Raffaele Poggio: la musica come sostegno

Raffaele Poggio in Fiori di Ceramica - Cover

“Fiori di ceramica” è il nuovo singolo di Raffaele Poggio, un brano che esplora l’animo umano, la capacità di affrontare un futuro migliore. Un incontro molto piacevole con l’artista, un uomo che vive di musica..

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Raffaele Poggio. Parliamo subito del tuo ultimo lavoro, “Fiori di ceramica”, del modo in cui ha preso forma?

Ha preso forma lo scorso anno, dopo la pubblicazione su facebook di una foto che ricorda la mia operazione al cuore. Un ragazzo, Fabiano, mi ha scritto in privato dalla sua Svizzera, direttamente dalla piccola bottega di ceramica.

Fabiano mi ha parlato della passione per la mia musica e di una canzone in particolare, “L’estate sei tu”, utile per permettergli di affrontare i primi momenti in cui ha scoperto di avere la leucemia. Una persona che mi ha colpito tantissimo, così come la sua storia, tanto da decidere di realizzare un brano, dopo aver letto una sua mail più che dettagliata.

Chi è Raffaele al di là della sua passione per la musica?

Raffaele ama la vita, così come ama la musica. Amo la vita, come dicevo, nonostante sia stato messo alla prova, anni fa, e viva ancora un dolore che mi è di supporto quando, ad esempio, devo affrontare un nuovo provino.

La mia quotidianità è fatta anche di tanto studio, svolto per migliorarmi, così come amo dedicare del tempo alle persone care. Credo che la curiosità sia importante, porti ad una crescita maggiore, così come la filosofia orientale.

Cosa ti auguri di poter concretizzare in futuro?

Mi auguro di poter tornare a cantare dal vivo. L’ultimo concerto si è tenuto la scorsa estate. Ho bisogno di comunicare, di portare la mia musica in giro. Sarei, inoltre, felice di poter portare la mia musica anche all’interno di alcune associazioni, connessioni importanti, testimonianze di vita, un po’ di conforto.

Con quale artista ti piacerebbe poter incrociare il tuo percorso, Raffaele Poggio?

Mi piacerebbe realizzare un duetto con Virgilio, o semplicemente scrivere con lui qualcosa a quattro mani, oppure duettare con Laura Pausini, sognando in grande. Tante cose belle e nuove da realizzare, qualcosa di sempre nuovo da affrontare.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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