Racconti per Ricominciare 2024

Racconti per Ricominciare 2024, spettacoli e location

Racconti per Ricominciare, alla sua quinta edizione, è una kermesse teatrale che unisce il teatro alle ambientazioni.

Racconti per Ricominciare è nato nel 2020, l’anno che difficilmente si dimenticherà. Il nome dell’evento, infatti, voleva trasmettere la positività della ripresa e l’intenzione di incoraggiare le persone a far ripartire i lavori e le attività che purtroppo il Covid19 aveva interrotto bruscamente, causando non pochi problemi.

Racconti per ricominciare. Foto di Anna Abet
Racconti per ricominciare. Foto di Anna Abet

Altra mission della manifestazione è il teatro ecosostenibile, ovvero permettere al pubblico di toccare con mano l’arte, attraverso un’esperienza immersiva.

L’inizio della kermesse culturale per questa edizione è previsto dal 16 maggio al 2 giugno 2024.

Racconti per Ricominciare regala spettacoli live, performance artistiche in determinati ambienti ed altre itineranti.

Un’avventura teatrale che ha come cornici le meraviglie del nostro territorio campano sia per quanto riguarda gli spazi all’aperto, circondati da siti di architettura e monumenti, sia per gli straordinari panorami che offre la provincia di Napoli.

L'attrice Giusy Freccia a Racconti per Ricominciare edizione 2021
L’attrice Giusy Freccia a Racconti per Ricominciare edizione 2021

Gli spettacoli e le location di Racconti per Ricominciare 2024

Di seguito gli altri tantissimi appuntamenti teatrali previsti dalla rassegna:

