Rosaria De Cicco in Almost Famous al Nuovo Teatro Sancarluccio

RosariaDeCicco

Dal 5 all’8 marzo al Nuovo Teatro Sancarluccio è andato in scena il nuovo spettacolo di Rosaria De Cicco, dal titolo ‘Almost Famos – ovvero le donne’ di Rosaria De Cicco e Vincenzo Coppola. Basato su una serie di monologhi dedicati al mondo femminile tratti da testi di autori italiani come: Annibale Ruccello, Maurizio De Giovanni, Pasquale Ferro, Annapatrizia Settembre e Massimiliano Virgilio. Prodotto dall’Associazione La Piccionaia, con le musiche di Mariano Bellopede, costumi di Annalisa Ciaramella.

Le donne interpretate dalla De Cicco hanno come punto in comune la liberazione dalla dipendenza o sottomissione nei confronti dei propri uomini. Alcune di queste prendono vita dalle pagine lette ed interpretate con maestria dalla De Cicco come ‘Macedonia e Valentina’ di Pasquale Ferro dove la protagonista è ‘Maria ‘a sporca’ la volontaria reclusa dal mondo per una singolare patologia, oppure ‘Le storie che finiscono’ di Maurizio De Giovanni in cui la protagonista non vuol soccombere al tradimento sentimentale e professionale del suo uomo che l’ha sottomessa per decenni.

Il variegato mondo femminile nel quale si possono scorgere le molteplici personalità di donne, che Rosaria De Cicco rende pulsanti di vitalità nel loro pur drammatico status, attraverso una sapiente caratterizzazione come la psicotica Maria ospite del carcere-convento-ospedale di ‘Maria di Carmela’ tratto da Annibale Ruccello, o Stella la madre single de ‘Il fatto più bello’ di Massimo Virgilio, ed ancora la donna sottomessa di ‘Caterina scappa scà’ di Annapatrizia Settembre.

Lo spettacolo inizia e termina con monologo scritto da Rosaria De Cicco e Vincenzo Coppola, il primo al buio ed a scena vuota, ponendo lo spettatore in trepidante attesa degli eventi, e quello conclusivo, una pregevole e divertente storia in cui emerge il bagaglio di esperienza cabarettistica che appartiene all’attrice.

Abbiamo posto qualche domanda a Rosaria De Cicco in merito allo spettacolo:

Com’è nato questo lavoro teatrale?

Dalla voglia di esplorare delle situazioni interiori, sempre dell’universo femminile. L’ho già fatto con lo spettacolo precedente ‘Io e le donne’, però c’erano questi altri brani che ho incontrato negli anni successivi al primo spettacolo, alcuni dei quali li ho scoperti recentemente. Maurizio De Giovanni mi ha scritto l’ultimo monologo per questo spettacolo, mentre ‘Caterina scappa scà’ è un libro di Annapatrizia Settembre che fa parte di una trilogia sulla liberazione proprio di questo personaggio dal giogo di questo marito opprimente dove lei riesce a scappare in maniera sana. Tutte le altre storie comportano una liberazione, infatti il sottotitolo è ‘Storie di liberazioni’. Però non sempre c’è la cultura , lo stato d’animo adatto ad avere la liberazione sana, quindi durante lo spettacolo si scopre che ci sono vari modi per le donne di liberarsi. Quello che mi ha colpito e quindi è una delle motivazione è che io sono convinta che noi dobbiamo rifiutare degli attaccamenti, che possono essere anche la nostalgia, il ricordo, infatti all’inizio c’è la canzone ‘Domani è un altro giorno’, non c’è niente di più triste che ricordare la felicità, non c’è niente di più sbagliato, perché la felicità o l’infelicità fanno parte del passato e bisogna sempre guardare avanti, non soffermarsi, perché diventano situazioni negative che ci imprigionano molto di più del carceriere. Mi rendo conto che arrivati ad una certa fase della vita ci si accorge di aver frainteso delle cose in precedenza. Ancora si può trovare la forza dentro di noi, ma solo dentro di noi di liberarsi.
La rappresentazione in concomitanza della festa della donna: una casualità oppure una scelta precisa?

Non credo alle casualità, credo che ci sia sempre un nesso causale tra le cose, quindi sì , non l’ho fissata io la data, ma credo che l’organizzatore con il teatro abbia scelto di farla in questa data.

Su Laura Scoteroni

Partenopea di nascita, viterbese di adozione. Giornalista con la passione per la cultura, la musica di qualità, la poesia. Attraverso le parole fermo il tempo di avvenimenti, note e immagini. Scrivere per me è come respirare, se possibile senza asma.