Oggi vi raccontiamo di Uwe Karpa
Dopo il suggestivo Eins, il chitarrista Uwe Karpa (photo credits: Nina Karpa), famoso per essere stato uno dei due fondatori insieme a Matthias Ulmer, di una delle più famose prog rock band tedesche gli Anyone’s Daughter, si è rimesso al lavoro e sta preparando il suo secondo cd che ci ha anticipato avrà un sound completamente diverso da quello d’esordio.
Artista sensibile, raffinato ed intimistico Uwe nel 2015 ha lasciato il gruppo nel quale ha militato per ben 43 anni per divergenze artistiche con Ulmer ed ha intrapreso una nuova avventura musicale che c’è da giurarci lo porterà lontano…
Uwe Karpa qual è stata la reazione dei tuoi fans e del pubblico in generale quando si è venuto a sapere che avevi deciso di lasciare gli Anyone’s Daughter?
Io e Matthias prendemmo questa decisione quasi in sordina e senza fare alcun clamore. In fondo noi due eravamo i membri fondatori della band e quello che stava succedendo era una cosa che riguardava solamente noi. Durante gli ultimi anni appariva sempre più chiaro che io e lui avevamo una visione completamente diversa del percorso artistico che avrebbe dovuto seguire la band e anche su come raggiungere determinati risultati e crescere.
Ci furono un sacco di discussioni tra di noi e alla fine arrivammo alla conclusione che sarebbe stato meglio separarci in modo da non ostacolarci a vicenda. E comunque dato che gli Anyone’s Daughter nella nuova versione finora si sono esibiti sono in una manciata di shows e che il programmato nuovo cd ci sta mettendo un bel po’ per vedere la luce, c’è da immaginare che molti dei miei fans non si saranno resi conto del cambiamento fino ad ora…
Segui ancora il lavoro degli Anyone’s Daughter?
Sono molto interessato a tutto quello che fanno. Di tanto in tanto io e Matthias ci sentiamo per telefono e parliamo della musica che sta componendo e dei nuovi musicisti con i quali sta lavorando. Vedi, noi siamo amici dal 1972 e il nostro legame non si è spezzato nonostante le differenze musicali che abbiamo sviluppato negli anni.
Parliamo un po’ di Eins il tuo primo cd solo. Qual è la tua track preferita?
Questa è una domanda imbarazzante. Noi artisti, si sa, amiamo tutte le nostre “creature” indifferentemente dal carattere, dal temperamento e dal genere. E’ indubbio comunque che il brano più grande e profondo di Eins sia Meer. Comprensibile perchè il mare è grande e profondo, ma a paragone di altri miei pezzi contiene anche tanti dei miei aspetti emotivi, molto del mio impegno e del mio duro lavoro. Per questo ritengo che sia il cuore, o se preferisci il pezzo centrale di Eins.
Questo cd è fatto di pezzi acustici. Per quale motivo hai scelto un vibe acustico per la tua prima prova da solista?
Il fatto è che quando sei in una band non puoi esprimere appieno i tuoi gusti musicali e le tue inclinazioni, così per il primo primo disco solista ho dato la precedenza ad un tipo di materiale e di stile interpretativo che in passato da me è stato molto poco rappresentato. Il risultato è stato un disco molto introverso e introspettivo. Strumentali interpretati con una chitarra acustica come strumento principale. La chitarra classica interpreta perfettamente l’intimità e il contenuto delle composizioni, nonchè i differenti aspetti della sensibilità nel nostro cuore e quindi è il massimo.
Qual è stato il complimento più bello che hai ricevuto per Eins?
Un ascoltatore mi ha detto una cosa molto bella: “se mentre ascolto la tua musica chiudo gli occhi, che è davvero il modo migliore per accedere al nostro mondo interiore, questa diffonde un feeling di concentrazione e di calore dentro di me. E’ come una porta che si apre sulla mia anima con tutte le sue luci, i colori e le emozioni.
Per Eins hai fatto tutto da solo. Come è stata questa esperienza visto che venivi da una band?
Eins non è stato il primo progetto al quale ho lavorato tutto da solo. A questo proposito troverai qualche esempio nella mia homepage. Ho registrato i brani di Uwe Karpa Ekies, La Guardia ed altri prima di mettermi a lavorare su Eins, così quando l’ho fatto avevo già acquisito una certa esperienza. Certamente è un accesso molto differente al processo creativo paragonato a quando sei in team con altre persone, ma a me piace anche lavorare in questo modo, specialmente se intendo esprimere qualcosa di intimo e molto personale.
Ho lavorato in casa dove potevo registrare in qualunque momento ne sentissi l’esigenza, lo facevo principalmente di notte. Nessuna pressione, nessuna distrazione, nessuno che volesse influenzarmi. A proposito, molte delle mie idee musicali mi vengono proprio di notte.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ci sono in ballo varie cose che mi daranno modo di sviluppare le mie diverse idee e differenti approcci alla musica. Le prime sotto il nome uwekarpa. Spero di cominciare a registrare il mio secondo album nel corso di quest’anno, che differentemente da Eins non avrà un suono classico e solenne. Stavolta voglio includere le percussioni e alcune guests e inoltre userò una grande varietà di chitarre.