Le donne Ferite a morte al Teatro Bellini

Ferite a morte

Ferite a morte di Serena Dandini in collaborazione con Maura Misiti, in scena al Teatro Bellini dall’1 al 6 dicembre, con Lella Costa, Orsetta de’ Rossi e Rita Pelusio, è basato su monologhi delle donne vittime di mariti, compagni, amanti.

Lo spettacolo ha debuttato il 24 novembre 2012 e ha girato in tutto il mondo: da Parigi, Londra, al Parlamento europeo a Bruxelles, Strasburgo, Ginevra e all’Onu a New York e Washington, con la partecipazione di ospiti come Claudia Cardinale, Isabella Ragonese, Emma Bonino, Micaela Ramazzotti, Lella Costa, Ambra Angiolini, Cherie Blair, Valeria Golino.

Per la prima volta in scena a Napoli l’anno scorso, il 6 giugno nel Cortile di Palazzo Reale per la Repubblica delle Idee, ha visto salire sul palco Anna Bonaiuto, Orsetta De Rossi e Iaia Forte, la scrittrice Valeria Parrella, le cantanti Teresa De Sio e Maria Nazionale, Rosanna Ferrigno, fidanzata di Lino Romano, ucciso nel 2012 per errore dalla camorra, la giornalista e senatrice Rosaria Capacchione, Costanza Boccardi esponente del teatro e della cittadinanza attiva e una parte dell’anima femminile di Repubblica: Daniela Hamaui, Anais Ginori, Daniela D’Antonio, Anna Bandettini, Conchita Sannino, Laura Pertici e Giulia Santerini.

Nei 16 monologhi al Teatro Bellini c’è il mondo delle donne, di quelle che rimangono insieme ai loro compagni violenti per non stimolarne ulteriormente la violenza (invano), o che denunciano e per questo divenute vittime, uno scenario vario e vasto quanto il pianeta, dove non esistono distinzioni di sorta tra razza, religione, ceto sociale, geografia. Dalle parole delle vittime a tratti viene fuori quel ‘è colpa mia’ derivante dalla storica autostima traballante e scarsa sicurezza propria dell’essere femminile, sui cui fa leva la colpevolizzazione maschile per ottenerne il totale annientamento psicologico al fine di ‘possederla’ rendendo la compagna o moglie un puro oggetto.

Lella Costa dimostra ancora una volta di essere l’interprete per eccellenza della voce femminile, quella già portata in scena con i ‘Monologhi della Vagina‘ della drammaturga statunitense Eve Ensler, dal cui successo  è nato il V-Day, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Lella e Rita

Tante le storie del dualismo uomo-donna che emergono dai racconti, ma avulso da tale binomio le piccole donne uccise dalla famiglia, come Amina l’adolescente extracomunitaria che ha avuto l’ardire di amare Luigi di Varese pertanto uccisa, e quello di Fatumata la bambina vittima dell’infibulazione, morta per emorragia, entrambe interpretate da Rita Pelusio.  Quest’ultimo racconto pur nei toni delicati di una lettera alla compagna di scuola, che non rivedrà più, l’essenza del messaggio è dirompente, perché ancor oggi la pratica è largamente diffusa in molti paesi come l’Egitto e nella fascia dell’Africa sub sahariana. A dispetto di quanto molti credono, non è una regola musulmana, tant’è vero che in Arabia Saudita, il Paese culla dell’islam, non viene per nulla praticata. Ad oggi più di 125 milioni di bambine e donne sono state sottoposte a mutilazioni genitali.

Rita

In Ferite a morte molte le considerazioni riguardo la donna come ‘Noi donne siamo forti, tranne che con gli uomini’ , pronunciata nel racconto interpretato da Orsetta de’ Rossi che riassume l’essenza stessa del femminicidio, la forza ammirata e poi odiata da uomini meschini, dove l’annientamento è l’unica arma di sopravvivenza, la loro.

Orsetta

Spettacolo dalla scenografia essenziale, dove le protagoniste indossano la divisa d’ordinanza della lotta al femminicidio il tout-noir con le scarpe rosse, quelle che nel 2013 presero il via da una idea
dell’artista messicana Elina Chauvet con il progetto d’arte pubblica “Zapatos Rojos”, ripresa in tutto il mondo, dimostrando la bravura di lasciar parlare le storie e non le attrici.

Dalle parole di Serena Dandini lo scopo del libro e della rappresentazione teatrale: ‘Donne ancora piene di vita. ‘Ferite a morte’ vuole dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi’.

Su Laura Scoteroni

Partenopea di nascita, viterbese di adozione. Giornalista con la passione per la cultura, la musica di qualità, la poesia. Attraverso le parole fermo il tempo di avvenimenti, note e immagini. Scrivere per me è come respirare, se possibile senza asma.