Corpoceleste
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Corpoceleste, il cantautore dalla “capigliatura musicale”

Corpoceleste, cantautore che colpisce – non solo per il suo talento musicale – ma per la sua simpatica capigliatura. Un mix fra Giovanni Allevi e Riccardo Cocciante. Simpatico ed estroverso, Corpoceleste ci parla del suo cammino musicale del suo singolo “Oblio”.

Ciao Corpoceleste, benvenuto su “La Gazzetta dello Spettacolo”. La prima cosa che mi ha colpito, oltre la musica naturalmente, sono i tuoi capelli lunghi e riccioluti (ricordandomi, vagamente Riccardo Cocciante). Un aspetto “vero” come la tua musica. Quando hai iniziato ad approcciarti a quest’arte? Il tuo nome, Corpoceleste?

Salve e innanzitutto grazie di avermi contattato, è sempre bello parlare della mia musica. Definire i miei capelli un aspetto “vero” mi ha fatto sorridere, perché sono davvero diventati così quasi per caso. Ho lasciato che crescessero durante la quarantena e poi li ho decolorati in parte solo per gioco, però poi le persone hanno iniziato a riconoscermi attraverso la mia “strana” capigliatura. Sono stato educato alla musica sin da piccolo, ma il ho iniziato seriamente a cantare all’età di otto anni dopo aver partecipato allo Zecchino d’Oro.

Di lì in poi non ho più smesso, e la prima canzone inedita è arrivata quasi spontaneamente all’età di sedici anni. Non appena la finii, mi ricordo di aver poggiato la penna sul pianoforte e aver pensato: “questo è quello che voglio fare per il resto della mia vita”. Corpoceleste era un mio alter ego quand’ero piccolo. Ero un bambino molto creativo e soprattutto appassionato alla lettura, e quindi a nove anni mi cimentai nella scrittura di un romanzo. Non l’ho mai finito, ma ho sempre portato nel cuore il suo protagonista (che ero io, in sostanza). E si chiamava proprio Corpoceleste, tutto attaccato.

Parlaci del tuo brano: “Oblio”. Che cos’è l’oblio per te e cosa rappresenta per noi?

“Oblio” nasce in un periodo in cui non uscivo molto. Fino a quel momento le mie canzoni avevano rispecchiato la mia crescita, il mondo intorno a me per come lo vedevo io. Insomma, tutto era scritto dal mio punto di vista. Solo che ero arrivato a un punto in cui non avevo più niente da dire su di me. E quindi ho deciso di scrivere come se fossi una delle persone che mi stavano intorno. L’OBLIO è dunque una sensazione che originariamente ho attribuito a qualcun altro, ma più la suono in giro e più mi rendo conto che tutti, in un modo o nell’altro, si rivedono all’interno del mio testo. Ho cercato di rappresentare allora cosa l’OBLIO significasse per me attraverso un videoclip. L’OBLIO è uno spettro, un fantasma che ti segue ma non t’insegue. Una presenza che non è letale, pericolosa, ma un senso di abbandono costante che ti consuma senza spargere sangue. Il video secondo me è venuto molto bene ed esattamente come lo volevo io.

Corpoceleste, news o sogni nel cassetto. 

Ora che i locali hanno riaperto e la musica dal vivo è ricominciata, mi sto dedicando assiduamente ai live. Ho suonato tantissimo quest’estate e ho ancora delle date in programma. L’ultima è stata Giovedì 4 Agosto all’Hard Rock Café a Roma. Si possono trovare tutte le date in descrizione al post fissato in alto sul mio profilo Instagram. Suonare dal vivo è la cosa di questo lavoro che mi piace di più, quindi venitemi a sentire, non ve ne pentirete! Sto inoltre lavorando al mio primo album in uscita quest’anno. Il mio sogno nel cassetto è promuovere questo album e fare in modo che più persone possibile lo ascoltino e possano ritrovarsi in almeno una canzone. Il mio obiettivo è scatenare un’emozione in chi mi ascolta.

Su Sara Morandi

Insegnante per vocazione, giornalista per passione. Amo il teatro perché incarna le emozioni viventi delle nostre anime. Ho sempre scritto di spettacolo e questo mi ha reso felice e mi rende tuttora. Divoro libri e il mio sogno sarebbe quello di scrivere un romanzo.

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