E’ partito da Mantova tre giorni fa il tour promozionale dei Subsonica per il loro Realtà Aumentata.
Noi siamo state alla seconda tappa, quella di Milano, quella che per tutti è considerata la più importante, la più impegnativa.
Non è un caso che qualsiasi artista internazionale passi da lì quando tocca il nostro Paese, e che approdare in posti come il Forum di Assago o lo stadio San Siro sia considerato un enorme traguardo.
I Subsonica si sono esibiti, appunto, al Forum. Quel luogo è per loro pieno di bei ricordi: i primi tutto esaurito, l’inizio di nuove fantastiche amicizie e collaborazioni, e tutto il resto che ne può venire.
Io, personalmente, ho ricordi legati a loro in qualsiasi palazzetto italiano, ma cerco di mettermi nei loro panni (difficilissimo) e parlarvi di questa serata in particolare.
Partirei da, forse, la più grande novità: il palco. Confesso che io personalmente qualcosa di molto simile l’avevo già vista, infatti mi è subito venuto in mente Justin Timberlake col suo 20/20 Experience tour.
Lui presentava una pedana, parte del palco, che andava letteralmente in giro per il palazzetto, e si sollevava. Ci ballava come se fosse assolutamente normale e stabile e ancora ci penso, anche se sono passati anni.
Poi, quando ho notato che quello dei Subsonica si muoveva in blocchi separati, ho pensato al palco di Agust D per il suo D-Day Tour dello scorso anno.
Qui però abbiamo una chicca in più che nei due spettacoli sopracitati non ho visto: i led. Di fronte e alle spalle della band vediamo questi led che a loro volta si muovono e danno un tocco pressoché’ psichedelico al tutto.
Sinceramente, per la prima volta, sono stata felice di non aver guadagnato il mio solito posticino in transenna, mi sarei persa la parte più bella dello spettacolo.
Si, perché il palco si sollevava in blocchi distinti fino a circa cinque metri di altezza, quindi stando sotto non riesci più a vedere cosa accade.
Certo, non siamo di fronte ad un concerto di musica classica o robe del genere, la gente tende a ballare, saltare, urlare, ma non percepire la band mentre lo si fa credo sarebbe un po’ una pecca.
La serata inizia con ben quattro pezzi in successione dall’ultimo album. Cani Umani è anche la canzone che apre il disco, e la band ha deciso di usare proprio questa per aprire le danze. Verrà seguita, poi, da Mattino di Luce, Pugno di Sabbia e Africa su Marte.
“E’ stata una scelta coraggiosa” ammetterà Samuel, prima di catapultarci tutti indietro nel tempo con Cose che non ho, dal primo album.
La serata colorata dai Subsonica, quindi, proseguirà con salti temporali tra i vari album della band, con pezzo come Veleno, Aurora Sogna e Liberi Tutti. Per poi passare dalla classica ed intramontabile Disco labirinto, Nuvole Rapide e La Glaciazione.
E abbiamo ballato, tanto, abbiamo saltato, ci siamo sgolati tutti. Sarà stato forse per questo che all’improvviso ci ritroveremo nella calma inconsueta (per un loro concerto, intendo) di pezzi atmosferici come Missili e Droni e poi Dentro i Miei Vuoti e Giungla Nord?
Forse, appunto, ma per quel che mi riguarda io li ringrazio, soprattutto per per l’ultima, ci sono legatissima.
Prima della parte finale arrivano addirittura degli ospiti: Ensi e Willie Peyote accompagnano la band su Il Cielo su Torino e Scoppia la Bolla, prima di introdurre la cover di Numero Uno e Aspettando il Sole.
Ed ecco che, quindi, dopo questa delirante (se così si può definire) pausa, torniamo al cuore pulsante della band torinese: il Groove.
Il Diluvio, L’odore, Benzina Ogoshi sono solo un assaggio, una specie di preludio di salti, grida, sfoghi, prima di ritrovarci irrimediabilmente verso la fine marcata dalla solita Tutti i miei Sbagli seguita da Strade.
Il concerto è durato poco più di due ore, tra luci psichedeliche, palchi semoventi ed esaltazione. Per quanto ti ritrovi immerso in ciò che succede, non te ne accorgi nemmeno.
Il tour di Realtà Aumentata proseguirà verso Conegliano questa sera e altre città nelle successive, per poi concludersi a Torino il prossimo tredici aprile.