere il pubblico. Le donne sono così: possono avere interessi futili e intellettuali, possono essere emotive, fragili e insieme forti e determinate. Il ruolo più interessante in questo senso l’ho interpretato a teatro: “Jo” di “The One” (un bellissimo testo inglese della giovane Vicky Jones) è un essere inquietante e dolce, tagliente e fragile…spero di dare  ancora voce e corpo a Jo molto presto!
Hai studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia. Che esperienza è stata per te? 
Sono stati tre anni meravigliosi quelli dell’Accademia. quando entri al Centro Sperimentale ti dicono :”Adesso gioca per tre anni! più giochi più impari!” La scuola è un ambiente protetto dove puoi “sperimentare” e sbagliare. Certo, a volte la ricerca può essere dolorosa, perchè richiede di buttare giù delle strutture che ognuno di noi si costruisce per difendersi dal mondo, ma è una fase necessaria dello studio, studio che credo,in ogni caso, non possa finire con la scuola.
Chi è Margherita quando non è sul set? Quali sono le tue passioni? 
Sono curiosa di tantissime cose. Viaggiare è ciò che più di tutto soddisfa la mia onnivora curiosità. Amo leggere e scrivere, Il teatro mi rapisce più del cinema; la danza e il canto sono grandissime passioni e il canto in particolare spero possa far parte del mio percorso professionale, come è già successo. In generale ho il problema di limitare i miei interessi per cercare di essere più produttiva… prima del Centro mi sono laureata in Filosofia, un’altra grande passione, insieme a quella di discutere a tavola con gli amici davanti a un bicchiere di vino!
Te lo ricordi il momento in cui ti sei detta: Voglio fare l’attrice? 
No, non me lo ricordo, ho una memoria pessima! Nel primo lavoro sono stata coinvolta per caso, essendo stata pescata all’uscita da scuola, ma se guardo indietro mi ricordo che alle elementari facevo le regie delle recite scolastiche oppure che ancora prima mettevo un’energia e una creatività nell’inventare “giochi” da fare con mia sorella, degne di un lavoro stipendiato! Ho sempre collegato il mio lavoro alla fantasia e al gioco, all’empatia con situazioni diverse dalle tue, alla volontà di credere nella magia, non la magia delle pozioni, ma quella che scaturisce dagli esseri umani.
Margherita, hai spesso recitato a teatro. Ad oggi, torneresti a recitare lì e cosa ti piacerebbe portare in scena? 
Spero di tornare sul palcoscenico prestissimo ! il teatro è una passione fortissima che voglio coltivare per tutta la vita. Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di interpretare testi contemporanei britannici crudi e dirompenti, con personaggi meravigliosamente “reali” e sporchi. Ho molte speranze di portare avanti queste esperienze e credo che la drammaturgia contemporanea potrebbe essere un modo per riavvicinare il pubblico al teatro, in quanto parla il linguaggio di oggi e tratta delle nostre storie; inoltre lo fa generalmente in modo scioccante per lo spettatore, in modo che l’indifferenza è quasi impossibile.
Progetti futuri di cui puoi parlarci? 
Sono mezza napoletana e quindi scaramantica per metà: non posso parlare di cose che non sono certe finchè non lo diventano! Sicuramente il teatro sarà nel mio prossimo futuro…
Sembra quasi confermata la seconda stagione de Il Paradiso delle Signore. Speri di esserci? 
Spero che Monica imperversi anche nella seconda stagione. E’ stato un lavoro davvero non facile per me costruire questo personaggio così negativo e sarebbe un peccato abbandonarlo proprio quando potrei scoprirne i risvolti più oscuri o al contrario inaspettati. A interpretare personaggi “cattivi” ci si può divertire moltissimo e io credo mi divertirei molto di più in una seconda stagione!

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