  • La signora dei fiori di carta (Villa Fiorentino – Sorrento)
    Villa Fiorentino farà da cornice a “La Signora dei Fiori di Carta“, lo spettacolo teatrale di Fortunato Calvino, che vede la partecipazione del bravissimo Marco Palmieri, reduce dal successo di Vico Sirene sempre di Calvino, Elisabetta D’Acunzo, Federica Aiello e Roberto Fiorentino. Trattasi della coinvolgente storia di una donna napoletana, di via San Gregorio Armeno, che attira i passanti con il suo garbo e creando dei bellissimi fiori di carta colorata. Un’avventura teatrale che ha come cornici le meraviglie del nostro territorio campano sia per quanto riguarda gli spazi all’aperto, circondati da siti di architettura e monumenti, sia per gli straordinari panorami che offre la bellissima Costiera Sorrentina e non solo.
  • La sottile linea rosa (Parco Villa Fiorita – Ercolano)
    Se un bel giorno sentite una voce che parla dentro voi non abbiate paura, siete voi. Se la voce che sentite sembra quella di un’altra persona non abbiate paura, sta parlando l’altra persona che è in voi. La sottile linea rosa è uno spaccato sul mondo femminile, è una dedica ipotetica alle loro sfumature, alle loro paure, ai loro coraggio, a ciò che non riescono a vivere, ai loro sogni inespressi, alle loro battaglie, alle loro vittorie, ai loro mondi misteriosi. Creature magiche le donne, talmente magiche da diventare per molti uomini, imprendibili. Il lavoro attraversa la vita di alcune donne famose nella lettura drammaturgica dell’autore Ruggero Cappuccio. Cosa avranno in comune Alda Merini , Federica Pellegrini, Claudia Cardinale, Giulia Tasca di Cutò? Il teatro ci regala la possibilità di scoprirlo.
  • Letti Disfatti (Villa Bruno – San Giorgio a Cremano)
    Innamorarsi solo di chi sa scrivere bene; collezionare oggetti rubati dopo la storia di una notte; essere single in un mondo di donne incinte; vivere in una casa senza mobili; coltivare abitudini socialmente inaccettabili; odiare i panda; tenere a freno gli scatti oscuri della mente; condividere il dolore della perdita mangiando un pasticcino. Dalla magnifica raccolta di racconti brevi Chaque automne j’ai envie de mourir, basati su confessioni anonime di privati cittadini raccolte nell’ambito del “Carrefour International du Théâtre (Québec) e trasformate in gioielli letterari da Véronique Côté e Steve Gagnon, abbiamo scelto otto segreti insoliti, toccanti, divertenti, impudici. Intime memorie, anomale abitudini e illusioni d’amore raccontate con discrezione, tenerezza e ironia, mettendo a nudo i più nascosti angoli della mente, i più squisiti recessi dell’animo umano.
  • Così è Pirandello (Mulino Pacifico – Benevento)
    I rapporti tra le persone spesso sono condizionati da false immagini e convinzioni che ognuno si costruisce dell’altro; l’immagine dell’essere umano può essere così deformata da non lasciar vedere di lui che una maschera grottesca. Un uomo, Chiàrchiaro, ha la nomea di portare sfortuna e vuole che questo assurdo pregiudizio gli sia riconosciuto come potere per trarre un vantaggio economico. Quando questi si toglie per un attimo la maschera per parlare della sua condizione con il giudice che deve istruire il processo di diffamazione, la sua storia, divertente e caricaturale, rivela una vena di profonda amarezza e di autentica pietà e diventa emblematica della beffa della vita. Un altro uomo, Gigi Mear, smemorato protagonista, trova in un presunto amico il suo doppio: è quello che non è, che avrebbe voluto essere, quella parte cancellata dall’esistenza, rifiutata, che riappare nella sua vita. Su uno dei maggiori drammaturghi del ‘900, Pirandello, ritorniamo dopo molti anni, mettendo in scena due sue famose novelle: La patente e Amicissimi.
  • Lo Cunto delli Cunti (Palazzo Vespoli – Massa Lubrense)
    L’adattamento dei Cunti del Basile genera un timore reverenziale da trasformare in meraviglia. La spericolata architettura originale propone stratificazioni narrative spiazzanti, un linguaggio complesso e popolare al tempo stesso, uno stile raffinatissimo e basso in grado di trascinare il lettore in ogni fantasticheria proposta. La prosa prefigura un mondo parallelo ed immaginario, quasi alla rovescia, con personaggi ed azioni che incarnano, anche se con cifra surreale, l’animo umano e le sue contraddizioni. Adattarli vuol dire comunque tradurli, tradurli equivale a tradirli; meglio farlo nel modo più “fedele” possibile. Un tradimento, dunque, che nel nostro caso è diventato funzionale solo alla maggiore comprensibilità del dettato linguistico originario. Fate, sciocchi, bestie e giovanotti restano abitatori singolari di aree ipotetiche di provincie meridionali d’altro tempo, ma il filtro attorico racconta di loro smussando il barocco nei tagli secchi di una lingua più contemporanea.
