Elena Arvigo, poliedrica attrice, sarà in scena con un nuovo spettacolo, “Elena”, ad opera di Ghiannis Ritsos, dal prossimo 15 febbraio.
Al fianco della Arvigo, che è anche alla direzione di questo progetto, la collega Monica Santoro.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Elena Arvigo. Dal 15 al 18 febbraio sarai in scena ne “Elena”, all’Argot Studio di Roma. Cosa puoi anticiparci a riguardo?
La scelta di questo testo, “Elena”, da me diretto, è a chiusura di un progetto sulle donne e la guerra che ha avuto inizio nel 2013, comprensivo di altri spettacoli. “Elena”, a mio avviso, rappresenta una testimonianza mitica per parlare dei temi cari a Ghiannis. Elena di troia, regina di Sparta, è ormai vecchia, fuori dal suo tempo, e riflette su ciò che fu, sulla vacuità delle cose materiali, terra e conflitti per primi. Una poesia altissima, tipica di Ghiannis, che anni addietro fu candidato nove volte al Premio Nobel.
Elena, il tuo percorso artistico è caratterizzato da tanto teatro. Quanta emozione c’è, dunque, di volta in volta, nel poter calcare le tavole del tuo amato palcoscenico?
All’inizio si tende ad essere egocentrici, vanitosi, caratteristica di questo mestiere. Se il percorso va poi dritto, giusto, con la fortuna di avere ruoli importanti a propria disposizione, le cose possono cambiare, e sono mirate all’ascolto della storia, non della persona che è in scena. Si compie, in parole povere, un viaggio insieme. Sono grata a questo mio percorso, ad ogni modo, che si è sviluppato nel 1999, dopo aver seguito l’ultimo corso tenuto dal mitico Giorgio Strehler. Un’evoluzione che vivo ancora, qualcosa di bello, nonostante le eventuali critiche che, di certo, possono verificarsi. Sono, ad ogni modo, una donna forte, indipendente, sicura del cammino che sta perseguendo.
Quanto sei cambiata da quelli che sono stati i tuoi inizi?
Tantissimo! Sono sicuramente cresciuta, con al mio fianco gli amici di sempre, nonostante ne abbia incontrati molti altri durante il mio cammino. Non ho mai cambiato ‘pelle’ e devo tanto al teatro che mi ha portata a crescere, di pari passo con la vita. Sono di certo meno viziata di un tempo, dopo una inconsapevolezza iniziale legata a questo lavoro.
Elena Arvigo, quale ruolo manca ancora oggi a questo tuo percorso attoriale?
Molti e per fortuna i ruoli sono da sempre infiniti. Forse, però, più che un ruolo vorrei potermi regalare qualcosa di comico, di leggero.
A conclusione di questa nostra intervista, posso chiederti se puoi anticiparci altro sui tuoi progetti futuri?
Sarò al Mercadante, dall’8 febbraio, per “La Storia al contrario”, di Francesca De Santis, e sarò anche in uno spettacolo su Marta Abba.