A tu per tu con Scott Henderson
Risale al 2015 Vibe Station, l’ultimo fortunato album di Scott Henderson, il chitarrista americano considerato uno dei migliori al mondo nel suo genere, il jazz fusion /blues.
Scott, che attualmente sta lavorando al suo prossimo attesissimo cd, si dedica ormai da anni e con grande impegno anche all’insegnamento. E’ di recente uscito il suo metodo cartaceo Jazz Guitar Chord System insieme ad alcuni video didattici. Ma non è tutto. Il grande chitarrista nato a West Palm Beach il 26 agosto 1954 ha da poco terminato un vero e proprio tour di clinics che l’ha portato in giro per tutta l’Europa nel corso del quale moltissimi ragazzi desiderosi di diventare dei chitarristi professionisti hanno avuto l’onore di assistere alle sue lezioni.
Uno dei più riusciti e che ha riscosso grande interesse si è tenuto lo scorso maggio a Roma, realizzato dalla Ladybird Project, una quotata scuola di musica che dal 2003 si occupa anche del management e della realizzazione di importanti eventi didattici con musicisti di fama mondiale come Mike Stern, Alain Caron, Russell Ferrante, Bob Franceschini, David Garibaldi e molti altri.
Il rapporto professionale-artistico tra la Ladybird Project di cui figura portante è Paolo Patrignani e Scott Henderson è nato nel 2005 e, visti i consensi ottenuti e la sintonia instaurata, si è evoluto fino ad oggi, arrivando ad un workshop, come quello di Roma, con dieci allievi che hanno potuto confrontarsi fisicamente con l’insegnante a seconda delle proprie specifiche esigenze. Tra l’altro, dopo il campo studio dello scorso mese di luglio, Ladybird Project si accinge ad organizzare altri prestigiosi appuntamenti. Il prossimo novembre, infatti, ci sarà il workshop di Mike Stern e per l’autunno e la primavera sono previsti week end didattici (laboratorio musica d’insieme più lezioni) con Paolo Patrignani.
E’ proprio di questo che abbiamo parlato con Scott nel corso di questa breve intervista…(ph. Nelson Onofre)
Ti piace insegnare?
Mi piace quando gli studenti sono seri. E’ bello vedere quando si impegnano e si entusiasmo ogni volta che imparano qualcosa di nuovo. Purtroppo però ci sono anche quelli a cui piacerebbe fare progressi ma solo in teoria, perchè poi non vogliono fare alcuna fatica. Questo è il caso in cui insegnare è tutt’altro che divertente.
Nel corso delle tue più recenti clinics che hai tenuto in giro per l’Europa ti sei imbattuto in uno studente davvero talentuoso, uno che in futuro potrebbe diventare sul serio un bravo chitarrista?
Ho incontrato e conosciuto un sacco di studenti che sono sicuro un giorno diventeranno dei famosi musicisti.
Che tipo di insegnante sei?
La cosa più importante quando insegni è lasciare da parte il tuo ego e rendere tutto il più semplice possibile in modo che i tuoi studenti possano capire. Molti insegnanti (specialmente chitarristi) fanno dei video dimostrativi per i loro alunni durante i quali quello che fanno è solo sfoggiare la loro tecnica, non insegnare. Io invece mi concentro solo sull’allievo e voglio il meglio per lui/lei. Ritengo di essere una brava persona ma per contro non ho molta pazienza con gli studenti svogliati. Gli assegno dei compiti ma se non li svolgono correttamente non li riammetto alle mie lezioni fino a che non hanno fatto il loro lavoro per bene.
Qual è la cosa più importante che insegni ai tuoi ragazzi riguardo all’essere un bravo chitarrista?
Io non insegno chitarra, insegno musica. Le mie lezioni possono essere utili ad uno studente che suona qualunque strumento non necessariamente la chitarra. Sfortunatamente ci sono molte più problematiche tecniche con la chitarra perchè la tastiera è più complicata di quella della maggior parte degli altri strumenti, così ho a che fare con questo qualche volta. La cosa più importante da dire agli studenti è di impegnarsi a fondo ed esercitarsi il più possibile. Più tempo passi a suonare il tuo strumento prima e meglio imparerai. E’ anche molto importante leggere e trascrivere tutto quello che ci viene dai più grandi musicisti che ci sono stati prima di noi. Molti studenti pensano di poter vivere in una bolla e che non serva a niente ascoltare gli altri o imparare da loro. E’ estremamente raro che quelli che la pensano così possano diventare dei grandi musicisti.