Scrittore e giornalista, incontriamo Paolo Gambi, che ha recentemente realizzato “Il cantico delle creature”, che vi segnaliamo nella nostra rubrica “Libri e Scrittori“.
Un uomo che, a suo modo, cerca di portare la poesia ovunque, sfoggiando un sorriso sincero, buono, degno della sua stessa parola. Vi lasciamo al suo sapere, ai suoi consigli.
Il libro è disponibile qui:
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Paolo Gambi. Come stai?
Molto bene, grazie! La mia missione è portare la poesia ovunque. Ogni luogo è ben accetto.
Parliamo subito del tuo libro, “Il cantico delle creature”, e di come ha avuto vita..
Da alcuni anni ho deciso di dedicarmi a tempi pieno ad una ricerca artistica che parte dalla poesia. Per fare questo ho dovuto confrontarmi con i grandi poeti della storia. Francesco D’Assisi è stato il primo a cui mi sono dedicato. Il tutto è nato, dunque, con l’idea di approfondire il cantico e parlarne in un post. Nell’addentrarmici, mi sono reso conto che il testo era pieno di punti interrogativi, di messaggi, di intensi significati. La storia di Francesco D’Assisi è piena di manipolazioni, di censure e gli studiosi lo sanno bene. I versi, almeno quelli, sono suoi, pregni di verità. Questo è il quadro in parole povere.
“Rinascimento poetico” è il nome del movimento che hai fondato. Ti andrebbe di parlarci di tutto ciò?
Certamente! Rinascimento poetico nasce da una mia pazzia, dalla convinzione che la poesia possa salvare il mondo. Se ha salvato me, perché non può essere di aiuto anche a tutti gli altri? Dal primo lockdown ho voluto condividere, tramite dirette, poesie per cui confrontarsi. Un’onda in continuo crescendo che, a sua volta, ha dovuto trovare una giusta organizzazione. Finito il lockdown abbiamo poi cominciato a creare eventi in tutta Italia, portando le persone a leggere, a contribuire con un loro verso, creando spazi con cui poter far esprimere tutti. Abbiamo eventi e iniziative in tutta Italia, che riscontrano un successo continuo. A non lasciarci soli, anche i giovani, attivissimi ovunque.
A tuo avviso, quale dovrebbe essere il reale scopo della poesia?
Salvare il mondo! La poesia è uno strumento potentissimo, forte, con la capacità di salvare il mondo. La parola è all’origine di tutto, se ci pensiamo bene. Chi sceglie di usarla, come ponte con il mistero, finisce per risolverlo questo mistero.
Giornalista e scrittore. Perché hai deciso di accantonare questo mestiere?
Ho forse avuto paura di rispondere alla chiamata dell’arte, della poesia, ed ho sfogato il tutto con la scrittura. Ad oggi ho attive ancora alcune collaborazioni, ma preferisco di netto la poesia.
Cosa ti piacerebbe poter realizzare in futuro?
Di cose da realizzare ce ne sono molte. Non è cosa da poco riuscire a salvare il mondo! Ancora non sono riuscito a portare avanti un progetto di poesia e musica come lo intendo io. Sono alla ricerca dei musicisti giusti. Al contempo, sto cercando una valida collaborazione con le televisioni. La poesia va portata ovunque e, affinché questo accada, serve realizzare numeri adatti. Ecco il perché di un recente cameo con Striscia la Notizia e con altri programmi a cui prendo di tanto in tanto parte.
Cosa prevede il futuro di Paolo Gambi?
Se lo sapessi non sarei un poeta (ride). Spero preveda, appunto, tanta poesia. Al momento porto in giro uno spettacolo arricchito da momenti poetici e tante sorprese. Al Castello Sforzesco di Milano, prossimamente, porterò una poesia di luce. In futuro altri eventi di letture che vi consiglio di non perdere.