Lorenzo Balducci
Lorenzo Balducci

Lorenzo Balducci: vivo la mia vita giorno dopo giorno

Attualmente in teatro con “Fake”, per la regia di Riccardo Pechini e Mariano Lamberti, l’attore Lorenzo Balducci ci parla di questa esperienza e dei suoi trascorsi recitativi.

Un sentimento forte, quello che nutre per la recitazione, da portarlo a sperare di poter realizzare una sua regia, in futuro. Un uomo che vive la sua vita giorno dopo giorno senza rimandare nulla, proprio come nel lavoro.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Lorenzo Balducci. Da qualche tempo sei in teatro come unico protagonista. Come stai, attualmente?

Bene, molto bene. Sono in ansia per questa nuova esperienza. Tutto ciò che per me è nuovo, che non conosco, mi porta a vivere un sentimento di paura, seppure sano, ed è normale che sia così.

Parlaci di come ha avuto vita il progetto scritto da Riccardo Pechini e diretto da Mariano Lamberti, “Fake”, e di come ti sei preparato ad affrontarlo?

È la seconda volta che lavoro insieme a Pechini e Lamberti, dopo un precedente spettacolo. “Fake” tratta di grandi contraddizioni a cui far fronte, di cosa ci rende o meno autentici, di un confronto tra vero e falso. Uno spettacolo di base comico, capace di intrattenere e divertire, caratterizzato anche da toni a tratti crudi e al contempo molto seri. Modi diversi di dimostrare la propria immagine, una realtà contraffatta legata ai social, alla comunicazione con gli altri.

Quali sensazioni sono legate alla possibilità di poter tornare a calcare il palcoscenico?

Nasco con la passione per il cinema. Una passione mai sopita, che ancora oggi vive dentro di me. Non ho però mai disdegnato le esperienze teatrali, seppure sia stato un teatro anticonvenzionale, il mio. Adesso mi trovo, però, da solo sul palcoscenico, con il pubblico. Il tutto è davvero forte, degno di nota, e mi fa pensare che sia possibile poter fare tutto ciò con il semplice lavoro, con lo studio. Fino a poco tempo fa pensavo fosse impossibile tutto ciò. Una sensazione catartica, che si ripete ogni sera, ma mai allo stesso modo.

Il lockdown recentemente vissuto ha apportato delle modifiche al vissuto di ogni singola persona. A te quali insegnamenti ha portato?

Nei giorni migliori mi sembra di avere ancora tanto da dare, da esplorare, seppure alcune volte mi venga da pensare di aver perso tempo. Dico questo perché ho quarant’anni ed ho un piccolo problema con il tempo che passa (ride). Sto cercando di vivere la mia vita giorno dopo giorno, senza rimandare nulla, che sia per paura o per distrazione, così come nel lavoro. Ci tengo a vivere nuove avventure, tutto ciò che mi sarà possibile affrontare.

Una vita dedita alla recitazione, così come nel privato e sui social. Una serie di sketch ci parlano di te, della tua allegria, dei personaggi che ami presentarci. Ad affiancarti, negli ultimi tempi, l’attrice e amica Paola Michelini. Come ha avuto vita il tutto?

Ho cominciato a scrivere storie da piccolissimo, soltanto per me, realizzate poi negli anni insieme ad un’amica. Paola Michelini mi ha affiancato successivamente, complice la pandemia. La costrizione di quel periodo mi ha portato a dare vita a queste storie, ai miei personaggi, al percepire l’esistenza in maniera estrema, denominatore comune dei volti che ripropongo. Personaggi impazziti, alterati, che per me sono una vera e propria terapia. Volevo fosse un lavoro e piano piano ci sto riuscendo..

C’è un messaggio in particolare che vuoi poter lanciare attraverso i tuoi social Lorenzo Balducci?

Non so se rappresenti un vero e proprio messaggio ma, oggi, so bene che vorrei poter esprimere una libertà di espressione, regalandovi una parte di me che, in maniera consapevole o meno, ho messo a tacere perché pensavo di dover mostrare al mondo serietà. Vuoi per il mio lavoro, per l’impostazione ricevuta, pensavo di dover portare quello al mondo, invece che la mia reale persona. Oggi sono felice di dare a questa parte di me il posto che le spetta di diritto, una libertà di espressione che mi rende davvero felice.

Lorenzo Balducci un ruolo che porteresti nuovamente in scena, seppure a distanza di tempo?

Anni fa, per Rai1, ebbi modo di girare una serie, in poche puntate, “Le cose che restano”, ad opera di Gianluca Maria Tavarelli. Un’esperienza bellissima che mi ha lasciato un segno importante. Ho interpretato un personaggio simile a me e, ti dirò, anche forse ancor più coraggioso di me. Una famiglia che viveva un lutto importante e si spaccava. Un cast forte, che ho amato, al mio fianco, per un lavoro che ripeterei molto volentieri.

C’è qualcosa che non sei ancora riuscito a realizzare e a cui vorresti poter dare vita?

Sarei felice di dare maggiore vita ai video che, negli ultimi anni, sto realizzando in completa autonomia. Mi spaventa questa idea, ti dirò, ma sarei felice di poter dirigere qualcosa di mio in futuro. Vi è una parte di me che è spaventata, che pensa che forse ora non sia il momento adatto, ed una parte che invece vorrebbe poter attuare tutto ciò. Inoltre, mi auguro di poter impersonare uno di quei ruoli che possa scuotere il mio attuale vissuto lavorativo. Qualcosa che possa apportare modifiche al mio vivere, un qualcosa di cui poter essere maggiormente fiero. Qualcosa in cui non possa riconoscermi in quanto Lorenzo ma come personaggio soltanto.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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