Palermo. Il sole è altissimo sulla città. Agosto. Piena estate. La maggior parte della popolazione cerca refrigerio nelle limpide acque della costa siciliana. Invece Massimiliano Amoroso (bassista di lungo corso nell’ambito dell’alternative italiano) si incontra con Emay, voce della band(al secolo Maria Antonietta Innusa) e con Alex Vecchietti (producer, dj e chitarra), altro musicista che con le sue passate esperienze tanta linfa ha dato al new metal italiano, per fondare una nuova band: gli Electro Malicious.
Electro Malicious nasce dalla precisa esigenza dei tre di esprimersi in un campo d’azione che non hanno mai veramente praticato, ma che da sempre hanno corteggiato come fruitori. Band come Massive Attack, Portishead, Fever Ray, ma anche Tool, Nine Inch Nails e nuovi artisti della scena pop quali Bishop Briggs e Billie Eilish, hanno contribuito e contribuiscono non poco ad influenzare più o meno inconsciamente i singoli componenti di questo trio. Di qui l’esigenza di sperimentare in questo ambito, cercando una propria via personale, una propria visione delle composizioni di genere senza chiudersi nella scatola di nessun linguaggio particolare. Cosa può succedere se si mischiano le carte? Cosa può succedere se Trent Reznor ri-arrangiasse “Smooth Operator” di Sade?
Questo è probabilmente quello che si sono chiesti i nostri tre. Usare la lente dell’elettronica per traguardare nuove composizioni e vecchi brani di artisti affermati per trarne nuove versioni di brani amatissimi. Così, chiusi al caldo di una studiolo (una stanzetta 2,5 X 2,5 mt) senza aria condizionata, esposti al perenne rischio di incappare in collasso, hanno registrato questo primo lavoro.
Non si è cercato volutamente nessun produttore di grido, nessuna concessione alla promozione. Niente “effetti speciali e colori ultra-vivaci”, ma un sano lavoro di sartoria votato al D.I.Y. che troverà una sua logica nella sola attività dal vivo.
Alla ricerca della sincerità suprema, si è reputato di mondarsi di qualsiasi orpello, qualsiasi struttura. Non è un atteggiamento presuntuoso, tutt’altro. Una logica “francescana” votata al semplice presentarsi per ciò che si è: tre musicisti che vogliono intraprendere un viaggio musicale vero, sentito, coltivato e protetto quale fosse il fiore più prezioso e delicato.
Innaffiato col sudore della loro stanzetta (per chiunque artista italiano sarebbe già impossibile starvi da solo, figuriamoci in tre) questo progetto ci indica di che determinazione possono essere armati questi “malintenzionati”. Come la tigre che si specchia nell’acqua del fiume nel momento di abbeverarsi, tutti i sensi sono allertati. Il fiume sa essere pericoloso, ma anche le tigri, quando lo vogliono.
Il titolo dell’opera in questione di Electro Malicious è “First Demo”. Può essere ascoltato gratis sul canale Soundcloud della band.
Recensione di First Demo
Nelle canzoni dell’ep possiamo appurare la presenza di un basso corposo. La seconda peculiarità della band è il cantato super ammaliante di Emay che conferisce un tocco pregiato alle canzoni degli Electro Malicious. Poi c’è quest’atmosfera tra electro e psych molto onirica e surreale. Le sequenze electro sono congegnate in modo ottimale. Della serie la migliore è sicuramente “Hollywood Trap” che attira l’ascoltatore come in una sorta di gigante buco nero sonoro. Invece con “Dress” (cover di P.J.Harvey) esce fuori la propensione alternative rock della band, una canzone “rabbiosa” che forse non è stata scelta a caso dalla band: con questa canzone intendono far capire che possono essere “delicati” come pure “rabbiosi”. Qui come altrove si inseriscono a meraviglia gli inserti electro che impreziosiscono il sound degli Electro Malicious. Ancora meglio nella cover di “Pale Blue eyes” dei Velvet Revolver che da ballad psych qui diventa una sorta di canzone dream pop tanto giocosa e colorita.
C’è tanta ricercatezza sonora da parte degli Electro Malicious che irrompono nel panorama indie italiano come un fulmine a ciel sereno: una band oltremodo stimolante che attira l’attenzione anche dell’ascoltatore più distratto.