Un viaggio nel mondo di Simone Lo Porto
Si chiama Un viaggio nel magico il secondo lavoro di Simone Lo Porto. Il disco del cantautore siciliano anticipato dal singolo “Fiamma su fiamma” è corredato di un splendido videoclip in animazione realizzato da Rocco Minore con le riprese di Gianluca Scalia.
Simone Lo Porto
Simone Lo Porto comincia il suo percorso artistico nel 2001 insieme ad alcuni amici cantautori suonando nei festival, nelle piazze e sulle spiagge di Francia e Spagna. Nel 2003, al Logic Studio di Milano, firma un contratto discografico con i fratelli La Bionda per la produzione del singolo e del videoclip “La panda non la vendo” (Sony Music). Nell’ottobre del 2007 esce “La valle dell’ utopia”, un disco auto-prodotto registrato in buona parte in Brasile.
Un Viaggio nel Magico
L’album, curato artisticamente da Gianluca Mancini, viene presentato nei circuiti Mondadori e Fnac ottenendo ottime recensioni. Nello stesso anno vince a New York il primo premio del concorso internazionale di Bettina Werner “Music Competition in the Name of Salt”. Nel 2008, stabilitosi sull’ isola di Florianopolis, si esibisce in piccoli teatri riscuotendo consensi fra il pubblico Brasiliano. Nel 2010 il brano “Il Girasole” è incluso nella compilation “Putumayo presents Italia” insieme a Giorgio Conte, Bandabardò, Mannarino e molti altri. Rientrato in Italia partecipa al progetto “Nati a Sud” prendendo parte al concerto di fine anno 2012 in Piazza Università a Catania. Dopo un lungo viaggio in Sudamerica e realizza insieme al chitarrista Luca Galeano (Coproduttore del disco) il suo secondo album “Un viaggio nel magico”.
“Un viaggio nel magico” di Simone Lo Porto è un vero e proprio percorso, raccontato canzone per canzone, dell’esperienza sudamericana del cantautore italiano: dalla partenza predetta da una cartomante passando poi per Venezuela, Brasile, Perù, Bolivia, Cile, Ecuador, Argentina, Paraguay ed infine Colombia, attraverso storie (“Garibaldi”) incontri passionali (“Bela Mirela”, “Noir”), paesaggi (“L’immagine di te””, “Tierra Buena”) e molto altro.
1. Il bacio del Colibrì / Una notte d’inverno una cartomante lesse il mio destino. Sud America. Mi disse che il nuovo mondo m’avrebbe incantato. “Ragazzo, i grandi spazi cattureranno i tuoi occhi, ma fai attenzione ai particolari, spesso la bellezza è racchiusa dentro piccoli scrigni”. Per lasciarmi alle spalle un’esistenza ormai alla deriva, abbandonai ogni cosa e partii.
2. Per chi ci Crede. Venezuela. Si va da Ciudad Bolivar sul fiume Orinoco per raggiungere il Salto Angel, la cascata più alta del mondo. In un ostello incontrai un italiano. Andrea da diversi mesi viaggiava da solo in moto. Era in fuga da un matrimonio con una ragazza Cubana. Prima di salutarci volle alleggerirsi dei suoi bagagli lasciandomi una copia del vecchio testamento, la Bibbia.
3. Garibaldi (Dei due Mondi un Eroe). Nel Sud del Brasile conobbi un pescatore che mi raccontò di due giovani che insieme fecero la storia. Quando Garibaldi, con la patente da corsaro arrivò in barca a Laguna, nello stato di Santa Catarina, scrutò tra le case del paese con un cannocchiale. Ad una finestra c’era Anita. Appena la vide, Garibaldi se ne innamorò e la portò con se. Anita seguì Giuseppe fino alla fine dei suoi giorni.
4. Tudo Mudarà. L’azzurro dei ghiacci polari della Patagonia Cilena, la Terra del Fuoco, scorreva dall’oblò. La nostalgia che provavo per lei, figlia del Brasile, mi struggeva l’anima. Saudade. Mentre leggevo Francisco Coloane sdraiato nella cuccetta d’un battello diretto sull’isola di Chiloe, patria dello scrittore, rimasi lì un momento con gli occhi chiusi. Il ricordo del suo sorriso disgelò il mio cuore.
5. Fiamma su Fiamma. Masticando foglie di coca, la guida mi condusse nella giungla Boliviana dove tesero l’agguato a Ernesto Che Guevara. Ripensai a quell’uomo straordinario che scelse la guerriglia per attuare la sua rivoluzione. Mi vennero in mente altri personaggi leggendari che presero differenti modi di resistere. Chi impiegò l’astuzia e l’inganno, chi la non violenza e il digiuno.
6. Bela Mirela. Stava seduta nell’unico locale elegante di Arequipa. Sebbene il profilo del suo naso facesse supporre ad una discendenza Incas, non era Peruviana. Quando mi vide, sorrise e poi rise. Nativa della Romania, si stava riposando dalla sua intensa attività in Europa. Mi trascinò in un folle letto di passione. Mi risvegliai al mattino con il corpo ricoperto di graffi. Uscii e comprai una chitarra.
7. L’Immagine di Te. L’aereo copriva i mille chilometri d’acqua che separano le coste dell’Ecuador dalle isole Galapagos. Ero elettrizzato. Un sogno poter vedere da vicino le tartarughe giganti e gli innumerevoli animali che da bambino m’avevano emozionato nei documentari alla Tv. M’immersi con gli squali martello ed eccola lì in mezzo al blu. L’immagine della figlia del Brasile mi stava ossessionando.
8. Tango Matematico. In un quartiere di Buenos Aires udii provenire da una casa colonica il suono del bandoneon. Spiai da una finestra e vidi alcune coppie che ballavano un Tango. Mi colpì il fascino sconcertante di una ragazza. Il suo cavaliere aveva almeno 40 anni di più. Erano agilissimi. Ad un tratto la musica si fermò. Solo quei due, con precisione assoluta di passi, continuarono a danzare.
9. Noir. Il mio visto per il Brasile era scaduto. Dovevo necessariamente rivederla. Entrai clandestinamente dal Paraguay attraversando il ponte sulle cascate dell’Iguazú. Era la vigilia di Natale quando arrivai nella cittadina di Chapecó. Sua madre mi disse che da qualche tempo si era trasferita in Francia. Tramontava. Il nero della notte inghiottì il cerchio rosso del sole.
10. Tierra Buena. Del Sud America la Colombia fu l’ultimo paese che visitai. Che meraviglia le lussureggianti foreste, i fiumi color sangue, il nettare di frutti afrodisiaci, il volo di pennuti piccoli come insetti. Oltre l’oro, mi chiesi cosa cercavano i conquistadores che sverginarono quell’immensa bellezza. A Bogotà, nel centro culturale Gabriel Garcia Marquez, trovai una poesia del 1500. La musicai.
11. La fine è il mio inizio. Un viaggio nel magico era alla fine. Decisi di non tornare a Milano e trasferirmi nella terra d’origine dei miei nonni. Sicilia. Cominciai a leggere le avventure autobiografiche di un autore toscano che non conoscevo. Fui colpito dalla serenità con cui Tiziano Terzani affrontò il suo ultimo viaggio. Alla fine del libro avevo le lacrime e di getto iniziai a scrivere una canzone.
Le storie narrate sono frutto di vita vissuta. I personaggi e gli scenari descritti veritieri. Solo in alcuni casi non corrisponde alla realtà lo spazio temporale del racconto. Per necessità letterarie e per dare un senso di continuità, gli episodi vengono contenuti in un unico viaggio.