Il Teatro degli Orrori, è in uscita il nuovo disco: intervista a Pierpaolo Capovilla

Teatro degli Orrori

Il Teatro Degli Orrori esce il 2 ottobre con un nuovo album, dal titolo omonimo ed il primo singolo estratto è “Lavorare stanca”, in rotazione radiofonica dall’11 settembre. Il nuovo disco della rock band, arriva a tre anni di distanza dal precedente album, intitolato Mondo Nuovo.

Noi de La Gazzetta dello Spettacolo abbiamo intervistato Pierpaolo Capovilla, leader e voce del gruppo.

 

Ciao Pierpaolo, parliamo del vostro nuovo singolo, Lavorare stanca…

E’ il singolo che anticipa l’uscita del disco nuovo, previsa per il 2 ottobre, un disco omonimo che non ha titolo, si chiama semplicemente Il Teatro degli Orrori, un disco del cosiddetto “ricominciamento”, della rinascita, anche con questa nuova formazione con Kole Laca alle tastiere elettroniche…

Il teatro degli orrori nasce artisticamente nel 2005…

Nasce fondamentalmente come progetto parallelo al One Dimensional Man quando il nostro trio originario con me al basso e voce, Gionata alla chitarra, e Francesco alla batteria, chiedono la collaborazione a Giulio Ragno Favero, già chitarrista e produttore artistico appunto di One Dimensional Man, di entrare a far parte del gruppo come bassista. Si è trattato di essere al posto giusto al momento giusto, grazie ad una buona dose di fortuna…

E di talento, aggiungo io…

Non sono sicuramente io a dover affermare questo, vero è che abbiamo un pubblico eterogeneo, che va dai 16 ai 60 anni…

La vostra musica è stata definita un rock alternativo: quanto ti riconosci in questa definizione?

Un genere rock di sicuro, se alternativo dipende dai punti di vista, sicuramente alternativo ad un certo tipo di musica contemporanea, un rock scuramente autentico e genuino, il nostro…

Un’alternativa a tanta mediocrità imperante….

Sicuramente stiamo affogando culturalmente e politicamente nella mediocrità, tutto il paese sta sprofondando e non lo sa: noi, dal canto nostro, veleggiamo in direzione opposta e contraria…

Parliamo di questo nuovo disco…

E’ un disco che ci riporta alle origini, un disco fatto in sala prove, ragionato, voluto, meditato e premeditato insieme, decisamente un nuovo inizio per noi… Sono pienamente convinto che bisogna sapersi evolvere perchè senza evoluzione la tradizione muore….

Dodici canzoni, in questo disco, dodici capitoli di un romanzo dell’orrore che domina nel nostro paese, un paese allo sfacelo, ormai da decenni…

Mi viene in mente il Partito Democratico, erede del Partito Comunista di Enrico Berlinguer e a tal proposito chiamo in causa la canzone del disco dal titolo Il lungo sonno – lettera aperta al partito democratico… Io come ex militante di sinistra mi sento in lutto… Credo personalmente che l’artista abbia un privilegio grandissimo: l’artista ha la facoltà di dire ciò che pensa, poichè non ha nulla da perdere, se non la propria dignità…

Un paese, il nostro, sull’orlo di un precipizio antropologico, e nel vostro disco fornite un affresco grottesco e disperato della nostra società attuale… Sei un poeta, Pierpaolo…

Non scrivo poesie, scrivo canzoni, la poesia è una cosa seria, qualcosa di artisticamente alto, posso dirti piuttosto che ricerco la poesia perchè la poesia dice la verità, non mente mai, ed è per questo che è tanto invisa al potere, tu pensa a tal proposito a che fine ha fatto Pasolini…

Ogni canzone di questo nuovo disco è un pugno in faccia…

Diciamo che questo è un disco molto rock, soprattutto se confrontato con il nostro lavoro precedente, Mondo Nuovo: in questo ultimo album, dal punto di vista narrativo, non ci sono sconti per nessuno, ed evidenziamo delle realtà terribili, prima fra tutte, per citare Marx, sottolineiamo come nella società capitalistica si è soli in mezzo alla folla, ormai sempre di più…

Il vero problema credo sia la superficialità…

La vera ricchezza di ognuno di noi sta nella cultura, e non nei soldi, che vanno e vengono; la cultura è cruciale per poter godere della propria esistenza in maniera avvincente…

Pierpaolo, stiamo per concludere la nostra intervista: lascia un messaggio ai nostri lettori…

Venite ai nostri concerti: un concerto del Teatro degli orrori è un momento di vita vissuta, non è un semplice concerto, se ne esce un po’ sconvolti…

Un po’ cambiati…

E noi speriamo in meglio, poichè, oltre ai nostri strumenti, cerchiamo di suonare le corde del cuore di chi ci ascolta….

ILARIA GRASSO

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