  • Spazio 24 (Parco di Villa Fiorita – Ercolano)
    Nel corso di una deposizione al posto di polizia, una donna riporta con un eccitato miscuglio di paura e desiderio, alcuni misteriosi accadimenti avvenuti nell’appartamento di fronte alla sua cucina; durante una visita medica, un uomo ossessionato da una guerra aperta con il Sole e convinto di un complotto ad opera della Luce contro il genere umano, dichiara inconsapevolmente la propria fragilità in una sorta di delirio assurdo e fantasmagorico; chiuso nel suo piccolo appartamento di città, un ragazzo rincorre la propria indipendenza economica vendendo divani al telefono senza indossare i pantaloni; còlto da un venerabile flusso di coscienza, uno scrittore si interroga con sincerità e ironia sul ruolo delle parole nelle dinamiche umane. Quattro racconti iconici, irriverenti e surreali testimoniano l’immensa creatività di una nuova generazione di autori e autrici. Risultato del bando rivolto a autori e autrici tra i 18 e i 24 anni, un processo di selezione realizzato da Vesuvioteatro in collaborazione con Hystrio Trimestrale di Teatro e Spettacolo e Hystrio Festival, SPAZIO 24 è una nuova sezione del festival che vuole stabilire un contatto con le nuove e giovani scritture del tempo presente.
  • Piccoli Miracoli ed altri tradimenti (Villa delle Ginestre – Torre del Greco)
    Piccoli miracoli, cioè storie inventate e raccolte all’incrocio tra l’umano e il divino, in quel punto della strada, cioè, in cui le storie quotidiane appaiono eroiche, quelle eroiche sono naturali e il destino non è altro che un tiro di dadi. Lì, a guardare bene, c’è un pantheon in attesa di essere raccontato: nelle città, nei bar, sulla spiaggia, tra i clochard. A svelare l’intersezione basta un tradimento: subìto, inferto, da sé e dall’altro. Qui nessuno sta dove dovrebbe stare.
  • Strano Mondo (Villa Campolieto – Ercolano)
    Ho iniziato a leggere Alberto Moravia quando avevo tredici anni, frequentando la casa di amici con una grandissima libreria, e con lui ho cominciato a osservare un mondo di relazioni surreali che solo dopo, da grande, ho potuto riconoscere nelle dinamiche assolutamente, e disperatamente, normali di una società aggrappata alla forma più che alla sostanza. Oggi, alla ricerca di materiale per questa rassegna – importantissima a mio avviso ‘per ricominciare’ dalla cultura e dal teatro – mi sono imbattuto nei racconti surrealisti e satirici che non conoscevo e che mi hanno fatto divertire e raggelare insieme, grazie alla penna felice e impietosa di questo magnifico autore che dipinge lo stesso mondo, ancora una volta, ma usa lenti di ingrandimento caleidoscopiche, deformanti: la provocazione appare più blanda, forse, ma il risultato non cambia e la riflessione sulle scelte di verità e di umanità, indispensabili nella nostra vita, mi è tornata prepotentemente in testa e nel cuore. Ho sorriso e tremato, mi sono divertito a gustare, strizzando gli occhi, pietanze saporite più del dovuto, quasi velenose a tratti, di un mondo surreale, assurdo, naturalmente efferato se visto al negativo, a testa in giù, per sorridere e affrancarsi dall’ottusità e dalla claustrofobia.
  • Alice nel giardino delle meraviglie (Orto Botanico – Reggia di Portici)
    Le surreali avventure di Alice, i suoi incontri immaginari, i suoi slanci fantastici, gli anomali compagni di viaggio che si alternano al suo fianco, trovano alloggio ideale nello scenario naturale del Real Orto Botanico di Portici. Questo il giardino delle meraviglie, realtà parallela e nascosta al quotidiano. I fiori, le piante dai nomi spesso impossibili che preziosamente costellano i viali, le aiuole, gli spiazzi dell’orto borbonico, diventano nascondigli o alvei natii per abitatrici ed abitatori singolari: gatti invisibili, bruchi orientaleggianti, conigli frettolosi, regine decapitatrici, timidi re. Alice, lungo il viaggio, continuamente si trasforma alla ricerca di una identità sfuggente, il suo corpo asseconda le sue visioni e le visioni sono miraggi adolescenziali da incubo e da sogno. Le parole che dice e che ascolta sono spesso incomprensibili e inconcludenti; come nell’incubo e nel sogno, hanno più suono che senso, sono confuse come appunto confuse sono spesso quelle dell’adolescenza. Difficile reperire una morale in questo al di là del senso, occorre lasciarsi rapire dalle immagini e dai suoni perché è dai suoni che può uscire forse un senso.
