Incontriamo la giovane Valeria Caliandro, nata a Firenze e cresciuta a Prato, che ci presenta il suo nuovo singolo, “Firmamento”. Un singolo, quello che Valeria ci presenta, che segue “La seducente assenza”, sua prima pubblicazione. Un tema, il suo, legato al vuoto, un’invocazione all’altrove, un patto stretto con gli assenti, con chi non vi è più.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Valeria Caliandro. Come procede il tuo vissuto?
Come quello di molti, suppongo. Con uno spirito di adattamento allenato in un mondo imprevedibile come quello degli ultimi due anni. Mantenendo fede, soprattutto per la musica.
Come ha preso vita il tuo ultimo singolo, “Firmamento”?
Firmamento è arrivata una sera d’estate, senza troppa fatica. Funesta, buttata sul foglio in mezz’ora su un giro di accordi ripetitivo e denso di note martellanti al pianoforte. Poi l’abbiamo spogliata, ripensata e arrangiata in studio, al GRS di Firenze, insieme al produttore artistico Lorenzo Buzzigoli, il violinista Jacopo Ciani, la violoncellista Sara Soderi e il percussionista Diego Sapignoli. A completare il singolo ci sono le immagini, il video che abbiamo girato insieme alla danzatrice Virginia Gradi, con cui stavo lavorando già negli ultimi due anni ad alcuni spettacoli teatrali basati sul doppio e che hanno trovato la massima espressione nella realizzazione del videoclip.
Possiamo aspettarci un album, a breve?
Sì, Firmamento è la prima canzone che ho scritto e la prima che ho voluto che uscisse di un disco che vedrà la luce nel 2022.
Ti andrebbe di parlarci de “La seducente assenza”?
“La seducente assenza” è il mio vecchio disco, uscito nel 2017. Non da il nome a nessuna canzone, ma è un verso che si trova all’interno di un brano dell’album dal nome, “la sirena e il pirata”. Mi piaceva l’idea che una sirena cercasse di salvare il pirata chiedendogli di tornare sulla terra, portare in salvo la conchiglia, ascoltare al suo interno e trovare l’altrove, la nostalgia.
Chi è Valeria Caliandro e quando ha avuto inizio la tua passione per la musica?
Ho sempre suonato, fino da quando ne ho memoria, fin da bambina, quando fingevo di farlo sgraziatamente ma con molta convinzione. Ho continuato a perfezionare la forma negli anni, prima lo studio del pianoforte, poi il canto in un coro gospel, più tardi la chitarra ma, qualche volta, ho l’impressione che la sostanza non sia mai cambiata.
Come trascorrerai queste festività e cosa ti auguri per il futuro?
Attualmente mi trovo in quarantena, come molte persone intorno a me! Quindi festività di isolamento, ma anche di relax per sperare in un futuro di condivisione, sopratutto musicale. Mi auguro di tornare a suonare le mie canzoni, anche nude, piano e voce come sono nate, per renderle un ponte con gli altri.