Max Deste. Foto da Ufficio Stampa
Max Deste. Foto da Ufficio Stampa

Max Deste e il suo “Dolce far niente”

Oggi vi parliamo di Max Deste, cantautore e scrittore svizzero di origini italiane (abruzzesi per la precisione), che vive nella vicina Svizzera italiana, a Lumino, un paese alle porte del capoluogo Bellinzona, è un artista concreto e profondo, capace di raccontare sia il mondo che ci circonda così com’è, denunciando in questo caso l’ossessivo mantra del “fare” (dolce fare niente) che ci riguarda tutti, sia il mondo dello spirito (amore è sogno; il sogno è amore, il silenzio nella quiete. Chiudi gli occhi, e poi il sole t’illuminerà) con una scrittura essenziale, scorrevole, ricca di assonanze e consonanze che scandiscono bene il ritmo della canzone, in cui emergono sonorità acustiche che danno certamente molto calore.

Max Deste. Foto da Ufficio Stampa
Max Deste. Foto da Ufficio Stampa

Max Deste è infatti un cantautore ben definito, con un background culturale e musicale molto solido, così come ha dimostrato in passato sperimentando più generi musicali e che abbiamo potuto apprezzare nei suoi ultimi lavori, che scrive ispirandosi alla sua esperienza rielaborata attraverso la pratica della meditazione (rallenta il ritmo, senti il corpo, calma la tua mente), che va oltre l’inganno della linearità del tempo (cerca l’autunno in primavera, cerca l’estate in inverno).

Nelle sue canzoni è spesso presente una doppia componente che caratterizza il suo racconto, ossia la descrizione critica del quotidiano, denunciando le contraddizioni e dei limiti della società moderna e lo svelamento dei moti del suo animo, lasciando spazio a visioni di scenari più sereni, ma non ingenui, restando al tempo stesso eloquente. Il risultato della sua prospettiva centrata sul suo vissuto è da una parte l’invito ad apprezzare o comunque a trasformare la noia in un momento edificante, e dall’altra la consapevolezza che è l’amore l’unico vero carburante che muove le persone.

A Max basta infatti anche solo un momento, un istante di pura consapevolezza, per vivere intensamente un amore che durerà nel tempo nonostante il distacco dovuto alla frenesia che coinvolge tutti tradotta poeticamente in pretesti legati ai fenomeni naturali (Che importa se fuori piove o se c’è il vento. Se c’è la luna se c’è il sole, se fa caldo o se fa freddo. Quando basta che una volta noi restiamo insieme). Ma come in tutta la sua discografia, anche qui c’è una tensione amorosa che assume i toni drammatici del distacco (Qui ci dobbiamo separare, e incamminarci solitari), con il conseguente stato d’animo angosciato (al tramonto, come amici, lungo sentieri paralleli, senza luci senza ombre, soli con noi stessi).

Ma la soluzione di Max è sempre quella di penetrare in profondità anche le paure che apparentemente ci lasciano inermi (come un albero nel bosco, ascolto senza reagire, un tumulto di parole, gravita attorno a te). Dunque è solo affrontando l’ostacolo con pazienza e senso di accettazione, che poi se ne può venire fuori rafforzati, come dice ripetendo il verso della prima strofa (Se c’è la luna se c’è il sole, se fa caldo o se fa freddo. Quando basta che una volta noi restiamo insieme).

A questo punto, dopo il secondo ritornello scansonato e a suo modo solare (In questo dolce fare niente…), abbiamo uno sviluppo inatteso, dove viene ribadita la sua personale chiave per la felicità, che è quella di accettare quello che ci accade e di lasciare correre, lasciarsi cioè vivere (è la vita che scorre e che se ne va, e se manchi tu, non so che senso ha, è il destino che ha già scelto quello che sarà, e fa male sì, perché non cambierà).

Più in generale nella sua scrittura non ci sono frasi sdolcinate e preconfezionate, né un abuso eccessivo di retorica, perché le sue emozioni sono reali e, per così dire, sporche di vita. «Dolce far niente» è in definitiva un esempio di schiettezza e genuinità, sia testuale sia musicale, ma senza sbatterla in faccia in modo aggressivo all’ascoltatore. Facendo un parallelo con la pittura, questa canzone è un acquarello, che lascia respirare, e al tempo stesso ti trasporta lontano dalla contingenza.

In conclusione, il secondo singolo dopo la sua nuova stagione artistica aperta con l’album “Ok silenzio” si configura come una sorta di prosecuzione di un ragazzo ormai maturo per fare il salto di qualità e farsi conoscere da un pubblico sempre più ampio che non potrà non apprezzare un cantautore che in modo programmatico e rivoluzionario, probabilmente parafrasando volutamente il classico incipit di Walt Whitman, afferma: “canto l’amore, canto l’ozio, dolce fare niente”. Non possiamo quindi non incoraggiarlo ad andare avanti sulla sua strada, a cantarci e raccontarci il suo mondo interiore e i suoi sguardi disincantati e a volte anche spietati sul mondo, invitando tutti ad ascoltarlo molto attentamente sulle piattaforme digitali e su youtube dove trovate anche un suggestivo videoclip di questo brano.

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