  • Avventure (Belvedere di San Leucio)
    Una corsa in auto verso casa di Y, dopo un futile litigio. La muta manovra in treno che il fante Tomagra intraprende alla conquista di una impassibile matrona. La prima volta che Stefania R. rincasa alle sei del mattino. Quell’increscioso contrattempo capitato alla signora Isotta, che mentre nuotava a largo si girò e s’accorse che aveva perso il costume da bagno. Aventures, così viene pubblicata per la prima volta in Francia la raccolta di racconti di Italo Calvino, da noi conosciuta con il celebre titolo “Gli amori difficili”. Di fatto, la definizione di “avventura” ricorre nei titoli di ogni singolo racconto. Del triste quadro dell’Italia piccolo-borghese degli anni ’50, Calvino sceglie di raccontarci “il giorno in cui”, la macchia di colore in una quotidianità in scala di grigi, il momento di follia in un universo piatto e bidimensionale in cui le figure di carta che lo abitano si muovono annoiate. Un’esaltazione delle piccole cose che rendono grande e speciale una giornata nella vita di buffi personaggi, così simili a noi da farci tenerezza. Perché è proprio di piccole cose, piccole gioie, piccoli momenti di paura, ribellione, coraggio, di piccole avventure che è fatta la vita di ognuno di noi.
  • Aspettando il boss (Chiostro della S.S Trinità – Vico Equense)
    Bruce Springsteen e Vico Equense. Una storia di radici e ricordi, una storia sfiorata e mai vissuta. Il nonno materno del Boss, molti anni fa, partì dalla Costiera per cercare (e trovare) fortuna negli States. In tanti, a Vico Equense, continuano ad aspettarlo fiduciosi, e tra loro ci sono anche i quattro protagonisti della nostra storia. Sono personaggi di fantasia che raccontano Springsteen dal proprio punto di vista, come a voler condividere un ricordo personale e, qualche volta, solo virtuale. Una donna di servizio, ormai anziana, che ha visto crescere Bruce; un fan che non l’ha mai visto ma gli ha scritto mille volte, un altro convinto di esserne il sosia e, infine, una ragazza pronta a giurare che il Boss, a Vico, c’è stato davvero, in incognito. Non aspirano al rango di biografi, i protagonisti dei nostri racconti; sono solo figure tenere e un po’ surreali sedotte dal mito di Bruce.
  • Amori Spettinati (Villa Fernandes – Portici)
    La profondità emotiva dei personaggi di Anton Čechov ha inaugurato un nuovo modo di rapportarsi al testo teatrale costruito su una compenetrazione tra romanzo e dramma. Tuttavia i suoi testi furono accolti dalla critica con numerose riserve dovute soprattutto alla difficoltà di accettare i personaggi. Essi si presentavano a un pubblico ancora impreparato a simili sfumature di personalità, attentamente costruite ma difficili da interpretare. Abbiamo quindi immaginato di costruire una pièce nella quale vengono portati in scena La proposta di matrimonio e L’Orso, due vaudevilles in atto unico del 1888. E abbiamo provato a farne un frammento unico, intervallato da note di contrabbasso che, oltre a segnalare i passaggi da una storia all’altra, contribuiscono a delineare il flusso emozionale delle vicende. E accompagnano dialoghi che risentono dell’assenza dell’interlocutore, comunicazione interrotta e sospesa, la quale si sfoga nelle grida lanciate in aria per poi ricadere in un demoralizzante silenzio. Senza che manchi mai quell’ironia cechoviana pungente e sarcastica, che deve rappresentarsi perché si concretizzi se non il riso, almeno un costante sorriso sui volti degli spettatori.
  • Nessuno (Casa Vanvitelliana – Bacoli)
    La presenza di quel mare infecondo, sterminato, vagamente infinito che rappresenta l’aspirazione più alta dei popoli che si affacciano sul mediterraneo. Talvolta quei popoli sono “Nessuno” o lo sono astutamente per difesa, proprio come Ulisse con Polifemo. Storie di peregrinazioni, di personaggi ossessionati dal mito del successo, ma anche storie nemiche e inconciliabili tra loro, alcune raccontate da eroi anonimi, altre da figure spaventose e mitologiche. Ulisse è la voce di un uomo che urla dalla sua Isola: “Io sono la voglia di partire, l’erranza in cammino, io sono la paura e la curiosità, io, il desiderio di ritornare, il viaggiatore che fece sognare gli Dei. Colui che implora i popoli del mediterraneo a lasciarsi guidare dal vento per perdersi e ritrovarsi.”
  • Atlante di un uomo irrequieto (Reggia di Portici)
  • Eduardo, per amore del Gelo (Pietrarsa- Portici)

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