Sensibile alle nuove e numerose istanze di un pubblico che è mutato, sempre più attento e incuriosito dalla originalità delle proposte sia per quanto riguarda i linguaggi della scena sia per i contenuti ed i temi affrontati, il Teatro Parioli Peppino De Filippo si affida, per questa nuova stagione, ad una progettualità in cui il teatro ritorna ad essere un “affaccio privilegiato” sull’uomo e le sue storie, il luogo in cui ancora ci si può incontrare e riconoscersi.
Per tale motivo il suo direttore artistico Luigi De Filippo ha scelto la Danza per aprire la sua programmazione di eventi collaterali, affidandosi al regista e coreografo Aurelio Gatti per inaugurare un cartellone di quattro appuntamenti orientati alla diversificazione di generi e linguaggi. Sono “storie di danza per tante danze”, quelle della rassegna Parioli in danza: si passa dal teatro danza all’hip hop, dal floorwork al neoclassico, dal contemporaneo alla break-dance, non più generi distanti e contrapposti, ma linguaggio distintivo e unificante di un unico discorso. Roma ha un impeto di diversificare la sua offerta – afferma il curatore Gatti – e alcune volte ci si dimentica, in questo “novismo” imbarazzante, dei pezzi fondamentali della sua costruzione: la danza è uno di questi. Il fatto che il Parioli non abbia una storia dedicata a questa arte ma metta a disposizione un palcoscenico ad u pubblico di non addetti ai lavori consente di restituire alla danza un grado di solvibilità per una fascia ben più ampia rispetto ai consueti amanti di Tersicore. Il fatto, inoltre, che siano tutte produzioni originali e connotate da una sorta di linguaggio multidisciplinare è forse la caratteristica più innovativa. Dotati di una grande forza nella costruzione dell’immagine e della coreutica, gli spettacoli ambiscono a rappresentare non solo originali esemplari da proteggere ma veri e propri oggetti di condivisione sociale. Parioli in danza esordirà a partire dal primo ottobre, per tre giorni, con Convivio, uno spettacolo innovativo e dalla originale capacità di dare ad un tema, quale puo’ essere il cibo, un carattere universale. Protagonista è la compagnia Ritmi Sotterranei, attiva da sei anni su territorio internazionale e da due anni prodotta da MDA, Mimo Danza Alternativa della quale fa parte la coreografa Alessia Gatta che, in coppia con il drammaturgo Marco Angelilli, ha inteso costruire una performance ispirandosi inizialmente al celebre “Convivio” dantesco per poi approdare ad una ritualità collettiva giocata sull’attualità con argomenti quali la fame, la distanza e la migrazione, il tutto mostrato da una sintesi visiva sulla base di generi di danza diversificati. Convivio mette in scena una sorta di gioco sociale in cui sei corpi nell’organico anche artisti belgi e francesi, sei voci, sei sguardi sul mondo si incontrano in un unico spazio diviso in sei ambienti. Si inizia dall’alto per scendere in profondità. I sei convitati entrano nella casa dal terrazzo, come farebbero Batman o Spiderman, poi visitano il secondo piano e quindi il primo. Dalla vertigine del vuoto passano ai luoghi della meditazione; dalla camera del digiuno a quella del nutrimento, dalle stanze del conflitto e della dispersione a quelle dell’incontro e della conoscenza. Il tessuto coreografico si compone attraverso un gioco combinatorio di tecniche differenti: la concretezza dell’hip-hop, dell’house e del breaking si fonde con la musicalità il linguaggio, la parola del corpo con il movimento della voce. In una compresenza continua di ironia e di inquietudine, Convivio indaga le contraddizioni intime e universali della contemporaneità ed esplora il confine tra il desiderio di “cum vivere” e l’ossessione per tutti i rumori degli altri che arrivano al nostro orecchio. Un congeniale invito ad assaporare tutti i gusti della condivisione di cibo, abitudini, vizi, pensieri…