Filippo Caccamo
Filippo Caccamo

Filippo Caccamo: regalo qualcosa di bello al mio pubblico

Incontriamo Filippo Caccamo, da sempre apprezzato, pronto a regalare un sorriso a chiunque con il suo spettacolo, “Le Filippiche”.

Un sogno, per Filippo, sarebbe quello di poter creare delle scuole, una possibilità per i giovani, affinché abbiano ben chiaro il proprio futuro.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Filippo Caccamo. Come stai?

Sto molto bene, grazie! Il lavoro mi porta via tempo ma sono felice. Sono a fine tour ma l’affetto è stato tanto e non posso che esserne grato. Siamo stati al Parioli, tra l’altro, e ne sono stato soddisfattissimo.

A tal proposito, Filippo, quali soddisfazioni stai raccogliendo da parte del pubblico?

Riscontro sempre un grande affetto. Sono in tanti a dirmi che per un’ora e mezza riesco a farli sentire meno soli e questo mi rende grande onore.

Parliamo de “Le Filippiche”, un tuo progetto, un sunto di un precedente spettacolo…

Canto, mi diverto, regalo qualcosa in più al pubblico con una nuova scenografia, un corpo di ballo. Una sorta di varietà ‘da solo’. Una svolta, per me, che mi regala teatri pieni, così come le telefonate da Torino con la richiesta di aggiunta di nuove date, ad esempio. Le persone hanno bisogno di sentirsi parte di qualcosa di bello e se questo ‘bello’ sono io a poterlo regalare ne sono davvero felice.

Sei stato definito un “docente prestato al teatro che fa il tutto esaurito”. Vista la realtà che viviamo oggi, non sempre pulita e lineare, quali consigli senti di dare ai giovani affinché possano affrontare il loro vissuto al meglio?

Vedo nei ragazzi, nei miei alunni, tanta disillusione, la consapevolezza di avere un mondo davanti senza sapere come affrontarlo. Nel mio piccolo consiglio loro di scegliere verticalmente un percorso, qualcosa a cui aggrapparsi. Nel mio caso ha avuto un minimo di aiuto, qualcosa per uscire dal marasma generale.

Un libro edito per Mondadori, già nelle librerie da qualche settimana. Cosa puoi dirci a riguardo?

“Maledetta prima ora”, un libro sulla scuola, uscito a fine maggio per regalare una lettura leggera sotto l’ombrellone. Si parla di scuola, una sfida che spero sia colta dal pubblico, qualche consiglio, riflessione, in più.

Filippo Caccamo, doveva andare esattamente così?

Bella domanda! (Ride) Mi hai preso in contropiede. Penso che coloro che sono chiamati a qualcosa, qualsiasi cosa, debbano portare avanti le loro passioni sensa accantonarle mai.

Potrebbe essere il titolo di un nuovo spettacolo…

Vero! (Ride) Mi hai lanciato una bomba…

Cosa pensi manchi ancora a questo tuo percorso, Filippo Caccamo?

Felice di tutto ciò che ho realizzato, dei miei spettacoli, ma sarei ancor più soddisfatto nel fondare qualcosa per i giovani, per regalare loro una possibilità per trovare una strada. Un teatro, una compagnia, una scuola di formazione. Spero sia possibile, un domani.

Cosa c’è nel tuo futuro artistico?

Tanto teatro e l’apertura ad una nuova forma di teatro, qualcosa con la T maiuscola.

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