Ultimo appuntamento con UT.35, festival dedicato alla drammaturgia inedita under 35, con la direzione artistica di Gianmarco Cesario, il cui vincitore, decretato da una giuria di critici web, si aggiudicherà un posto nel cartellone della prossima stagione del teatro.
Martedì 3 e mercoledì 4 novembre presso il Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, si terrà lo spettacolo Lacerazioni di Fabio Pisano con Monica Palomby e Luigi Credendino. Suoni e musiche: Jennà Romano e “Letti Sfatti”.
Storia del tossicodipendente Oud che dopo una vita di stenti e di delusioni, fa una scelta estrema: rinchiudersi per sempre in una roulotte, ai confini dell’umanità, richiudendosi in un’isolamento vissuto come una terra promessa fatta di cibo e droghe. Solo con l’incontro di un’altra anima derelitta come lui dal nome presunto di Amanda, lo fa sbloccare da questo stallo con un contratto al limite del morale, della durata di sei mesi: vitto ed alloggio in cambio della cessione di tutte le sue droghe.
La storia che si dipana mettendo a confronto due personaggi così intensi, dove nei dialoghi vengono costantemente evidenziati il ‘dentro’ ed il ‘fuori’ psicologico ed emotivo, dove alla fine ci sarà la supremazia di uno dei due sentimenti, un vincitore senza vittoria.
Nella note di regia si legge del Mito della Caverna, di Platone. Schiavi di una società che ci inietta insicurezze, paure. E ci costringe a scelte estreme, come quella fatta da Oud, cioè passare tutta una vita rinchiuso nella sua roulotte, vivendo, e credendo che il tempo lì non passi. Oud e poi Amanda. I due si amano, si odiano, si rallegrano e s’intristiscono le esistenze, in una stanza centro del “loro” mondo e al contempo fuor dal mondo vero. Lasciando che il tempo passi e logori tutto. La paura del “fuori” o del “dentro”, la paura di uscire dalla caverna, fa dello schiavo, schiavo prima di tutto di sé stesso. Questo è Oud; uno schiavo di sé. Padrone d’una esistenza tormentata, d’una esistenza ridotta all’osso, esaltazione della essenza stessa del vivere. Questo è “Lacerazioni”…o almeno, ci vuol provare.