David Cerquetti. Foto di Fabio Giamello
David Cerquetti. Foto di Fabio Giamello

David Cerquetti: musica è…

Incontriamo l’abile e giovanissimo compositore David Cerquetti, autore delle musiche presenti nel film “Buio come il cuore”.

Un incontro molto piacevole quello avuto con David, voglioso di tornare nella nostra penisola con un valore aggiunto..

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, David Cerquetti. Parliamo subito delle musiche presenti nel film “Buio come il cuore” e di “Buio, realizzata per Lorenzo Licitra. Cosa puoi dirci a riguardo?

Sono stato contattato dal regista Marco De Luca, lo scorso anno, per realizzare una colonna sonora per “Buio come il cuore”. Un primo film italiano per me, dopo tanta produzione altrove, che mi ha portato anche a collaborare con Lorenzo Licitra. Vari sogni realizzati, grazie a questo film, e tra i primi vi è la possibilità di tornare a vivere in Italia, prima o poi.

Quali sensazioni sono legate alla possibilità di creare dei lavori importanti e capaci di colpire la sensibilità delle persone?

Il compositore riceve, chiaramente, diverse influenze perché gli è impossibile realizzare una storia di suo ‘pugno’. Il mio lavoro è, quindi, quello di cercare di cogliere ogni piccola sfumatura, raggruppando ogni loro richiesta. Il film tende al noir ed ho quindi pensato di poter fare riferimento ad un linguaggio più moderno, rimanendo fedele alle influenze del passato. Con il regista, così come con tutto il cast del film, si è creato un bel rapporto di amicizia, ciò di cui sono ulteriormente fiero.

David, come ha avuto vita questa tua passione per la musica?

Ero talmente piccolo quando ho iniziato da non avere ben chiaro come si sia sviluppato il tutto. Ricordo la passione per il pianoforte ed una prima bozza di composizione a soli diciassette anni. Scrivere musica mi soddisfa, mi da modo di dare sfogo alla mia creatività, così come il linguaggio del cinema. Forse, la vera potenza della musica legata al cinema, si è verificata ascoltando Ennio Morricone, da “Cinema Paradiso” a tanto altro..

Potrà sembrare banale ma, in sostanza, cosa rappresenta per te la parola ‘Musica’?

Racchiude tante cose: linguaggio, comunità, unione, fantasia.. Posso affermare che, di certo, porta felicità nel mondo.

Da qualche tempo, come dicevi, sei lontano dall’italia. Quali sensazioni ti riportano alla tua terra?

Ho forti legami con l’Italia e quando possibile sento la necessità di tornare, di poterla vivere. Qui a Los Angeles ho tante amicizie, specie nel mio settore, e sento che, differentemente dall’italia, vi è una organizzazione ‘industriale’ molto più forte. Spero possa accadere lo stesso, al più presto, anche nella nostra penisola. Ripeto, la voglia di tornare c’è..

Parlavi, appunto, di incontri importanti e, a tal proposito, quale, tra questi, ti è rimasto particolarmente nel cuore?

Qui a Los Angeles ho avuto modo di collaborare con dei miti di sempre e, tra questi, c’era Marco Beltrami. La fortuna, il caso, ha voluto che fosse tra i primi con cui ho avuto modo di ‘creare’ ed ho anche avuto modo di realizzare una collaborare con Anna Drubic, tempo addietro proprio assistente di Beltrami.

Sei, come dicevamo, giovanissimo e con una carriera più che rosea dinanzi a te. Quali messaggi, dunque, senti di poter lanciare a chi pensa di intraprendere un percorso simile al tuo?

Credo che determinati obiettivi, così come il successo, si raggiungano soltanto se lo si vuole davvero. Le discese sono tante e se la spinta motivazionale viene a mancare diventa difficile andare avanti. Bisogna avere, inoltre, una propria visione artistica, cosa più che fondamentale, così come è importante lo studio della tecnica. Altra cosa importante è lanciarsi nel mondo del lavoro sin da subito, mettendosi in gioco al massimo.

David Cerquetti, doveva andare esattamente così?

Le strade sono sempre a zig zag, così come lo sono i consigli. Mille possibilità e aspetti da valutare. Sono comunque felice delle scelte compiute, così come del master a cui ho preso parte lo scorso anno, arrivato insieme al visto.. la scelta era, dunque, tra il lavoro e il master. Nel mio caso, ho rifiutato la scuola scegliendo il visto lavorativo. Mi sono trasferito a scatola chiusa..

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

Lascia un commento