Testimone oculare

Testimone Oculare al Bolivar di Napoli

Testimone oculare

In scena il testimone oculare di Sobol

E’ andata in scena al Teatro Bolivar di Napoli in prima nazionale lo spettacolo teatrale Testimone Oculare tratto dal testo di Joshua Sobol, considerato il più importante tra gli scrittori di teatro israeliani viventi, che racconta la storia vera del cittadino austriaco Franz Jägerstätter che si rifiutò, dopo l’Anschluss (annessione dell’Austria alla Germania nazista nel 1938), di svolgere il servizio militare quando fu convocato nel 1943. Venne per questo arrestato e processato, sebbene l’esito fosse fin dall’inizio chiaro: la condanna a morte.

Nello spettacolo Testimone oculare – in scena il 21 e dal 23 al 27 marzo 2016 (lunedì, mercoledì, venerdì e domenica ore 20.45; giovedì e sabato ore 19) al teatro Bolivar di Materdei a Napoli – vengono rivissuti gli ultimi giorni della vita di Franz J. in una prigione militare di Berlino, quando la morte gli è costantemente davanti agli occhi. Gli amici, i familiari, i giudici, il prete e la dottoressa tentano di convincerlo ad accettare almeno il ruolo di paramedico nell’esercito, ma Franz J., dopo aver visto con i suoi occhi treni carichi di bambini portatori di handicap diretti ai campi di concentramento, non può accettare di indossare l’uniforme di coloro che hanno preso parte a questo massacro.

La storia di Franz Jägerstätter, inoltre, si intercetta con Napoli. All’indomani del matrimonio tra Franz e Franziska, celebrato nel 1936 il giovedì santo alle sei di mattina, i due novelli sposi partirono per il viaggio di nozze. Passarono per Roma e il Vaticano e arrivarono a Napoli e fecero tappa a Sorrento: volevano godere del sole e del mare fino ad allora soltanto immaginato.

«Ciò che mi affascina del testo di Joshua Sobol è l’alternanza tra leggerezza e profondità con cui racconta la storia di un eroe moderno che ha saputo ascoltare e rispettare la sola legge del cuore. – dichiara il regista David Jentgens – Tutti coloro che gli sono intorno, dagli amici ai familiari, dal prete alla dottoressa, lo spingono a deviare da questa scelta, ma Franz J. sa che agire diversamente significherebbe tradire se stesso. Ecco che si inserisce l’eterna lotta tra bene e male, e la conseguente scelta di ciascuno che anche oggi, in epoca di conflitti nazionali, siamo chiamati a fare per formare un’opinione, discernere il vero dal falso, scegliere a chi e a cosa credere.

Con il mio metà sangue tedesco mi sento vicino a Franz J., mi appare come una stella in un cielo buio. I miei nonni raccontavano sempre di non aver visto nulla di quello che si diceva, invece Franz J. dichiara di aver visto e si ribella per questo al governo nazista.

Tuttavia l’umorismo ebraico di Sobol controbilancia la pesantezza del tema e la trasforma in una leggerezza accessibile a qualunque tipologia di pubblico. Questo mi ha spinto a mettere in scena questo testo, non venendo meno al mio obiettivo: non annoiare il pubblico pur affrontando tematiche profonde».

Ed infatti lo spettacolo non è stato per nulla noioso, nonostante tratti di una tematica non certo leggera, ma che fa riflettere, soprattutto in un periodo, come questo, dove la paura della seconda guerra mondiale sembra essere tornata quasi attuale.

Durante lo spettacolo non sono mancati momenti divertenti che hanno strappato qualche risata, alternati ai momenti più seri ed introspettivi. Uno spettacolo che fa riflettere, ma che non annoia che vi consiglio di andare a vedere.

Joshua Sobol è stato tra i primi scrittori a dare risonanza internazionale alla rappresentazione teatrale della tragedia dell’olocausto ed i suoi racconti sono così reali che sembra quasi di viverli con lui.

In scena, diretti da David Jentgens, Emanuele D’Errico, Rebecca Furfaro, Antonio Grimaldi, Ettore Nigro, Monica Palomby, David Power, Teresa Raiano, Dario Rea, Margherita Romeo, Arturo Scognamiglio.

Lo spettacolo è stato realizzato  con il patrocinio del Comune di Napoli, del Forum Austriaco di cultura di Roma, del Goethe Institute di Napoli e della comunità ebraica di Napoli.

Su Anna Pernice

Redattrice