Matth Vi giovane e talentuoso cantautore toscano, con le sue canzoni raffinate e sincere non finisce di stupire. Un amore, il suo, cominciato quando da bambino per pura curiosità ascolta, incantato, Elvis Presley. La chitarra è il suo primo e vero amore.
Il suo ultimo singolo “Questo sono io”, scritto e prodotto da lui, rappresenta una tappa importante e fondamentale della sua crescita artistica. Matth Vi ha ancora molto da dire nel panorama cantautoriale italiano e siamo certi che lo saprà fare nel migliore dei modi.
Matth Vi qual è la tua personale opinione sul mondo della discografia?
Questa domanda mi fa camminare sui carboni ardenti, cercherò di essere politicamente corretto, anche se non è facile. Oggi la discografia punta tutto sul genere Trap, introducendolo anche a palchi dove mai ci saremmo sognati di sentire questo genere di musica. Sicuramente è la risposta a un mercato che va in quella direzione ma credo anche che la stessa discografia abbia un ruolo fondamentale e qualche responsabilità. Ogni genere musicale, dovrebbe poter avere il suo spazio ma a oggi non è più così.
Se oggi Matteo bambino, potesse rivolgere una domanda all’uomo, al cantautore che sei diventato, cosa chiederebbe?
All’origine di tutto c’è una chitarra, appartenuta agli Homo Sapiens, che mi è stata regalata per la Prima Comunione. Quel dono ha cambiato il corso della mia vita che, da quel momento, è stata con e per la musica. Il bambino di allora probabilmente mi chiederebbe se oggi quella chitarra, col senno di poi, la vorrei ancora. Non ho dubbi su quello che risponderei: sì, mille volte sì. La musica mi ha reso migliore, grazie alle persone che mi ha dato l’opportunità di incontrare e alle tante esperienze fatte.
La tua famiglia come ha vissuto questa tua scelta?
Nonostante abbia cominciato giovanissimo e quasi per gioco, ho sempre avuto il sostegno e il supporto della mia famiglia. Papà e mamma sono stati meravigliosi, ripetendomi che se suonare e scrivere mi facevano stare bene dovevo continuare. La mia famiglia è stata fondamentale per la mia formazione di musicista e di uomo. A loro devo davvero tutto e ancora oggi sono il mio punto di riferimento e la mia ancora.
Ami definire la tua vita “un viaggio in musica”, qual è la direzione?
La direzione forse non l’ho ancora trovata; so per certo che ho voglia di fidarmi e di proseguire questo viaggio con il giusto spirito di adattamento e di avventura necessari a chi si mette in cammino. Avrò occhi curiosi e il cuore aperto per vivere nel miglior modo possibile qualunque cosa accada, perché è questa l’essenza della vita.
C’è un momento o un posto ideale per l’ispirazione?
L’ispirazione arriva senza farsi annunciare, in qualunque momento e dovunque. Dopo ho bisogno del mio studio, dove trovo la pace e il silenzio che sono fondamentali all’elaborazione di un’idea. Mi chiudo dentro con la mia musica lasciando al di fuori tutto il resto, a questo non posso rinunciare perché scrivere e comporre è un momento molto intimo e solo mio.