Nell’ ambito della rassegna teatrale “Premio Il Sipario”, il 10 aprile è andata in scena la commedia intitolata Guardami guardami scritta dalla premiata ditta Tabacchini-Izzo, per la regia di Angelo Signore.
La CMS (compagnia teatrale Mario Scarpetta) ha partecipato alla rassegna con la stessa energia di sempre, con questo testo di Guardami Guardami che ha debuttato prima ad Eboli e poi è giunto al Bolivar per due serate, di cui la seconda è risultata un sold out, ennesima soddisfazione per questi attori che, in quanto ad impegno e passione non sfigurano accanto ai professionisti. Il pubblico è stato colto di sorpresa quando ha visto arrivare gli attori in sala, con le luci ancora accese; un ingresso singolare, di cui ha approfittato Mimmo Cacciapuoti per ribadire che fare cultura è sempre più difficile ma che, grazie all’ accoglienza di persone come Sasà Palumbo e Antonio de Luca, non è impresa impossibile.
In questa pièce c’è un marito infedele (Angelo Signore) con un potere paranormale, una moglie gelosa (Elisabetta Fulgione, volutamente costretta dalla leziosità ma anche dal candore che il ruolo le imponeva ) e la sua pedante assistente (Paola Disa, che nei tratti e nelle movenze ci ha ricordato una giovanissima Caterina De Santis); precisi e frizzanti gli interventi scenici di Ciro l’ imbianchino (un Luca Liguori in versione Homer Simpson), essi hanno incrementato il filone degli equivoci ridanciani.
La parte della bellona di turno in Guardami Guardami, modello Jessica Rabbit, è stato affidato a Arianna Troncone, perfettamente calata nel ruolo anche grazie al fatto che possiede le physique du role mentre la follia celata in ognuno di noi aveva il volto di Nicola Somma, il cui ingresso in scena faceva sempre presagire il coup de théatre con conseguenti ripercussioni sullo sviluppo della vicenda. Ma soprattutto c’è Mimmo Cacciapuoti che arriva, inaspettato, nella storia con il suo accento impostato da attore che si cimenta per un provino in accademia; se non fosse che, alla sua dizione perfetta, ben presto si sostituisce una spiccata pronuncia acerrana, con le vocali finali non allungate ma aperte fino al parossismo linguistico.
I dialoghi che intercorrono tra il suo personaggio e quello di Signore rivelano, probabilmente, la mano di chi li ha scritti: battute efficaci (le risate del pubblico, alcuni dei quali fino alle lacrime, lo testimoniano), veloci e mai volgari, strappano spesso quello che è il premio più ambito per un artista, l’applauso a scena aperta che è miraggio per molti e appannaggio di pochi. Ma la CSM non ha difficoltà in questo; persino attori del calibro di Oscar Di Maio, di Ciro Maggio e Alan De Luca, presenti in platea, non hanno esitato nel sottolineare la bravura dei loro amici con fragorosi battimani.
Un nuovo testo attende questa compagnia che debutterà il 16 maggio a Napoli con “Miracolo”. Ridere, di questi tempi, talvolta lo è; bisogna ringraziare chi ci aiuta a farlo.