Rocco Rosignoli
Rocco Rosignoli

Rocco Rosignoli interpreta Leonard Cohen

Arriva Musica Straniera: Le canzoni di Leonard Cohen, il nuovo album del cantautore parmigiano Rocco Rosignoli.

In occasione dell’uscita del suo saggio L’arte di Leonard Cohen tra storia, musica ed ebraismo, pubblicato da Mimesis Edizioni, il cantautore Rocco Rosignoli ha deciso di pubblicare un album di traduzioni di Leonard Cohen.

L’ha intitolato Musica Straniera, sulla falsariga del titolo che Cohen stesso diede alla propria antologia da lui stesso curata, Stranger Music. Rosignoli ha scelto tredici brani del grande cantautore canadese, che vanno dalla famosissima Hallelujah alle perle più nascoste come The gipsy’s wife o Night comes on, le ha tradotte in italiano e le ha riarrangiate e registrate. Nell’album che ne è sortito ha usato tutti i suoi strumenti, dalla chitarra al violino, passando per il basso, l’oda, le tastiere, cercando di rendere l’atmosfera delle canzoni originali ma restituendola alla propria dimensione di cantautore. Ad aiutarlo in questo difficile compito c’è l’apporto di Miriam Camerini alle voci femminili, e dell’ormai inseparabile Vince Robivecchi alla batteria.

Rocco Rosignoli, ben trovato. Quando e come hai iniziato ad intraprendere il tuo percorso con la musica?

Ciao Sara, grazie! La mia storia con la musica inizia molti anni fa, che ero ancora bambino. Prima alle elementari, con gli amici, quando per gioco riproducevamo le melodie delle canzoni che ci piacevano sulle nostre tastiere giocattolo. Avevo in casa un chitarra classica, che ho tutt’ora, e volli imparare a suonarla. Presi lezioni per un paio d’anni, poi me ne allontanai per un annetto. Ma poi la ripresi in mano, per non mollarla mai più. Le prime canzoni le ho scritte sui quindici anni, le prime “decenti” qualche anno più in là. A me piacevano i cantautori, il mio primo amore era stato Francesco Guccini – sul quale sto scrivendo un saggio in questo periodo. E poi, a un certo punto, nei miei ascolti incontrai Leonard Cohen, e fu un’illuminazione.

Puoi parlarci del tuo ultimo lavoro: a chi è dedicato e perché?

Il mio ultimo CD è dedicato proprio a Leonard Cohen. Da alcuni anni, alla mia attività di cantautore ho iniziato ad affiancare quella di scrittore. Non scrivo romanzi: ho pubblicato due libri di poesie e un saggio di cinema per l’editore Il Foglio. Ora sta uscendo un nuovo saggio, in cui ho affrontato l’arte di Leonard Cohen, mettendo in particolare a fuoco il modo in cui la sua cultura di provenienza, quella ebraica, affiora nella sua opera, sia in canzone che in prosa e poesia. È edito da Mimesis, e si intitola L’arte di Leonard Cohen tra storia, musica ed ebraismo. Io ho studiato a lungo la lingua e la cultura ebraica, e mi sono negli anni reso conto che quello che Leonard Cohen scrive ha un forte debito verso le scritture, ma anche verso la mistica ebraica, verso la filosofia, e anche verso la narrativa ebraica americana a lui coeva. Ho pensato che potesse essere interessante farne il contenuto di un libro. Ci ho lavorato per due anni buoni, ma quando era pronto ha trovato subito “casa”.

Ora che il libro esce, ho voluto regalarmi anche questa soddisfazione: di fare un CD di canzoni di Leonard Cohen tradotte da me. L’ho intitolato Musica Straniera. È un’operazione rischiosa, e ne sono consapevole, ma lo desideravo talmente tanto che ho deciso di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Spero che il disco piaccia, io ci ho messo tutta la mia passione e le mie capacità. Il libro e il CD saranno presentati insieme, domenica 6 novembre alle 16, presso il Museo Ebraico Fausto Levi di Soragna (PR). È un posto speciale, con sui collaboro da anni, e in cui ho scritto buona parte del saggio L’arte di Leonard Cohen.

Sogni nel cassetto o altri progetti che vorrebbe realizzare Rocco Rosignoli?

I sogni non finiscono mai, ma devo dire che ultimamente per me se ne stanno realizzando tanti, e ne sono molto felice. In questo momento sto lavorando alla promozione de L’arte di Leonard Cohen e del cd Musica Straniera, ma nel frattempo faccio mille altre cose: sto finendo di scrivere il prossimo saggio, quello su Guccini, che uscirà per Il Foglio; in più in questo 2022 io e Miriam Camerini, che tra l’altro ha anche firmato la prefazione del libro, abbiamo deciso di omaggiare Pier Paolo Pasolini, nato 100 anni fa, col nostro spettacolo di teatro-canzone Le belle bandiere. Leggiamo e raccontiamo Pasolini, e cantiamo le sue canzoni, che conoscono in pochissimi. Lo stiamo portando su e giù per l’Italia, con grande soddisfazione – la prossima data sarà a Milano il 19 novembre. E spero che il futuro più prossimo si riempia anche di concerti dedicati a Cohen!

Su Sara Morandi

Insegnante per vocazione, giornalista per passione. Amo il teatro perché incarna le emozioni viventi delle nostre anime. Ho sempre scritto di spettacolo e questo mi ha reso felice e mi rende tuttora. Divoro libri e il mio sogno sarebbe quello di scrivere un romanzo.

Lascia un commento