Reduce dall’esperienza più che positiva della fiction “Se potessi dirti Addio”, incontriamo la sempre dolce e sorridente Clara Greco, Giovanna nella serie.
La Greco è alle prime armi in questo bellissimo mestiere ma già consapevole di amarlo, di volerne approfondire ogni singolo aspetto.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Clara Greco. Che esperienza ha rappresentato per te “Se potessi dirti Addio”, ad opera di Simona Izzo e Ricky Tognazzi?
È stata un’esperienza molto formativa. Ho iniziato da poco a fare questo lavoro e difatti, “Se potessi dirti Addio”, ha rappresentato soltanto un secondo set. Un primo ruolo importante, in questo caso, con più spazio, in un cast altrettanto importante. Mi sentivo un pesciolino fuor d’acqua ma devo dire che Ricky Tognazzi, la Izzo e gli stessi Safroncik e Garko mi hanno regalato tanta fiducia, facendomi sentire sicura, libera. Ho impersonato, tra l’altro, una siciliana, quindi l’esperienza è stata molto divertente, ho potuto giocare tantissimo.
Un personaggio molto allegro il tuo, se non l’unico nella serie..
Si (ride). Il mio personaggio, apparentemente senza problemi, ha cercato di alleviare le ferite altrui.
Quali rapporti, per l’appunto, si sono creati sul set?
Anna Safroncik mi ha messa sin da subito a mio agio e mi ha portata con sé ovunque, tenendomi al suo fianco. Ero spaventata, in mezzo a questi grandi nomi, e l’allegria del mio personaggio mi ha aiutata a superare questa ‘paura’ iniziale. Con Anna, difatti, siamo diventate, anche fuori dal set, l’una la spalla dell’altra. Con Gabriel si scherzava tantissimo e ti dirò che era lui la vera Giovanna, a telecamere spente. Location, tra l’altro, stupende, come Villa Tuscolana ed anche il lago in cui abbiamo realizzato le scene del maneggio. La parte bella di questo mestiere è anche questa.
Cosa puoi dirci, invece, dei due registi, Ricky Tognazzi e Simona Izzo?
Simona Izzo e Ricky Tognazzi sono un bel tutt’uno ed anche diversi, al contempo, tra loro. È bellissimo vedere come si vengono incontro e, come diceva Gabriel in conferenza stampa, è vero che portavano casa sul set e questo era davvero divertente.
Di Giovanna hai semplicemente la provenienza oppure c’è anche altro di te?
C’è tanto di me, non solo la provenienza. Sono estroversa e allo stesso tempo cupa. Ho, quindi, esplorato il lato materno di Giovanna, il suo essere anche romantica. Se lei è, appunto, sognatrice e romantica, io lo sono meno ma è stato bello, grazie a lei, scoprire, approfondire, qualcosa di me.
Leggo di molte esperienze teatrali e della partecipazione all’ultimo capitolo di Indiana Jones. Da cosa ha, quindi, preso forma questa tua passione per lo spettacolo?
Ho pensato di seguire le orme dei miei genitori, farmacisti, per alcuni anni ma, in un momento di profonda tristezza, ho pensato di prendere parte ad un corso di recitazione, a Palermo. Un laboratorio realizzato insieme a Vincenzo Ferrera e Fabrizio Romano, per poi seguirne altri con Francesco Scianna. Una dedizione al lavoro molto facile, spontanea. Nel giro di un mese, grazie anche ai loro consigli, ho deciso di cambiare la mia vita, trasferendomi a Roma.. la scelta migliore che potessi fare nella mia vita. Un posticino nel mondo, cosa che non avevo trovato prima.
Quali sensazioni, invece, sono legate alle tavole del palcoscenico?
Ho studiato al Teatro Azione e conoscere qualcosa in più a livello teatrale mi ha letteralmente sconvolta, inebriata. Un metodo diverso, rispetto alla televisione, che mi permette di scoprire ancor più il mio corpo, cellula per cellula. Un rapporto, quello con il pubblico, adrenalinico, benzina..
Cosa non conosciamo ancora di te, Clara Greco?
Proprio come la mia Giovanna di “Se potessi dirti Addio”, sono una grande giocherellona che, tramite questo aspetto, ha combattuto ogni insicurezza. Sono di Pantelleria e sono consapevole di voler portare sempre con me questo ‘aspetto’. Lavoro molto anche con la fotografia e nei miei lavori parlo molto di questa mia isola, conservandone ogni caratteristica in modo da incuriosire chi mi conoscerà.
Cosa ti auguri da questo percorso artistico?
Mi auguro di poter spaziare tanto, interpretando personaggi distanti da me.