Foyerback

Guido dei Foyerback: Siamo alla perenne ricerca della felicità

Incontriamo Guido De Ambrosis, leader dei Foyerback, il gruppo nato storpiando il nome del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach.

Guido ci parlerà di come ha avuto origine la band, del loro ultimo singolo, “Mi prendi per la gola” e del suo nuovo ruolo, quello di papà. Un gruppo alla continua ricerca della felicità, del rimanere fedeli al proprio essere.

Ben trovato su La Gazzetta dello Spettacolo,a Guido De Ambrosis dei Foyerback. Come stai?

Bene, davvero bene! Vivo un momento particolare. Sono diventato papà lo scorso anno e lo sarò di nuovo anche quest’anno.

Come nascono i Foyerback, il gruppo di cui sei il leader?

Il tutto risale al 2008. Siamo nati come un gruppo cittadino, di Massa. Della formazione originaria son rimasto l’unico, ma sono felice di portare avanti tutto ciò. Oggi, così come risulta nuova la formazione, sono nuovi anche i brani che portiamo in giro, caratterizzati da un sound più moderno, rispetto agli anni addietro.

Per chi volesse ascoltare qualche loro brano, sono di seguito:

C’è un aneddoto carino legato al nome del gruppo. Vuoi parlarcene?

Eravamo al liceo, nel 2006, durante una lezione di filosofia. Il professore stava parlando di un filosofo tedesco, Ludwig Feuerbach, ma in quel momento ero distratto, quasi assente. Quando fui poi interrogato su chi fosse quel filosofo, pensai fosse il nome di una band, di un gruppo musicale. Al momento di scegliere il nome della nostra, di band, abbiamo ripensato a questo aneddoto.

Come ha preso vita il vostro nuovo singolo, “Mi prendi per la gola”?

Nasce con l’idea di restare fedeli alla propria persona, al proprio essere. Riteniamo sia forse una delle cose più importanti nella vita di ogni singolo individuo. Siamo alla perenne ricerca della felicità, di qualcuno di simile a noi, con cui condividere tutto. Diversamente, chi si nasconde dietro maschere e trucchi inganna gli altri, ma soprattutto la propria persona.

Ti andrebbe di esporci quello che è il tuo concetto di libertà?

Sono dell’idea che nessuno debba farsi imprigionare da falsi stereotipi, bensì mi auguro che ognuno di noi riesca a trovare dei simili che possano farci sentire liberi, non sbagliati.

Quali esperienze vi piacerebbe poter concretizzare, un domani?

Penso si debba procedere sempre a piccoli passi. Ovvio che speriamo di poter suonare insieme a musicisti importanti, ma al momento siamo felici anche solo del semplice sentire il nostro pezzo in radio.

Con quali artisti, invece, vi piacerebbe poter duettare, un domani?

Tanti, davvero tanti! Parliamo di Max Gazzè, Ligabue oppure Lo Stato Sociale. Sarebbe bellissimo poter realizzare qualcosa insieme a loro.

Cosa vi augurate dal vostro futuro artistico?

Questo singolo precede l’uscita del nostro album e, prima che questo accada, vi sarà un nuovo singolo, il terzo.


Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

Lascia un commento