Julia Burduli
Julia Burduli. Foto di Roberto Jandoli.

Julia Burduli, dalla Russia per il Bel Canto italiano

La musica è l’unico linguaggio internazionale che conosciamo e che trasmette emozioni e sensazioni, e l’incontro di cui vi raccontiamo oggi con il soprano Julia Burduli, è l’espressione di questa dichiarazione, che sottolinea l’amore di una persona per la sua passione.

Julia Burduli
Julia Burduli. Foto di Roberto Jandoli.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo a Julia Burduli. Sappiamo che la tua storia e quella della tua famiglia è molto intensa, ma soprattutto particolare, e ti porta poi alla tua passione per la musica. Vuoi raccontarcela?

Grazie a voi, provo a raccontarvela in breve. Sono nata in Russia, ma vivo in Italia da tanti anni. Sono Ortodossa e molto devota alla Madonna, alla quale devo dei tratti salienti delle mie scelte di vita.

Partiamo da casa della mia bis-bisnonna, dove durante la 2a Guerra Mondiale, ha vissuto per tanti anni una Suora, perchè il Monastero che la ospitava era andato distrutto. Mia nonna Maria, l’ha ospitata seppur avesse 10 figli e senza marito. Dei 10 figli, 5 erano deceduti per malattie varie ed uno era scomparso in guerra. Per devozione, decise di ristrutturare numerose Icone Sacre a proprie spese, per donare poi tutto alla Chiesa.

…e questo percorso si intreccia poi con il tuo aspetto professionale e musicale.

Si si, prima di venire a studiare in Italia, vivevo a San Pietroburgo e lavoravo in banca part-time. Così per caso, mi ha sentito cantare un insegnante di canto russo, che aveva studiato e cantato in Italia, prima della Seconda Guerra Mondiale, e mi ha consigliato di lasciare tutto ed andare in Italia, per imparare la famosissima tecnica del Bel Canto.

Per poter prendere questa decisione, sono andata a vivere in un Monastero per alcuni mesi… era una decisione importante per me.

La madre superiore voleva che io cantassi nel suo monastero, ma per farlo, avrei dovuto diventare Suora. È stata lei a benedirmi per fare un viaggio in monastero delle grotte di Pskov (un monastero maschile molto famoso, a 2 Km dalla frontiera con l’Estonia).

Durante questo viaggio ho incontrato l’archimandrita del Monastero, che era un veggente. Sono stata qualche giorno li e durante una confessione mi ha detto che sarei stata ammessa nel conservatorio italiano, che dovevo studiare canto e che sarei riuscita, cantando anche per Chiese e per la Madonna.

E da li, comincia il tuo viaggio in musica…

Si, ho iniziato al liceo Nazionale di musica per poi proseguire all’Università di San Pietroburgo e venire in Italia dove mi sono diplomata in canto lirico presso il Conservatorio di Novara, con sacrifici sia economici che fisici.
Ho poi partecipato al Quinto Concorso Internazionale Terre dei Fieschi di Alessandria vincendo il premio “Voce speciale”. Ho cantato sul palcoscenico della Scala di Milano, facendo audizione per l’Accademia del Teatro, dove purtroppo non mi hanno presa… ma è stata un’emozione indescrivibile.
Una svolta, quando sono stata invitata a partecipare ad un piccolo Festival della canzone napoletana… li ho conosciuto mio marito napoletano, Vincenzo, che mi ha spinto verso l’operatic pop, avendo grande duttilità vocale, per passare dal genere lirico a quello della musica pop.

Julia Burduli
Julia Burduli. Foto di Roberto Jandoli

Tanti nomi ti hanno accompagnata nella tua carriera musicale.

Si ho tenuto concerti in Italia a Novara, Roma e Milano presso il Salone d’Onore della casa dei musicisti di Verdi.

Sono stata apprezzata dal cantante lirico e parodista inglese Michael Aspinall, dal chitarrista e arrangiatore Gianni Guarracino dal chitarrista jazz Corrado Paonessa e anche dal rapper Lucariello, che ha scritto il rap in dialetto napoletano per uno stupendo brano lirico russo, tratto dall’opera “Principe Igor” di Borodin.

Tanti impegni anche ad Agnano qui a Napoli, dove ho duettato con gli Audio 2 cantando ‘O sole mio, sono stata ospite speciale al Concerto di Max Giusti e mi sono esibita anche in occasione del Gran Premio Lotteria di Agnano, eseguendo la colonna sonora di “C’era una volta il west” di Ennio Morricone, riarrangiata dal maestro Ettore Gatta.

Tra le ultime cose sappiamo delle tue esibizioni a TuttoSposi, oltre che la vincita di tanti premi come il Premio Campania e il prossimo Fashion Gold. Ma dal punto di vista musicale cosa ci dobbiamo aspettare?

E’ su YouTube la mia reinterpretazione di La Canzone di Marinella, arrangiata dal compositore Mario Simioli ed alcuni mesi fa ho scritto una preghiera per la Madonna dell’Arco in occasione del decimo anniversario della Parrocchia Maria SS di Qualiano (NA). Anche li, la musica è stata scritta dall’arrangiatore Mario Simioli e l’ho eseguita nella presenza di Sua Eccellenza il Vescovo di Aversa.

Adesso siamo in attesa dell’uscita di 4 nuovi brani, di cui vi terrò aggiornati.

Il nostro piacere ad incontrare Julia Burduli, che è una artista poliedrica capace di cantare diversi generi di musica e in 10 lingue, tra cui l’italiano, l’inglese, il francese, lo spagnolo, l’arabo, il portoghese, il russo… ed anche il napoletano. E noi continueremo a seguirla per raccontarvi i suoi successi.

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