Un’attrice da sempre legatissima al teatro, l’abile e sempre disponibile Carla Schiavone, così come è legata al suo pubblico, capace di regalarle continue emozioni, di volta in volta.
Attualmente è in teatro con “Xanax” e siamo pronti a parlare con lei di questo spettacolo…
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Carla Schiavone. Attualmente sei protagonista in teatro ne “Xanax”, per la regia di Marco Cavallaro. Cosa puoi dirci a riguardo?
Si tratta di uno spettacolo prevalentemente comico, realizzato da Alberto Longoni, per la regia, appunto, di Marco Cavallaro. Al mio fianco, sulla scena, Mario Antinolfi, attore e produttore dello spettacolo, con cui abbiamo intrapreso questo ‘viaggio’ lo scorso anno.
Quali soddisfazioni, ancora oggi, ti regala la possibilità di poter calcare le tavole del palcoscenico?
Tantissime! Il lavoro che noi attori svolgiamo in teatro non si può paragonare a nessun’altra forma di spettacolo. Percepire la loro emozione è qualcosa di così forte da portare emozione non solo a loro ma anche a noi stessi, portandoci, così, a dare sempre il massimo.
Carla Schiavone, tra i tanti ruoli interpretati, cosa manca ancora a questo tuo percorso?
Ho avuto la fortuna di interpretare moltissimi personaggi, dal comico, al brillante, al drammatico.. il mio lavoro mi porta sempre a spaziare, per fortuna. Se qualcosa manca, forse è per un qualcosa di impegnativo, tendente al drammatico.
A quale personaggio, invece, vorresti poter dare nuovamente vita?
Ho amato molto un personaggio, Mariuccia, interpretata in uno spettacolo con Giacomo Rizzo. Una ragazza, rimasta bambina, che vuole essere grande ma, allo stesso tempo, non vuole rinunciare al suo essere ‘piccola’. Un ruolo interessante, che mi ha regalato tante soddisfazioni in ambito teatrale. Per il presente, invece, potrei dirti che mi piacerebbe dare maggiore spazio al personaggio che sto portando in scena attualmente ne “Xanax”, un ruolo molto più completo.
Non credo di sbagliare nel dire che il ruolo più importante, ad oggi, è quello di mamma. Dunque, in una società sempre più improntata verso l’errore, quali consigli cerchi di darle affinché possa essere ‘serena’?
Mia figlia ha undici anni e mezzo, attualmente, ed ha già assaporato il mondo dello spettacolo debuttando ne “Pirandello”, a soli cinque anni. Un qualcosa, il teatro, che a mio parere andrebbe impartito sin dai primi anni, nelle scuole. Credo sia importante credere nelle loro capacità, nel loro carattere, instradandoli, spronandoli a stimare la propria persona. È fondamentale, per un genitore, trasmettere coraggio ai propri figli, senza imporgli nulla, se non di seguire una loro giusta strada.
Carla Schiavone, in ultima battuta, cosa senti di consigliare a chi vorrebbe poter intraprendere un percorso simile al tuo?
Consiglio loro di studiare tanto, di prepararsi ad ogni forma di spettacolo, spaziando dal canto, alla danza, alla dizione, sino alla fonetica, senza precludersi mai nulla.